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I “buoni” propositi di Trump per il 2025: promesse e priorità

Un nuovo mandato, vecchie ambizioni: come Donald Trump intende ridefinire il ruolo degli Stati Uniti nel mondo e rafforzare la sua visione "America First".

Alice Bellantedi Alice Bellante   
I “buoni” propositi di Trump per il 2025: promesse e priorità

La seconda presidenza di Donald Trump si preannuncia rivoluzionaria, con una serie di “buoni propositi” pensati per trasformare radicalmente la politica interna ed estera degli Stati Uniti. Analizziamo le cinque promesse chiave che potrebbero ridefinire gli equilibri globali, approfondendo le motivazioni alla base di queste scelte.

1. Ritiro dall'Accordo di Parigi sul Clima

Trump ha ribadito l'intenzione di ritirare gli Stati Uniti dall'Accordo di Parigi, il trattato internazionale adottato nel 2015, che mira a limitare l'aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali, con l'obiettivo di contenerlo a 1,5°C. Durante il suo primo mandato, nel 2017, Trump aveva annunciato il ritiro degli Stati Uniti dall'accordo, poi formalizzato nel 2020, sostenendo penalizzasse l'economia americana. Ora, ha ribadito l'intenzione di ritirarsi nuovamente, riflettendo la convinzione secondo la quale le normative ambientali internazionali limitino la crescita economica e la sovranità nazionale.

Questa mossa potrebbe compromettere gli sforzi globali nella lotta al cambiamento climatico e isolare ulteriormente gli Stati Uniti sulla scena internazionale.

2. Revisione delle Relazioni con la NATO

Durante la campagna elettorale, Trump ha criticato gli alleati della NATO, accusandoli di non contribuire adeguatamente alle spese militari e minacciando di ridurre l'impegno degli Stati Uniti nell'alleanza.

Già durante il suo primo mandato, nel 2018, il presidente eletto aveva annunciato il ritiro di circa 12.000 truppe dalla Germania, decisione poi sospesa dall'amministrazione Biden-Harris. Questa posizione deriva dalla percezione che gli Stati Uniti sostengano un onere sproporzionato nella difesa collettiva. Guardando al futuro, sebbene un ritiro formale dall’Alleanza richieda l'approvazione del Congresso, è comunque possibile che l'amministrazione decida di diminuire la presenza militare in Europa o ridurre gli investimenti nelle infrastrutture comuni, indebolendo la struttura nel suo complesso.

3. Introduzione di Dazi Commerciali Elevati

Trump ha poi proposto l'imposizione di dazi significativi sui beni importati, in particolare dalla Cina e dal Messico, con l'obiettivo di proteggere l'industria americana e ridurre il deficit commerciale. Questa strategia, ancora una volta coerente con le azioni del suo primo mandato, si basa sulla convinzione che le pratiche commerciali di alcuni paesi siano ingiuste e danneggino l'economia statunitense. Ciò nonostante, diversi economisti avvertono che tali misure potrebbero innescare guerre commerciali, aumentare i prezzi per i consumatori americani e danneggiare le relazioni economiche internazionali.

4. Politica di Immigrazione Restrittiva

Trump promette inoltre di attuare una politica di immigrazione più rigida, che includa la costruzione di un muro al confine con il Messico e l'espulsione di milioni di immigrati irregolari. Durante il suo primo mandato, il presidente eletto aveva già implementato politiche di immigrazione restrittive. Tra queste: il "Muslim Ban", che limitava l'ingresso nel Paese di individui provenienti da diversi paesi a maggioranza musulmana, la costruzione di un muro al confine con il Messico e la politica di "tolleranza zero”, la quale prevedeva la persecuzione penale di tutti coloro che attraversavano illegalmente il confine USA-Messico, risultando nella separazione di migliaia di famiglie migranti, con genitori rinchiusi in plessi detentivi e minori trasferiti in strutture governative o affidati a famiglie temporanee.

Queste misure mirano a rafforzare la sicurezza nazionale e a preservare posti di lavoro per i cittadini americani, rispondendo alle preoccupazioni di una parte dell'elettorato riguardo all'immigrazione. Ampliando la prospettiva, è legittimo anche nutrire preoccupazioni riguardo alla tutela dei diritti umani e all'impatto economico di questi provvedimenti, dato che molti settori dipendono dalla forza lavoro immigrata.

5. Rinegoziazione degli Accordi Commerciali Internazionali

Trump, infine, ha manifestato l'intenzione di rinegoziare o ritirarsi da accordi commerciali internazionali che, a suo avviso, svantaggiano gli Stati Uniti. Durante il suo primo mandato, ha ritirato il Paese dal Trans-Pacific Partnership (TPP) e ha rinegoziato l'Accordo di Libero Scambio Nordamericano (NAFTA), sostituendolo con l'USMCA. Questo approccio riflette la sua visione "America First", ovvero quella di mettere l’America al primo posto, cercando accordi più favorevoli per l'economia statunitense. Decisioni simili, tuttavia, potrebbero portare a incertezza nei mercati globali e tensioni con i partner commerciali storici, influenzando la stabilità economica internazionale.

E quindi?

La seconda presidenza Trump si presenta con una serie di promesse che rievocano le iniziative del primo mandato, ma con l’ambizione di spingersi ancora oltre. Se il primo mandato del tycoon ha segnato l’uscita da accordi internazionali, un duro confronto con alleati storici e una politica migratoria controversa, il nuovo ciclo potrebbe trasformare queste idee in misure ancora più incisive.

Ciò che resta da vedere è se queste promesse si tradurranno in risultati tangibili o replicheranno ancora una volta gli esiti del primo mandato, dove molte iniziative si sono scontrate con difficoltà operative, divisioni interne e una forte opposizione globale. La sfida per Trump non sarà solo mantenere le sue promesse, ma dimostrare che la sua visione "America First" possa portare benefici duraturi al Paese e, forse, al mondo intero. Il futuro ci insegnerà se il 2025 sarà l’anno della svolta o una storia che è destinata a ripetersi.

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