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[Il retroscena] Hard Brexit, rapporto shock dei servizi segreti: nel Regno Unito caos e violenze

Il governo ha già annunciato che l’esercito sarà messo in stato di allerta in caso di uscita dall’Europa senza accordo con la Commissione europea

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
[Il retroscena] Hard Brexit, rapporto shock dei servizi segreti: nel Regno Unito caos e violenze
La premier britannica, Theresa May

Fuga di capitali all’estero, Pil in forte calo, svalutazione della sterlina e violenze. Questo il drammatico scenario che potrebbe realizzarsi nel Regno Unito in caso di una uscita dall'Unione europea senza accordo. L’ultimo allarme lo hanno lanciato i servizi segreti di diversi Paesi secondo cui il caos in Gran Bretagna potrebbe durare addirittura anni. La notizia sull'esistenza di questo rapporto shock è stata divulgata dai media britannici. Il quotidiano Daily Mirror ha dichiarato che il documento sarebbe stato già consegnato non solo ai leader europei ma anche alla stessa premier britannica Theresa May.

Violenza anche nelle strade 

Secondo l’analisi delle intelligence europee a creare un clima sociale instabile contribuirebbero la crisi economica ma anche le forti tensioni politiche. L’uscita traumatica di Londra dalla Ue (che a meno di colpi di nuovi colpi di scena dovrebbe avvenire il prossimo 29 marzo) comporterà un referendum per l’indipendenza in Scozia, un possibile voto in Irlanda del Nord e probabilmente anche un secondo referendum nel resto del Regno Unito. Le maggiori preoccupazioni sono date dai movimenti di destra che potrebbero reagire in modo aggressivo innescando una pericolosa spirale di violenza, anche nelle strade.

Gli inglesi possono diventare molto violenti, come dimostrato nel corso degli anni dai temuti hooligans, i tifosi che seguono all'estero la nazionale di calcio e le squadre dei club

Il crollo dell'attività economica 

Londra è comunque consapevole dei forti rischi a cui il Paese andrebbe incontro con una hard Brexit (uscita senza accordo) anche perché da tempo gli studi economici parlano chiaro sugli effetti nefasti per l’economia. Secondo alcune stime elaborate dal ministero dell’Economia di Londra, il Paese è destinato a perdere a causa della Brexit il 3,9% del Pil. Ma in caso di no deal (nessun accordo con Bruxelles) la contrazione dell’economia sarebbe molto maggiore e potrebbe addirittura raggiungere il 9,3%. In valori assoluti i costi del divorzio da qui al 2033 vanno da un minimo di 60 miliardi di sterline fino a un massimo di 200 miliardi in caso di no deal. Sulla stessa lunghezza d'onda le conclusioni della Banca di Inghilterra che in caso di uscita senza accordo prevede un crollo del Pil dell’8% entro un anno e una svalutazione della sterlina del 25%. Male anche il mercato immobiliare dove i prezzi crollerebbero del 30%. Per il governatore Mark Carney si tratterebbe della peggiore e caotica recessione del dopoguerra. 

Fuga di capitali  

I primi effetti pesanti sull’economia britannica cominciano già a farsi sentire. Ernest Young ha calcolato (per difetto) che la fuga di capitali verso l’estero da parte della banche ammonterebbe già a 800 miliardi di sterline. Nel complesso circa il 10% del patrimonio totale gestito dalle istituzioni finanziarie della City londinese, che per prevenire i contraccolpi della Brexit, e salvaguardare le proprie operazioni e i propri clienti, stanno spostando parte delle proprie attività in altri paesi dell’Unione europea. 

L'allarme dei costruttori automobilistici 

Ma a pagare un prezzo salato non sarebbe solo il settore finanziario. Icone dell’industria automobilistica britannica come Jaguar e Land Rover hanno lanciato l’allarme sulle conseguenze negative in caso di hard Brexit. Senza mezzi termini hanno spiegato che non solo loro ma anche le società dell’indotto andrebbero incontro a “un futuro imprevedibile”. Lo shock economico per il Regno Uniti avrebbe ovviamente forte ripercussioni sociali. E questo spiega perché i servizi segreti prevedono un lunghissimo periodo di instabilità che potrebbe addirittura durare anni. Cadere nelle fauci della recessione è facile, uscirne è più difficile.

Esercito messo in stato di allarme 

Con molta probabilità Londra non si farà però cogliere impreparata. Il portavoce dalla premier già lo scorso dicembre ha annunciato che il governo metterà in stato di allerta l’esercito in caso di no deal. Lo scorso 15 gennaio il Parlamento britannico ha sonoramente bocciato l’accordo siglato dalla May con la Commissione Europea. L’hard Brexit non è più uno scenario fantapolitico così come non lo sono più i blindati militari nelle vie delle città inglesi per sedare le violenze.

 

 

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
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