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Gaza – Medici Senza Frontiere: “Abbiamo fatto quello che abbiamo potuto. Ricordatevi di noi”

"Il momento di cambiare rotta è adesso. Coloro che scelgono di ignorare il diritto internazionale sono avvisati che saranno chiamati a rispondere delle loro azioni. Nessuno è al di sopra della legge", ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Türk.

Alice Bellantedi Alice Bellante   
Gaza – Medici Senza Frontiere: “Abbiamo fatto quello che abbiamo potuto. Ricordatevi di noi.”

A Gaza ogni principio di umanità è stato completamente violato. Vediamo ospedali attaccati e trasformati in obitori con staff e pazienti uccisi”, si legge nel Manifesto di Medici Senza Frontiere.

Le autorità israeliane hanno mostrato un evidente e totale disinteresse per la protezione delle strutture sanitarie di Gaza. Sono state colpite da attacchi aerei, carri armati e spari, circondate e assaltate, staff e pazienti sono stati uccisi” si legge nell’ultimo comunicato stampa di Medici Senza Frontiere.

Secondo quanto riportato dal personale medico-sanitario al fronte, i medici si trovano in uno stato di totale esaurimento, permeato da una profonda disperazione. Si sono visti costretti a eseguire amputazioni su bambini gravemente ustionati e feriti, senza avere accesso a anestesia o strumenti chirurgici sterilizzati. Le persone stanno perdendo la vita per un dolore insopportabile. A causa delle evacuazioni forzate imposte dai soldati israeliani, alcuni operatori sanitari si sono trovati nella difficile situazione di dover abbandonare i propri pazienti, affrontando un dilemma impossibile: scegliere tra la propria vita e quella dei pazienti. Non esiste alcuna giustificazione che possa rendere accettabili tali atti di atrocità.

La ripresa delle ostilità a Gaza e il suo terrificante impatto sui civili sottolineano la necessità di porre fine alla violenza e di trovare una soluzione politica a lungo termine tra palestinesi e israeliani, secondo l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.

"Fate tacere le armi e tornate al dialogo: la sofferenza inflitta ai civili è troppo grande da sopportare. La violenza non è la risposta. Non porterà né pace né sicurezza", ha dichiarato Volker Türk in un comunicato, esprimendo profonda preoccupazione per il fatto che i negoziati per la continuazione della pausa della scorsa settimana si siano arenati.

I combattimenti sono ripresi venerdì 1° dicembre e centinaia di palestinesi sono stati uccisi dai bombardamenti israeliani, secondo i dati del Ministero della Sanità di Gaza. Sempre, venerdì non sono entrati aiuti nell'enclave attraverso il valico di Rafah con l'Egitto e sabato le consegne sono state limitate, con un ulteriore impatto sulle operazioni umanitarie a sostegno di milioni di persone in una situazione di scarsità di cibo, acqua, carburante e altri beni di prima necessità.

Le Nazioni Unite e i suoi partner hanno pubblicato un piano che delinea il minimo necessario per incrementare le operazioni umanitarie a sostegno di 2,2 milioni di persone nella Striscia di Gaza e di 500.000 persone tra le più vulnerabili in Cisgiordania. Si stima che siano necessari 1,2 miliardi di dollari per fornire i servizi umanitari esistenti in mezzo alle ostilità in corso.

La portata di questa risposta e i vincoli operativi sono al di là di quanto mai visto prima nei Territori palestinesi occupati e in altri contesti, secondo le Nazioni Unite.

Da quando Hamas e la Jihad islamica palestinese hanno lanciato un attacco con migliaia di razzi che hanno raggiunto il centro di Israele, le Nazioni Unite hanno messo in guardia da azioni indiscriminate o sproporzionate contro Gaza e hanno espresso preoccupazione per "l'assedio totale" del territorio ordinato dalle autorità israeliane, le quali hanno interrotto le forniture di elettricità, acqua, cibo e carburante.

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