Friedman: Trump bullo pericoloso, vi spiego quale è il vero obiettivo della sua super bomba
Il noto giornalista americano ha commentato con Tiscali.it l’aggressiva politica estera del neo presidente americano
Il 7 aprile 59 missili Tomahawk lanciati contro la base aerea di Shayrat in mano al dittatore siriano Bashar al Assad, sei giorni dopo la super bomba Moab, l’ordigno più potente dopo l’atomica, sganciata sulle basi Isis dell’Afghanistan. Cosa ha in mente il neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump? Tiscali.it lo ha chiesto al noto giornalista americano Alan Friedman che nel suo ultimo libro, Questa non è l’America, edito in Italia da Newton Compton, ha indagato le ragioni che hanno portato il tycoon alla guida del suo paese.
Il vero bersaglio della super bomba sono la Cina e la Corea del Nord
Per Friedman gli avvenimenti degli ultimi giorni confermano “che Trump non ha una fine strategia di politica estera ma un approccio rozzo e pericoloso che vuole solo mostrare la forza dell’America in modo minaccioso”. “Il vero bersaglio della super bomba – ha proseguito - non è l’Isis ma Pechino e Pyongyang”. Un modo per far capire chiaramente che “ gli americani possono bombardare anche la Nord Corea”.
Trump vede il mondo e l'uso della forza militare come un reality show
Per Friedman “Trump vede il mondo e l’uso della forza militare come un reality show. Non ragiona in termini di strategia ma di gesti forti per apparire un presidente muscoloso, un Rambo militare” ma questo modo di fare “rozzo” è rischioso perché “aprire diversi fronti militari in pochi giorni potrebbe diventare pericoloso”. Il noto giornalista condanna dunque nettamente le ultime decisioni prese da Washington: “Non è un modo corretto per gestire la stabilità mondiale e sono preoccupato perché come ho detto più volte nel mio ultimo libro, Trump è un bullo pericoloso”.
Propaganda populista per distrarre opinione pubblica americana
C’è addirittura un rischio che tutto questo possa portare ad una nuova guerra? “No, in questo momento non vedo questo rischio perché – ha spiegato Friedman – le decisioni di Trump sono anche motivate da obiettivi di politica interna. Sono atti di propaganda populista per distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica americana”.
Sempre più evidenza dei legami tra Trump e servizi segreti russi
Da cosa? Friedman non ha dubbi: “Dal fatto che ogni giorno con sempre maggiore evidenza stanno venendo fuori le prove di contatti illeciti, scorretti e forse illegali tra Trump e i servizi segreti russi durante la campagna elettorale”. Una conferma che questa lettura dei fatti sia quella giusta l’avrebbe data lo stesso figlio di Trump secondo cui “l’aggressività del padre con i russi sarebbe la dimostrazione che non ci sono mai stati contatti tra di loro”. Per Friedman questa è con tutta evidenza “propaganda”.
Europa non può fare niente per fermare l'uso della forza
L’Europa può fare qualcosa per frenare Trump? La risposta del giornalista americano è netta: “Mi dispiace dirlo perché amo il Vecchio Continente ma in questo momento è tra l’essere marginale e irrilevante. Non parla con voce unita e i giochi si fanno tra Washington, Mosca e Pechino. L’Europa è un benevolo rifugio di diritti umani nel mondo occidentale ma militarmente e nella politica estera conta davvero poco”.