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[La storia] Ecco il paese europeo dove i giovani sono pagati per studiare all'Università

Il modello viene applicato in Danimarca dove gli universitari ricevono oltre 800 euro al mese. Una esperienza a cui dovrebbe guardare con interesse la sinistra italiana in cerca di riscatto

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
[La storia] Ecco il paese europeo dove i giovani sono pagati per studiare all'Università

Come far laureare il 50% dei propri giovani? Per cercare una risposta bisogna andare in Danimarca. Nel paese scandinavo non solo le università sono gratuite ma tutti gli studenti, indipendentemente dal reddito, ricevono un sussidio dallo Stato, ovvero sono pagati per studiare.

L'1% del Pil dedicato al welfare degli universitari 

Un reportage del Corriere della Sera, firmato da Orsola Riva, ha fatto il punto sull’esperienza danese. Lo Stato ogni anno, tra sussidi e prestiti calmierati, spende 3,3 miliardi di euro, circa l’1% del Pil. Una spesa dunque sostenibile, a fronte però di un tasso di laureati, nella fascia di età 30-34 anni del 50%. In Italia è di appena il 25%. E nell’economia moderna l’elemento più importante per fare la differenza è il capitale umano.

Più di 800 euro al mese 

Ogni mese uno studente danese si mette in tasca circa 825 euro, se vive da solo. Se invece vive con i genitori prende molto meno. “Lo scopo fondamentale di questo schema di aiuti è la mobilità sociale. Nessuno studente capace deve essere costretto a rinunciare agli studi perché non ne ha i mezzi” ha spiegato al Corriere della Sera il rettore dell’Università di Copenaghen, Henrik Wegener, epidemiologo di fama mondiale. “In casa eravamo in cinque: quattro fratelli e mia madre, single. Ci siamo tutti laureati. Senza l’aiuto dello Stato non ce l’avremmo mai fatta. Io devo tutto al welfare» ha aggiunto lo studioso.

Non si tratta di semplice assistenza 

“Senza il sussidio non avrei potuto fare l’università. La mia famiglia non aveva abbastanza soldi. Mio fratello e io siamo i primi ad esserci laureati” ha spiegato al quotidiano milanese il 24enne Mike Gudbergsen, studente di Scienze Politiche. Ma a beneficiare dell’assegno non sono solamente i giovani più poveri. Anche i ricchi ne fanno richiesta dato che viene erogato indipendentemente dal reddito familiare. “Visto da fuori può sembrare un sistema assistenziale, ma in realtà è tutto l’opposto: un incentivo a uscire di casa presto e imparare a cavarsela da sé, tant’è che per quei pochi che non se ne vanno subito l’assegno di Stato è molto più striminzito: fra i 125 e i 350 euro a seconda del reddito familiare” ha spiegato al Corriere l’intellettuale Gosta Esping Andersen, esperto di welfare. “Da noi - ha proseguito - i ragazzi vogliono diventare indipendenti molto presto e, grazie all’aiuto dello Stato, possono farlo anche se provengono da una famiglia a basso reddito”.

Un modello per la sinistra italiana in cerca di riscatto  

Il Partito democratico, che da tempo è smarrito e in crisi di identità, dovrebbe guardare con molta attenzione e interesse all’esperienza universitaria danese in quanto realizza uno dei principi fondanti della sinistra: pari opportunità per i giovani, affinché anche i più bisognosi abbiano la possibilità di studiare e frequentare l’università. “Qui in Danimarca se sei un ragazzo sveglio e volenteroso hai molte possibilità  di migliorare le tue condizioni sociali” hanno spiegato i danesi al Corriere della Sera. Quale migliore opportunità per il Pd e gli altri partiti della sinistra per ridare una speranza a chi è rimasto indietro e riconquistare parte del consenso popolare perduto! Università gratuite e sussidio agli studenti potrebbero essere cavalli di battaglia con cui rispondere a M5s e Lega. 

 

 

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
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