“Combatto la guerra per la vita”, il racconto shock di Yeshurun, militare israeliano tornato dall'ospedale Al Shifa
“I bulldozer hanno schiacciato i corpi delle persone ovunque intorno e nel cortile dell’ospedale. Molte famiglie cercano i loro cari e non riescono a trovarli"
“I bulldozer hanno schiacciato i corpi delle persone ovunque intorno e nel cortile dell’ospedale. Molte famiglie cercano i loro cari e non riescono a trovarli. Abbiamo trovato intere famiglie morte e i loro corpi decomposti nelle case intorno all’ospedale. I sopravvissuti sono malnutriti. Le persone ancora vive all’interno soffrono la fame, hanno una bottiglia d’acqua al giorno da condividere con sei persone. Mi guardo intorno e non riesco a credere a quello che vedo”, è la testimonianza rilasciata alla 'CNN' di Khader Al Za’anoun, giornalista di 'Wafa', l’agenzia di stampa palestinese. L’ospedale Al-Shifa, al ritiro delle forze israeliane, sembra un film dell’orrore.
A circa 70 chilometri da quel che resta dell’ospedale più grande della Palestina occupata, a Gerusalemme, di fronte al muro del pianto, cinque ragazzi ballano. Sono in borghese ma hanno ancora addosso il fucile. “Stiamo festeggiando il ritorno da Gaza, siamo stati due settimane dentro l’ospedale Al Shifa”, raccontano.
La prima guerra: "Non combatto per la morte"
Uno di loro è Yeshurun, 22 anni, quella a Gaza è la sua prima guerra. Sta festeggiando insieme al resto dei giovani militari appena tornati dal fronte: “Sono stato dentro l’ospedale Al Shifa per due settimane, c'era un sacco di gente, un sacco di terroristi di Hamas, c'erano alcune armi nascoste dentro le medicine. Non sapevamo chi fosse malato all'interno dell'ospedale e avesse bisogno di medicine o chi fosse un terrorista”, spiega con sguardo fisso davanti a sé.
“C’erano bambini, ma alcuni erano con Hamas, avevano i fucili, combattevano. Io se vedo un terrorista devo ucciderlo”. Intanto i bambini uccisi a Gaza negli ultimi cinque mesi dall’esercito israeliano sono più di 12mila, più di tutti i bambini uccisi nelle guerre di tutto il mondo negli ultimi quattro anni. “Io combatto la guerra per la vita - continua fiero Yeshurun - non combatto per la morte. Non voglio uccidere qualcuno. Ma se qualcuno volesse uccidermi, sarei il primo ad ammazzarlo”.
Le forze israeliane affermano di avere ucciso 200 persone e di averne arrestate 900. La protezione civile di Gaza parla di circa 300 persone uccise. L’esercito sostiene di non aver danneggiato civili e personale medico. Le organizzazioni mediche e i testimoni oculari respingono con forza questa affermazione, con la morte di Ahmad e Yusra al-Maqadmeh (rispettivamente medico generico e chirurgo nell’ospedale Al Shifa) a loro sostegno.
Più di 32mila morti per mano di Israele
Più di 32 mila sono le persone uccise dall’esercito israeliano dall’inizio dell’offensiva a Gaza. La striscia non esiste più e le immagini che arrivano da chi è ancora vivo sono foto di morte, non certo di vita. Un milione e mezzo di persone sono adesso stipate a Rafah senza una casa, senza cibo, senza acqua. “Non so cosa ne sarà della popolazione di Rafah, non lo so davvero - ammette Yeshurun - penso che non le uccideremo tutte. Ma io non ho la risposta, quella ce l’hanno solo i nostri capi”.