Gli 87 anni di Francesco sono un compleanno triste: “Ascoltiamo il grido di dolore di Gaza”
Auguri di Mattarella e della Cei. All’Angelus il papa benedice i “Bambinelli” per i presepi, definisce la guerra “terrorismo” e ricorda Eduardo Pironio cardinale dichiarato beato
La guerra è terrorismo. E’ l’affermazione più dura e sconcertante di papa Francesco all’Angelus nella domenica in cui compie 87 anni papa Francesco facendo proprio il grido di pace che si leva dalla situazione ormai non più vivibile a Gaza e in ogni altro paese in guerra. “L’incessante azione pastorale per la pace e la dignità umana” di Francesco viene ricordata nel messaggio di auguri inviato da Sergio Mattarella anche a nome del popolo italiano, in occasione del compleanno del pontefice.
Gli auguri al Pontefice
Auguri al papa anche dalla Conferenza Episcopale Italiana. Secondo il presidente della Repubblica, il “costante e accorato appello per ristabilire un rapporto di rispetto e dialogo nelle nostre società, costituisce un alto orizzonte valoriale per tutte le donne e gli uomini e di buona volontà".
Il pensiero al dramma di Gaza
“Non dimentichiamo – ha ricordato Francesco attardandosi un po’ in particolari dolorosi - i nostri fratelli e sorelle che soffrono per la guerra, in Ucraina, in Palestina e Israele e nelle altre zone di conflitto. L’avvicinarsi del Natale rafforzi l’impegno per aprire strade di pace. Continuo a ricevere da Gaza notizie molto gravi e dolorose. Civili inermi sono oggetto di bombardamenti e spari. E questo è avvenuto persino all’interno del complesso parrocchiale della Santa Famiglia, dove non ci sono terroristi, ma famiglie, bambini, persone malate e con disabilità, suore. Una mamma e sua figlia, la signora Nahida Khalil Anton e la figlia Samar Kamal Anton, sono state uccise e altre persone ferite dai tiratori scelti, mentre andavano in bagno. È stata danneggiata la casa delle Suore di Madre Teresa, colpito il loro generatore.
La preghiera
Qualcuno dice: “È il terrorismo, è la guerra”. Sì, è la guerra, è il terrorismo. Per questo la Scrittura afferma che “Dio fa cessare le guerre … rompe gli archi e spezza le lance”. Preghiamo il Signore per la pace”. Il papa non ha dimenticato neppure l’altra spina che lo rattrista: il dramma degli emigrati, questa volta mettendo a fuoco non il Mediterraneo ma l’America Latina. “Desidero oggi ricordare le migliaia di migranti che tentano di attraversare la selva del Darién, tra Colombia e Panamá. Si tratta spesso di famiglie con bambini che si avventurano in percorsi pericolosi, ingannati da chi falsamente promette loro una via breve e sicura, maltrattati e derubati. Non pochi perdono la vita in quella giungla. C’è bisogno dello sforzo congiunto dei Paesi più direttamente interessati e della Comunità internazionale, per evitare che questa tragica realtà passi sotto silenzio e per dare insieme una risposta umanitaria”.
Tradizionale benedizione dei Gesù Bambino
L’emergenza a cui costringe la guerra è stata richiamata da Francesco anche prima della tradizionale benedizione delle statuine di Gesù Bambino portate in Piazza san Pietro dai ragazzi e bambini degli oratori e scuole romane. “E nel benedire i vostri “Bambinelli”, vi chiedo di pregare davanti al presepio per i bambini che vivranno un Natale difficile, nei luoghi di guerra, nei campi-profughi, in situazioni di grande miseria. Grazie di questo, e buon Natale a voi e alle vostre famiglie! Un applauso ai bambini!”.
L'angelus
Solo 23 le righe dedicate da Francesco a spiegare il Vangelo della terza domenica di Avvento che parla della missione di Giovanni Battista inviato da Dio per “dare testimonianza alla luce”. Nella riflessione davvero brevissima, il papa chiama il Battista “un uomo straordinario. La gente accorre ad ascoltarlo attratta dal suo modo di essere, coerente e sincero. La sua testimonianza passa attraverso la schiettezza del linguaggio, l’onestà del comportamento, l’austerità della vita. Tutto questo lo rende diverso da altri personaggi famosi e potenti del tempo, che invece investivano molto sull’apparenza. Persone come lui, rette, libere e coraggiose, sono figure luminose, affascinanti: ci stimolano ad elevarci dalla mediocrità e ad essere a nostra volta modelli di vita buona per gli altri. Il Signore manda in ogni epoca uomini e donne di questo genere. Sappiamo riconoscerli? Cerchiamo di imparare dalla loro testimonianza, mettendoci anche in discussione? Oppure ci lasciamo incantare dai personaggi alla moda? E andiamo in atteggiamenti superficiali”.
Giovanni “testimonia la luce” che non è lui ma Gesù. “Solo Lui redime, libera, guarisce e illumina. Per questo Giovanni è una “voce” che accompagna i fratelli alla Parola; serve, senza cercare onori e protagonismi: è una lampada, mentre la luce è Cristo vivo. Fratelli e sorelle, l’esempio di Giovanni il Battista ci insegna almeno due cose. Primo, che da soli non ci possiamo salvare: solo in Dio troviamo la luce della vita. E secondo, che ciascuno di noi, con il servizio, la coerenza, l’umiltà, con la testimonianza della vita – e sempre con la grazia di Dio – può essere una lampada che risplende e aiutare gli altri a trovare la via per incontrare Gesù”. Singolare coincidenza: nel giorno successivo alla sentenza del tribunale vaticano che ha giudicato e condannato in primo grado un cardinale, Francesco ricorda la figura di un santo cardinale argentino che ieri è stato proclamato beato. “Ieri - ha detto Francesco - nel Santuario di Nostra Signora di Luján, in Argentina, è stato beatificato il cardinale Eduardo Pironio, pastore umile e zelante, testimone della speranza, difensore dei poveri. Ha collaborato con San Giovanni Paolo II nella promozione dei laici e nelle Giornate Mondiali della Gioventù. Il suo esempio ci aiuti ad essere Chiesa in uscita, che si fa compagna di strada di tutti, specialmente dei più deboli. Un applauso al nuovo Beato!”.