Trump allenta i dazi sulle auto: "Avremo un accordo equo con la Cina". L'ironia del presidente Usa: "Mi piacerebbe fare il Papa"
Il presidente Usa al secondo mandato è tornato ad esaltare l'America tornata grande e la sua azione. Fra risposte piccate e minacce ai produttori di auto
La seconda presidenza Trump è cominciata il 20 gennaio 2025. Si compiono dunque i primi 100 giorni del secondo mandato di The Donald, rieletto a furor di popolo pur dopo aver provocato una delle più gravi sommosse armate del popolo Usa contro le sue stesse istituzioni (l'assalto al Campidoglio è del 6 gennaio 2021). A che punto siamo con le promesse di Trump di riportare la pace fra Russia e Ucraina, di rendere l'America di nuovo grande e di piegare il resto del mondo al volere Usa a suon di dazi e guerra commerciale? Cominciamo dal grande avversario mondiale di questa versione degli Stati Uniti, la Cina di Xi Jinping.
"Chi non produce auto qui sarà massacrato, Pechino vuole negoziare"
Donald Trump alleggerisce i dazi sulle auto mostrando "flessibilità" e concedendo più tempo ai costruttori per affrontare la transizione. In un discorso sulle sue prime 14 settimane da presidente, orchestrato come se fosse un grande e spettacolare comizio, Donald Trump ha ribadito che gli Usa sono "stati abusati" dal punto di vista commerciale "da amici e nemici", ha difeso le sue tariffe e sottolineando che alla fine un "accordo equo con la Cina ci sarà" Pechino "vuole fare un accordo, noi vogliamo fare un accordo", ha aggiunto tornando a difendere Elon Musk, un vero "americano. E' incredibile. Ci ha veramente aiutato". Nei 90 minuti di comizio Trump ha anche ribadito la sua ambizione di vedere astronauti americani piantare la bandiera a stelle e strisce su Marte.
Putin e il resto del mondo
Donald Trump dunque alleggerisce provvisoriamente i dazi sulle auto mostrando "flessibilità" e concedendo più tempo ai costruttori per affrontare la transizione. Ma avverte: le case automobilistiche che non porteranno la produzione negli Stati Uniti saranno "massacrate" dalla sua politica commerciale. Nel Michigan, Stato dell'auto americano, il presidente Usa sceglie di festeggiare i suoi primi 100 giorni, "i migliori di sempre, ed è solo l'inizio. L'età dell'oro è appena iniziata" anche grazie ai dazi. E insiste che "il mondo ha assistito a una rivoluzione di buon senso": "abbiamo portato a Washington il cambiamento più profondo della storia". L'appuntamento è stato l'occasione per tornare ad attaccare Joe Biden, il "peggiore presidente della storia", e i democratici "lunatici", "bravi a truccare le elezioni" e che "vogliono un altro mio impeachment". Poi il passaggio su Vladimir Putin, dato che non è arrivata nessuna pace in tempi brevi, come promesso da Trump, e che anche i cosiddetti cessate il fuoco temporanei (fra qui quello, sanguinoso, di Pasqua) sono stati violati con raid e morti. Sul presidente russo e mentre infuria il conflitto in Ucraina, Trump ha detto: ""Penso che Putin voglia la pace". Ribadendo poi alla tv Abc: "Il suo sogno era prendere tutto il Paese ma non lo farà. Mi rispetta.
L'accanimento contro minoranze e miganti, e la Fed
Annunciando l'arrivo "dell'età dell'oro", Trump si è a lungo soffermato sull'immigrazione, il suo cavallo di battaglia. Il numero degli ingressi di migranti senza documenti al confine con il Messico è "crollato del 99,9%: solo tre persone sono entrate", ha detto rivendicando il suo successo. "Congratulazioni America. Se non avessimo vinto le elezioni, i democratici avrebbero consentito l'invasione di 30-40 milioni di illegali, molti dei quali criminali", ha aggiunto criticando i giudici, colpevoli - a suo avviso - di rallentare la sua azione sui migranti. "Nulla fermerà la mia missione di rendere l'America di nuovo sicura", ha assicurato Trump.
Dazi e sull'inflazione
Nel suo mirino è tornato Jerome Powell che, però, non ha mai nominato. "L'inflazione è praticamente in calo. C'è una persona alla Fed che non sta facendo un buon lavoro", ha messo in evidenza il presidente Usa ammettendo che non dovrebbe criticare il capo della banca centrale americana. Sui tassi "ne so più di lui", ha osservato. Si inaspricono i toni contro il capo della banca centrale americana, dunque, così come sono freddissimi quelli col Segretario della Difesa Usa, reo di aver condiviso su chat private i piani di guerra Usa, a cominciare dalla conferma dei bombardamenti in Yemen: ""Non ho fiducia al 100%" sul capo del Pentagono, Pete Hegseth". Così Trump, che di fronte all'incalzare dei giornalisti dell'Abc ha poi risposto indispettito: "Non ho fiducia al 100% in niente. E' una domanda stupida. Solo un bugiardo lo direbbe. Non ho fiducia al 100% che finiremo questa intervista".
"Mi piacerebbe essere papa"
"Sarebbe la mia prima scelta". Donald Trump risponde scherzando a chi gli chiedeva se aveva preferenze per il prossimo pontefice. "Non ho preferenze" ha aggiunto, precisando che c'è un cardinale a New York che può fare il lavoro. Il riferimento sembra al cardinale Timothy Dolan.