Candidati, scheda, sistema di voto: le elezioni regionali in Lazio e Lombardia in 5 punti
Nella Regione della Capitale sono tre gli aspiranti governatori, mentre mentre in quella settentrionale concorreranno in 4. Seggi aperti domenica 12 e lunedì 13 febbraio

Lazio e Lombardia chiamate al voto domenica 12 e lunedì 13 febbraio per eleggere il Consiglio regionale e il presidente della Regione con i riflettori puntati perché la consultazione rappresenta, per certi versi, un test sul consenso al governo. Tre i candidati nel Lazio e quattro in Lombardia. Nella Regione che ospita la Capitale si confronteranno l'ex presidente della Croce Rossa, Francesco Rocca, sostenuto da Fdi-Lega-Forza Italia, Alessio D'Amato, assessore alla Sanità uscente con Zingaretti, sostenuto da Pd e Terzo Polo, e la giornalista Rai Donatella Bianchi, candidata per il M5S. In Lombardia invece si affronteranno il governatore uscente Attilio Fontana, sostenuto dai partiti Destra-Centro, Pierfrancesco Majorino, sostenuto dal Pd e dal M5S, Letizia Moratti, ex assessora alla Sanità con Fontana ma sostenuta in questa tornata dal Terzo Polo e Mara Ghidorzi, sostenuta da Unione Popolare, il movimento guidato dall'ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Le urne saranno aperte dalle 7 alle 23 della domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì.

Come si elegge il governatore
Intanto il sistema di voto che, stabilito dalla legge Tatarella del 1995, prevede l'elezione diretta del presidente della Regione, con consiglieri compresi nelle liste collegate eletti con sistema proporzionale e premio di maggioranza al candidato vincitore. Dopo l'approvazione del Titolo V della Costituzione, le Regioni hanno ottenuto la facoltà di cambiare il proprio sistema elettorale. Ma Lazio e Lombardia hanno cambiato solo pochi elementi. E' eletto governatore il candidato che ottiene più voti, senza andare al ballottaggio e qualunque sia la maggioranza raggiunta: regola che non prevede il ballottaggio (come avviene per i sindaci dei comuni con più di 15mila abitanti) e che riguarda entrambe le Regioni. Il secondo classificato entra di diritto in Consiglio. Il territorio è suddiviso in collegi provinciali e in ogni collegio il governatore si presenta con le liste a lui collegate.
Come si eleggono i consiglieri in Lombardia
Intanto val bene precisare che è ammesso il voto disgiunto, ovvero il voto a un candidato presidente e a una lista o un candidato di una lista non collegata. Premesso questo, i seggi - in tutto 80, compreso il governatore - vanno assegnati alle liste in proporzione ai voti. In Lombardia c'è una diversa assegnaizone in base alla percentuale di voti ottenuta dal presidente: 55 per cento alle liste collegate al governatore che ottiene meno del 40% delle preferenze. Se quest'ultimo raggiunge invece un risultato oltre questa soglia i seggi delle liste collegate salgono al 60 per cento, con un limite del 70% dei seggi.
L'elezione del Consiglio nel Lazio
Nal Lazio il governatore che ottiene più voti ha diritto a premio di maggioranza di 10 seggi, ripartiti proporzionalmente. Il rischio nel Lazio è che la maggioranza così ottenuta non sia sufficiente a goverare in tutta tranquillità e si verifichi quella che viene definita l'"anatra zoppa", come accaduto a Zingaretti (eletto con il 32,93% delle preferenze) che ottenne solo 24 seggi su 50 (numero di cui è composto il Consiglio a cui si aggiunge il presidente) e una sostanziale difficoltà a governare. Nonostante il possibile risultato "debole", il presidente della Regione non può essere messo in discussione non rispondendo a un voto di fiducia del Consiglio ed essendo eletto direttamente. L'esponente del Pd riuscì a blindare il suo mandato grazie all'appoggio arrivato in un secondo momento dal M5S. Non è consentito un terzo mandato.
La scheda e come si vota
Agli elettori che i recheranno ai seggi verrà consegnata una sola scheda. Il voto si può esprimere in tre modi: croce sul candidato presidente, che non si estende alle liste, segno sul simbolo di una delle liste collegate o sul nome del candidato che si estende anche al governatore. E' possibile come anticipato prima il voto disgiunto - ovvero voto a un governatore e a un candidato o una lista a lui non collegata - e la doppia preferenza di genere, nata per favorire l'ingresso delle donne nelle assemblee rappresentative.
