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Meglio di un sondaggio: fuggi fuggi da Di Maio, Giorgia destinazione finale

Molti parlamentari stanno abbandonando il ministro degli Esteri per approdare a Fratelli d'Italia

Massimiliano Lussanadi Massimiliano Lussana   
Meglio di un sondaggio: fuggi fuggi da Di Maio, Giorgia destinazione finale
Meloni e Di Maio (Ansa)

Nella memoria di ogni ex eletto pentastellato ci sono tre nomi impressi indelebilmente. E sono quelli di Vincenza Labriola, Walter Rizzetto e Marco Zanni.

Chi sono costoro? Si tratta degli unici tre ex parlamentari ed europarlamentari del MoVimento che sono stati rieletti dopo aver lasciato il mondo pentastellato.

Labriola, deputata tarantina, dopo un breve passaggio in Led, un partitino di sinistra durato pochi mesi, è andata in Forza Italia e rieletta sempre con gli azzurri, rimasta nel partito di Berlusconi fino a ieri.

Rizzetto, anche lui dopo qualche giro fra formazioni di ex pentastellati che non hanno avuto futuro, è stato il primo ad andare in Fratelli d’Italia e lì rieletto, fino a diventare referente di Giorgia Meloni nella sua regione, il Friuli-Venezia Giulia, tanto che Roberto Menia – storico esponente della destra triestina – ex missino, ex di An, ex Pdl, ex finiano in Futuro e libertà con l’Italia, ex di un partito con Gianni Alemanno e anche di un altro sovranista con Francesco Storace, è stato candidato in Liguria, dove probabilmente non aveva quasi mai messo piede prima. Insomma, lo spot del paracadutato, che solo la grande tolleranza del coordinatore regionale Matteo Rosso e del suo gemello diverso Gianni Berrino, ha permesso al partito ligure di accettare.

Il terzo, Zanni, era eurodeputato nella scorsa legislatura eletto (con le preferenze) nel MoVimento, poi è uscito lato sovranista, è andato nella Lega ed è stato rieletto, sempre con le preferenze, nel Carroccio alle trionfali europee del 2019 e poi diventato capogruppo delle destre sovraniste di tutta Europa nell’Eurogruppo di Identità e Democrazia e lavora in tandem strettissimo con il capodelegazione leghista a Strasburgo e Bruxelles Marco Campomenosi.

Gli ultimi spostamenti parlamentari

Insomma, per essere rieletti, certamente il 2018 (e il 2019 per il Parlamento Europeo) hanno dimostrato che il centrodestra si dimostra più utile del centrosinistra. Ed è molto interessante vedere a questo proposito gli ultimi spostamenti parlamentari.

Le ultime sedute di Palazzo Madama e di Montecitorio sono state una lunga serie di ringraziamenti e di saluti, una sorta di ultimo giorno di scuola prima di salutarsi e salutare l’aula. Al termine dell’ultima seduta della Camera dei deputati, giovedì scorso, ad esempio, il presidente Roberto Fico, che ha eccezionalmente presieduto l’ultima seduta dall’inizio alla fine, ha scandito “La Camera è convocata a domicilio”, espressione che significa che – qualora i deputati venissero richiamati a Roma – non hanno una data prefissata, ma riceveranno un telegramma in caso di necessità.

Ma lo stesso era successo l’altra settimana al Senato della Repubblica, quando ad annunciare che “il Senato è convocato a domicilio” era toccato alla presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati, ma – complice l’errore sulla norma che aveva tolto il tetto agli stipendi dei supermanager e superboiardi di Stato (oltre che ai militari) e la sua correzione alla Camera – in verità i senatori saranno ulteriormente chiamati a Roma martedì prossimo alle 14,30 per la terza lettura del decreto Aiuti bis, che tecnicamente si chiama “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115, recante misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali”.

Le eterne ultime sedute

Insomma, fra un’ultima seduta – eternamente la penultima, per definizione – e l’altra continuano i cambi di gruppo e quelli di giovedì nell’ultima seduta della Camera sono particolarmente significativi. Tanto che ve li propongo uno per uno, perché si legano perfettamente ai tre nomi di cui sopra e sono il miglior modo di raccontare le elezioni che arriveranno, molto meglio di ogni sondaggio.

Ad annunciare tutto questo è stata nell’ultima seduta di Montecitorio (forse anche l’ultima in assoluto della diciottesima legislatura, ma questo lo vedremo) Federica Daga, esponente di Insieme per il Futuro, il partito di Luigi Di Maio, che oggi si chiama “Insieme per il Futuro-Impegno Civico”, come la lista elettorale insieme a Bruno Tabacci, dopo assemblea del gruppo a Montecitorio, che ha cambiato il nome.

I nomi di chi ha cambiato gruppo

Ed è interessante seguirli nome per nome, passaggio di gruppo per passaggio di gruppo. Giorgio Trizzino, ex pentastellato, che era andato con Azione-+Europa-Radicali italiani, ha salutato sia Calenda che Bonino per andare nel Misto tout court. Antonio Pentangelo, ex azzurro che guarda al Terzo Polo, è passato al Misto.

Matteo Dall’Osso, ex del MoVimento Cinque Stelle, e poi ex di Forza Italia, e poi ex di Coraggio Italia e poi nuovamente in Forza Italia, ha lasciato il gruppo azzurro per la seconda volta per andare nel Misto.

E poi, le due ex azzurre, Vincenza Labriola e Veronica Giannone (eletta nel MoVimento come detto nella scorsa legislatura la prima e nell’attuale la seconda) hanno lasciato Forza Italia, lasciando agli atti di Montecitorio durissime accuse al coordinatore regionale azzurro pugliese.

E infine Francesco Zicchieri, ex del Carroccio, che era andato con i renziani in Italia Viva e oggi ha scelto il Misto.

Fuggi fuggi da Di Maio

Ma i veri movimenti sono quelli di chi molla il ministro degli Esteri Di Maio e di chi guarda a Fratelli d’Italia. O, in qualche caso, entrambe le cose insieme. Partiamo dalla prima categoria, gli ex di Giggino.

Una categoria che aveva avuto come primo aderente il senatore eletto nel collegio uninominale di Nuoro Emiliano Fenu, che ha lasciato il MoVimento Cinque Stelle solo per il tempo di un comunicato stampa, in cui il suo nome era fra quello dei primi sessanta aderenti a Insieme per il futuro, senza mai davvero formalizzare il suo addio e quindi è stato, è e rimane pentastellato a tutti gli effetti.

E il secondo degli addii, stavolta ufficiale e certificato, era stato quello di Vita Martinciglio alla Camera, tornata nel gruppo del MoVimento dopo una manciata di ore.

Antonio Lombardo, deputato ex pentastellato che aveva lasciato il MoVimento per andare nel Misto, e poi a FacciamoEco-Federazione dei Verdi con il Sole che ride, e poi al Misto, e poi a FacciamoEco-Psi, e poi ancora al Misto, e poi a Coraggio Italia e infine a Insieme per il futuro, è tornato nel Misto degli apolidi, senza aderire ad alcuna componente e ha lasciato Gigino.

E insieme a lui Margherita Del Sesto, altra ex pentastellata andata nel Misto dopo un passaggio chez Giggino.

E Gianfranco Di Sarno, ex pentastellato che ha lasciato Insieme per il futuro per andare in Fratelli d’Italia.

Nella categoria di chi va in Fratelli d’Italia, insieme a lui,  gli iscritti dell’ultima ora di legislatura sono Dario Bond, ex azzurro che oggi opta per Giorgia Meloni.

E l’ex azzurro Felice Maurizio D’Ettore, proveniente dalla componente “Italia al Centro” del Misto.

Ma nelle file di Giorgia Meloni, insieme a Rizzetto di cui si è detto, siedono altri ex del MoVimento arrivati durante la legislatura: a Palazzo Madama è arrivata l’ex senatrice pentastellata Tiziana Drago, mentre a Montecitorio sono arrivati l’ex presidente del Potenza, eletto nei Cinque Stelle, Salvatore Caiata e poi Davide Galantino, pure lui ex del MoVimento, e poi ancora, sempre ex pentastellati, Massimiliano De Toma e Rachele Silvestri e poi ancora Giovanni Russo, ex grillino campano.

Funziona meglio di un sondaggio: Giggino sta calando, Giorgia sta crescendo.   

Massimiliano Lussanadi Massimiliano Lussana   
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