Per combattere e sconfiggere il cancro gli scienziati devono prendere in considerazione strategie sempre nuove. Ed è proprio con l’utilizzo di nuove tattiche che un gruppo di ricercatori della Okayama University, in Giappone, ha scoperto la possibilità di somministrare i farmaci direttamente nelle cellule del cancro. La pratica, che sta diventando uno dei metodi più comuni per combattere la malattia, è stata usata dal team nipponico, guidato dal professor Toshiyoshi Fujiwara, per veicolare i medicinali attraverso gruppi di cellule immunitarie appositamente create per trasportare sostanze biologiche: farmaci di origine naturale, come ad esempio i virus. La nuova strategia, spiega Fujiwara, si basa su fenomeni di “infiltrazioni cellulari” grazie ai quali una cellula ne invade un’altra. Gli scienziati della Okayama University, come anche i colleghi di altre università giapponesi, si sono serviti di questo comportamento cellulare per dar vita ad un sistema efficiente capace di prendere di mira il tumore, utilizzando una nuova linea di cellule T umane chiamate HOZOT che, in modo naturale, si infiltrano nelle cellule del cancro.
Nuove armi nelle mani dei ricercatori
I risultati di questo studio, evidenziano gli stessi autori della ricerca, potrebbero ispirare molte applicazioni nella lotta contro diversi tipi di cancro. Le cellule HOZOT sono di fatto tossiche, ma per le sole cellule tumorali: non attaccano infatti i tessuti sani. Si infiltrano nelle cellule malate e le distruggono dall’interno. Il team di Fujiwara ha ipotizzato che questo meccanismo possa risultare utile per veicolare farmaci biologici. In questo caso, i ricercatori hanno sviluppato un adenovirus (OBP-401 / F35) che si diffonde rapidamente all’interno del tumore, uccidendolo dall’interno. Nella sperimentazione le cellule HOZOT caricate del virus, si comportavano allo stesso modo delle line di cellule HOZOT libere dal virus e il team le ha utilizzate nella sperimentazione contro varie cellule tumorali umane, tra cui il cancro del colon. I vettori HOZOT hanno ridotto significativamente la vitalità delle cellule tumorali umane e soppresso la formazione di nuove sfere tumorali. Ulteriori prove sui topi portatori di tumore hanno dimostrato un aumento dei tassi di sopravvivenza rispetto ai topi non trattati con il metodo HOZOT. I vettori HOZOT, inoltre, sembrano impedire l’attacco al virus trasportato da parte del sistema immunitario dell’ospite, che riconosce il virus solo quando si presenta privo della protezione cellulare HOZOT.
Medicinali vengono protetti dalle cellule Hozot
“La proprietà esclusiva delle cellule HOZOT - spiegano i ricercatori - fornisce una piattaforma per la consegna selettiva di farmaci biologici nelle cellule tumorali umane, un risultato che ha importanti implicazioni per il trattamento dei tumori umani”. L’idea di valorizzare le difese proprie del sistema immunitario del corpo contro i tumori ha fornito agli scienziati l’ispirazione di indagare una nuova e mirata modalità di consegna dei farmaci usando cellule del sistema immunitario. La nuova linea di cellule HOZOT è stata ottenuta dal sangue del cordone ombelicale umano. Altre strategie simili sono state già messe in atto da altri gruppi di ricerca. Tra queste, ad esempio, vi sono le cellule staminali che si sono dimostrate però incapaci di invadere le cellule tumorali, caratteristica oggi unica delle cellule HOZOT.
Sperimentazione ancora lunga
Poiché molti trattamenti contro il cancro sono già stati realizzati utilizzando adenovirus che attaccano e uccidono i tessuti nocivi, molti malati di cancro hanno sviluppato un certo grado di immunità rispetto a tali vettori virali. Questo è un altro motivo per cui l’utilizzo di cellule HOZOT si è dimostrato più efficace: il virus è protetto all’interno della cellula e la risposta immunitaria dell’ospite di rilasciare anticorpi neutralizzanti per indirizzare il virus non viene attivata. Secondo i ricercatori la nuova strategia può rivelarsi utile in combinazione con l’immunoterapia. I ricercatori continueranno ad esplorare il potenziale delle cellule immunitarie nella somministrazione di farmaci biologici per il trattamento dei tumori umani.