"La riforma fiscale di Trump è un furto”. Ecco come vengono stravolte le aliquote
Il presidente americano ha annunciato una rivoluzione, la più importante dai tempi di Ronald Reagan. Tiscali.it ha chiesto un parere al noto giornalista Alan Friedman.
Donald Trump ha mantenuto la promessa elettorale: il suo piano di riforma fiscale, se approvato dal Congresso, sarebbe l’intervento più importante dai tempi di Ronald Reagan a metà degli anni ’80. Una vera e propria rivoluzione che ridisegna profondamente il sistema delle aliquote e delle deduzioni fiscali di aziende e persone fisiche.
Per le imprese la corporate tax calerà dal 35 al 20%. Le multinazionali potranno pagare una una tantum sui profitti accumulati all’estero e non dichiarati. Le aliquote per famiglie e single passeranno da 7 a 4. Per i ceti medi le deduzioni standard saranno raddoppiate. Come in ogni riforma fiscale che si rispetti ci sono vincitori e perdenti. Per capire chi sono Tiscali.it ha parlato con il noto giornalista e saggista americano Alan Friedman, autore del libro Questa non è l’America.
Un regalo per i ricchi
“E’ una riforma che ruba ai poveri e al ceto medio per premiare i ricchi. E’ assolutamente asimmetrica e aggressiva verso lo stato sociale e verso la parte meno benestante. Non è una riforma è un regalo ai ricchi punto e basta” ha affermato Friedman bocciando senza misure il piano disegnato dal presidente americano.
Solita politica a favore di Wall Street e Goldman Sachs
“Questa – ha proseguito - è una legge finanziaria irresponsabile che continua la politica di Trump di premiare Wall Street, Goldman Sachs e i soliti noti. Potrebbe creare un debito aggiuntivo di 1500 miliardi di dollari sopra quello attuale che è già troppo elevato”.
Tagli alla sanità ben oltre l'Obamacare
Il finanziamento della riduzione delle tasse “potrebbe portare a tagli della sanità che vanno bel oltre l’abolizione dell’Obamacare. In 10 anni verrebbero meno quasi 1000 miliardi dollari per la sanità agli anziani” ha aggiunto il noto giornalista.
Effetti sulla crescita solo nel breve periodo
Queste riforme potrebbero stimolare la crescita economica? "Nel breve periodo, diciamo nei prossimi 2 o 3 anni, l'impatto potrebbe essere positivo ma il piano è rischioso sul fronte dei conti pubblici e soprattutto è ingiusto" ha risposto Friedman.
Powell nominato da Trump alla guida della Fed
Poco prima di presentare il nuovo piano fiscale il presidente degli Stati Uniti si è reso protagonista di un altro importante cambiamento per l’economia americana, la sostituzione, dopo appena 1 mandato, della presidentessa della Federal Reserve Janet Yellen con Jerome Powell.
Nuovo banchiere centrale è un uomo di business
“Trump – ha spiegato Friedman - vuole smantellare le cose fatte da Obama per motivi molto piccoli. Powell è stato già membro del consiglio della Fed, perciò rappresenta comunque una forma di continuità. A differenza di Yellen e del predecessore Bernanke non è un economista ma un ex banchiere. E’ un uomo di business che avrà un atteggiamento più favorevole nei confronti di Wall Street ma non è una nomina che preoccupa. Poteva andare decisamente peggio”.