[Il punto] Reddito di cittadinanza, dal diritto a rifiutare il lavoro alle spese verificabili: le ultime novità
A una settimana dall’avvio delle domande per avere il sussidio (6 marzo) Palazzo Madama approva alcuni emendamenti che introducono delle novità. Di seguito quelle principali. Quando si può rifiutare l’offerta di lavoro.

Si avvicina la fatidica data del 6 marzo, quando le domande per avere il reddito di cittadinanza potranno cominciare ad essere presentate. Sulla misura sono arrivate però delle modifiche. Il Senato ha infatti introdotto dei cambiamenti sulla normativa originaria nel cosiddetto Decretone che contiene la regolamentazione anche di Quota 100 sul sistema pensionistico. Palazzo Madama ha detto sì al provvedimento che contiene le due misure bandiera del reddito di cittadinanza e di quota cento oggi. Il via al Decretone è arrivato con 149 voti favorevoli, 110 no e quattro astenuti. Ora il provvedimento passa alla Camera. La tensione è esplosa più volte durate la seduta, con tanto di interruzione dei lavori.
I requisiti per avere il beneficio sono: avere cittadinanza italiana, europea o risiedere in Italia da almeno 10 anni, gli ultimi 2 in via continuativa. Quanto al reddito: Isee inferiore a 9.360 euro annui; patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa di abitazione, fino ai 30mila euro annui; patrimonio finanziario non superiore a 6mila euro che può giungere fino a 20mila euro per le famiglie con disabili. Le domande potranno essere presentate agli uffici postali, per via telematica o tramite i Caf.
Ma quali sono le novità?
Vengono prima di tutto confermate alcune disposizioni già passate in Commissione Lavoro di recente, in particolare quella che impone agli stranieri di esibire documentazione sullo stato di famiglia del loro Paese ma con la traduzione in italiano.
Altro elemento nuovo riguarda l’Inps. L’Istituto di previdenza è incaricato di varare il modulo di domanda per il Rdc dopo aver sentito però il ministero del Lavoro e il Garante della privacy. L'Inps ha per altro ritenuto opportuno fare alcune precisazioni a proposito del reddito di cittadinanza. "In relazione ad alcune notizie diffuse sugli organi di informazione riguardo al Reddito di cittadinanza - si legge in una nota stampa - l’Inps ritiene importante precisare che sono state già realizzate le procedure informatiche che consentiranno la ricezione delle domande dal 6 marzo e che l’Istituto sarà in grado di trasmettere a Poste il flusso degli ordinativi di accreditamento sulle carte Rdc già dal 15 aprile. Si smentisce quindi che vi sia alcun ritardo nella predisposizione delle procedure, che anzi si stanno ultimando in anticipo rispetto ai tempi programmati".
Il limite degli 850 euro
Confermata altresì la norma per cui l’offerta di lavoro ai percettori di reddito non dovrà comportare una retribuzione inferiore agli 858 euro, altrimenti il beneficiario potrà rifiutare.
Alcune altre disposizioni da tenere in considerazione riguardano le famiglie con disabili. In questo caso l’offerta di lavoro verrà ritenuta congrua se la distanza non è oltre i 100 chilometri da casa. I nuclei con figli minori invece avranno un’altra garanzia: l’offerta di lavoro non potrà riguardare lavori da svolgere oltre i 250 chilometri dal luogo di residenza.

Monitoraggio delle spese, dimissioni e navigator
Una modifica di un certo rilievo riguarda il monitoraggio delle spese effettuate tramite la card che verrà messa a disposizione dei beneficiari del reddito. Potranno essere verificate solo le somme spese complessivamente. In pratica, a tutela della privacy, la lente statale potrà concentrarsi sui “soli importi complessivamente spesi e prelevati” e non su ogni singola voce delle spese fatte con la card del reddito di cittadinanza.
Viene invece ribadito l’obbligo della disponibilità a lavori socialmente utili, per un minimo di 8 ore settimanali (massimo 16 ore) per chi percepirà il sussidio. Una volta avuto il riconoscimento del reddito di cittadinanza l’interessato dovrà dichiarare, entro 30 giorni, l’immediata disponibilità a svolgere lavoro tramite la piattaforma digitale apposita, i patronati o i Centri per l’impiego.
A questo si lega anche il capitolo che riguarda l’assunzione dei cosiddetti navigator che dovranno sostenere i fruitori del beneficio nella ricerca di un posto di lavoro. Tali assunzioni dovranno avere l’assenso della Conferenza Stato-Regioni. Passa inoltre un emendamento proposto da Leu che in sostanza allarga la possibilità di godere degli incentivi alle aziende per l’assunzione di titolari di reddito di cittadinanza anche in caso di contratti di apprendistato e non più soltanto per lavori a tempo pieno e indeterminato.
Palazzo Madama ha stabilito ancora che, nel caso di un componente di una famiglia dimessosi volontariamente dal lavoro , perderà il diritto al reddito di cittadinanza il solo interessato. Potranno invece averlo gli altri componenti il nucleo familiare.
Da segnalare anche le misure introdotte per arginare il rischio dei cosiddetti furbetti. Sono infatti previsti più controlli sui casi di separazione e divorzio successivi al 1 settembre 2018. Riguardo a tali casi la polizia municipale dovrà certificare l’effettivo cambio di residenza.
Per quanto riguarda la pensione di cittadinanza, la richiesta potrà essere fatta anche attraverso i patronati e gli istituti di assistenza sociale.