Bonus, conguagli e rivalutazioni: da ottobre a gennaio raffica di aumenti per le pensioni. Date e cifre
Si parte da ottobre con l’adeguamento dell’importo all’andamento dei prezzi, poi a novembre arriva il bonus una tantum da 150 euro e il conguaglio della rivalutazione. Tredicesima più alta a dicembre e maxi rivalutazione a gennaio.

Le pensioni dei prossimi mesi, a partire da ottobre e fino a gennaio 2023, subiranno un incremento crescente. Tante le novità, alcune introdotte dai decreti Aiuti bis e ter, con misure straordinarie e ordinarie che culmineranno nella maxi rivalutazione dell’assegno prevista per il primo mese del nuovo anno. Si parte da ottobre con l’adeguamento dell’importo all’andamento dei prezzi, poi a novembre arriva il bonus una tantum da 150 euro e il conguaglio della rivalutazione. Tredicesima più alta a dicembre e maxi rivalutazione a gennaio.
Ad ottobre ci sarà l’anticipo, deciso dal decreto Aiuti bis, del meccanismo di adeguamento dell’importo all’andamento dei prezzi. Tenendo conto dell’inflazione, il governo Draghi ha individuato una percentuale parziale e provvisoria del 2% da applicare sugli assegni nell’ultimo trimestre dell’anno, da ottobre a dicembre 2022. La misura però interessa solo le pensioni d’importo annuo non superiore a 35 mila euro, quindi con un importo mensile lordo inferiore a 2.692 euro. Per chi rispetta questo requisito, il cedolino verrà aumentato del 2%. Per esempio, una pensione di 1.000 euro riceverà un aumento lordo di 20 euro, una di 1.500 euro avrà 30euro in più, 40 euro spetteranno a chi percepisce 2.000 euro, mentre con 2.500 euro l’incremento sarà di 50 euro
Il decreto Aiuti bis ha inoltre deciso di anticipare a novembre il conguaglio della rivalutazione attuata il 1° gennaio 2022. L’Inps ha aumentato le pensioni per un tasso provvisorio dell’1,7%, ma in realtà quello definitivo è stato dell’1,9%. Pertanto il conguaglio per il calcolo della perequazione delle pensioni è stabilito nello 0,2%. Una pensione da 1.000 euro, per esempio, godrà dello 0,2% in più pari a circa due euro, che sommati agli arretrati da gennaio a ottobre portano un aumento di circa 20 euro
Sempre a novembre, il nuovo decreto Aiuti ter ha introdotto un bonus una tantum da 150 euro netti. L’indennità è stata prevista, anche in questo caso, tenendo conto dell’aumento dei prezzi dovuto all’inflazione. Spetterà però solo a coloro che rispettano il requisito reddituale di stare entro i 20mila euro lordi annui nel 2021 (reddito Irpef al netto di contributi previdenziali e assistenziali)
A dicembre arriva l’attesissima tredicesima, ma nel 2022 l’importo sarà più alto perché vi si aggiungerà l’anticipo della rivalutazione scattato a ottobre. Ovvero, a chi ha una pensione fino a 2.692 euro lordi, spetterà un aumento del 2% dell’importo della tredicesima. Nei casi in cui l’assegno è inferiore al trattamento minimo pari a 6.816,55 euro, alla tredicesima si aggiungerà un bonus da 154,94 euro. L’incentivo spetterà, in misura parziale, anche a coloro che hanno un reddito compreso tra 6.816,55 euro e lo stesso maggiorato dell’importo del bonus, quindi 6.971,49 euro. In base all’ammontare del reddito, il bonus corrisponderà alla cifra mancante per arrivare a 6.971,49 euro
Infine a gennaio 2023 arriverà la maxi rivalutazione che tiene conto del tasso d’inflazione accertato dall’Inps. Secondo le stime, la quota dovrebbe superare di poco l’8%. La rivalutazione di inizio anno nuovo riguarderà tutti i pensionati, a prescindere dall’ammontare dell’importo dell’assegno, ovvero, saranno interessati anche coloro che ricevono un cedolino superiore a 2.692 euro
La rivalutazione, però, sarà solo parziale al di sopra di un certo importo. Il 100% spetterà solo a chi percepisce una pensione fino a 4 volte il trattamento minimo, quindi 2.097 euro. Chi riceve un assegno tra le 4 e le 5 volte, fino a un massimo di circa 2.621 euro, avrà un ricalcolo del 90%. Sopra le 5 volte la rivalutazione sarà pari al 75% del tasso rilevato
Dagli assegni che hanno goduto dell’anticipo della rivalutazione, si sottrarrà il 2% applicato a ottobre. Per esempio, posto che l’stat rilevi un tasso di rivalutazione dell’8%, l’assegno da gennaio 2023 subirà un ricalcolo con un incremento del 6%. Per esempio, una pensione di 1.000 euro, già aumentata di circa 20 euro a ottobre, salirà di ulteriori 60 euro