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Povertà estrema: una condizione che oggi affligge quasi 700 milioni di persone

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Povertà estrema: una condizione che oggi affligge quasi 700 milioni di persone

Attualmente nel mondo l’8,5% della popolazione mondiale si trova in condizioni di povertà estrema.

Questo è il quadro che si delinea guardando agli ultimi dati diffusi dalla Banca Mondiale, secondo la quale dunque quasi 700 milioni di persone oggigiorno vivono con meno di 2,15 dollari al giorno. Si tratta della soglia stabilita e aggiornata periodicamente proprio da quest’agenzia internazionale per indicare condizioni di indigenza che non permettono di accedere a tutti quei bisogni riconosciuti come essenziali.

Le conseguenze della povertà estrema hanno un impatto significativo per le intere comunità, ma tra i più colpiti ci sono senza dubbio i bambini, essendo una categoria maggiormente soggetta a rischi quando le condizioni di vita sono particolarmente critiche. 

Gli effetti più gravi della povertà estrema sui bambini

Non avere le risorse economiche per provvedere ai bisogni essenziali può significare innanzitutto soffrire la fame.

In particolare, il diritto al cibo attualmente viene negato a circa 181 milioni di bambini sotto i 5 anni, che vivono in condizioni di povertà alimentare grave. Questi bambini stanno subendo una violazione inaccettabile del loro diritto al cibo e alla nutrizione.

Oltre alla mancanza di cibo, la povertà estrema in diversi Paesi del Sud del Mondo spesso non garantisce nemmeno l’immediato accesso all’acqua potabile. Una situazione che, spesso, determina il consumo di acqua non sicura, con l’insorgenza di malattie o epidemie che, soprattutto nei più piccoli, possono avere anche conseguenze fatali. In altri casi, invece, i bambini vengono incaricati di intraprendere i lunghi cammini, talvolta di 4-5 ore, necessari per raggiungere le fonti di acqua potabile più vicine: un compito gravoso dal punto di vista fisico.

Infine, tra gli effetti più gravi legati alle condizioni di indigenza c’è il mancato accesso alle cure mediche: una situazione che di frequente comporta l’insorgenza di complicazioni, di diversa entità, anche quando a insorgere sono malattie facilmente curabili.

Le altre conseguenze di vivere in condizioni di indigenza

Oltre al mancato accesso ai bisogni essenziali, la povertà estrema può determinare nella vita dei più piccoli altre conseguenze impattanti, soprattutto per quello che riguarda il loro futuro.

Senza dubbio, uno dei fenomeni più significativi è quello del lavoro minorile, che al momento interessa 160 milioni di bambini in tutto il mondo, costretti per esempio a stare nei campi, nelle miniere o nelle fabbriche in condizioni disumane. Molto spesso, lo sfruttamento minorile va di pari passo con l’abbandono scolastico, un’altra conseguenza della povertà estrema particolarmente avvertita in Paesi come Bangladesh, Cambogia, Nepal, ma anche Ruanda, Zimbabwe e Kenya.

A causa dell’indigenza, inoltre, in molti Paesi è particolarmente diffuso il fenomeno dei matrimoni precoci: ogni anno, per non gravare sulle famiglie, più di 12 milioni di bambine sono costrette ad abbandonare gli studi per sposarsi contro la loro volontà con uomini molto più grandi. Vincolate a una vita di abusi, alcune sono sottoposte anche alle mutilazioni genitali, una pratica lesiva, devastante per la salute fisica e mentale, che molto spesso può condurre alla morte. 

Come contrastare la povertà estrema e garantire un futuro migliore ai bambini

Eliminare le condizioni di indigenza che interessano molti Paesi a Sud del Mondo al giorno d’oggi è una vera e propria priorità, tanto da essere al momento il primo obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel 2015 dai Paesi membri dell’ONU.

Un impegno che è andato ad affiancarsi a quello che da sempre contraddistingue le organizzazioni internazionali indipendenti, che contribuiscono concretamente con una serie di iniziative, programmi di sostegno e progetti. A questo proposito, tra le realtà maggiormente impegnate nel contrastare gli effetti della povertà estrema sui bambini è possibile annoverare ActionAid, attiva da oltre 35 anni in 71 Paesi del mondo.

Grazie ai programmi di adozione a distanza, ActionAid garantisce l'accesso al cibo, all'acqua pulita e a migliori condizioni igienico-sanitarie, contribuendo così anche a ridurre la diffusione di malattie infettive e il tasso di mortalità infantile.

L’adozione a distanza inoltre contribuisce a contrastare l’abbandono scolastico, riducendo i problemi culturali che opprimono intere popolazioni, il lavoro minorile e il fenomeno dei matrimoni precoci.

In questo modo, è dunque possibile restituire ai bambini il diritto all’infanzia, così come favorire la conquista di nuove opportunità e la possibilità di un futuro di emancipazione. 

 

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