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[Il punto] Italiani sempre più poveri, dal 2008 potere d’acquisto crollato: solo in due stanno peggio di noi

Tra il 2008 e il 2017 è sceso dell’8,7%. Peggio solo Cipro e Grecia. In quasi tutti gli altri Paesi Ue sono stati recuperati o oltrepassati i livelli precedenti alla crisi. Decisivi per la nostra scarsa performance “carenza di investimenti pubblici e fisco”

Ignazio Dessìdi I. Dessì   
Nel decennio giù il potere d'acquisto in Italia
Nel decennio giù il potere d'acquisto in Italia

La situazione degli italiani dal 2008 ad oggi, dal punto di vista del potere d’acquisto, ovvero di quel parametro che stando ad Eurostat identifica la quantità di beni e servizi che un cittadino può acquistare con un determinato reddito in un certo momento, rimediando così agli effetti negativi dell’inflazione, non è mai migliorata. Dall’anno della crisi, avvio della grande recessione, l’Italia ha perso, nel decennio che arriva fino al 2017 almeno l’8,7 per cento. Lo evidenzia il Centro Studi ImpresaLavoro fotografando una situazione per cui solo Cipro, col – 15,4%, e Grecia, col -30,8%, hanno saputo fare peggio di noi. A questo si aggiunga, per altro, che per quanto concerne il reddito pro capite, in quel periodo di tempo abbiamo perso in media 2.400 euro a testa.

Lo studio di Impresa Lavoro

A dare uno sguardo alla scheda pubblicata dal Centro Studi Impresa e Lavoro ed elaborata su dati Eurostat, dal titolo “Variazione del reddito reale disponibile delle famiglie, anni 2008-2017 (2008=100)”, nell’ambito Ue solo in pochi hanno al momento redditi reali inferiori a quelli del 2008: Portogallo, Irlanda, Belgio, Austria, Croazia e Spagna.

La scheda Centro Studi Impresa Lavoro

L'exploit dei Paesi dell'Est

Tutti gli altri hanno recuperato o addirittura superato la situazione precedente alla crisi. Si distinguono in particolare alcune realtà dell’Europa dell’Est che possono vantare balzi superiori al 20%, basti pensare a Bulgaria, Romania e Polonia. Ma anche i nostri tradizionali competitor storici vantano comunque una percentuale di crescita. In  Germania, per fare un esempio, nello stesso decennio il potere d’acquisto è salito dell’8,5%. Mentre in Francia hanno goduto di una crescita del 3,4% e in Inghilterra del 2,7%.

Italiani più poveri

Ma cosa significa questo in concreto? Bisogna tener presente che la mancata crescita del potere d’acquisto comporta che i portafogli delle famiglie italiane si sono sostanzialmente impoveriti. Secondo l’Istat, dal 2008, le famiglie avrebbero perso complessivamente qualcosa come 70 miliardi di euro del proprio reddito disponibile. Di conseguenza ci sarebbe stata una riduzione notevole dei consumi e dei risparmi.

"Carenza di investimenti"

A cosa si può addebitare la performance negativa del nostro Paese? A leggere le dichiarazioni del presidente del Centro Studi, Massimo Blasoni, molto avrebbero influito nella facenda “la carenza di investimenti pubblici e l' oppressione fiscale e legislativa”. Questo avrebbe infatti "ostacolato gli sforzi delle aziende e il rilancio dell’economia".

Una situazione poco encomiabile insomma. “Trovare il nostro Paese agli ultimi posti anche di questa classifica preoccupa, soprattutto perché fotografa l’avvenuto impoverimento degli italiani e spiega la difficile ripresa dei nostri consumi interni”, osserva Blasoni.

Senza contare la carenza di occupazione, soprattutto per i giovani, e la spinta alla precarizzazione, conseguenze anche di questo stato di cose. Bisogna quindi invertire il trend. In questi 10 anni il ritmo di crescita italiano è stato nettamente insufficiente e se procederà a questo passo potrà tornare ai livelli ante 2008 solo nel 2026.

Ignazio Dessìdi I. Dessì   
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