[Il punto] Quota 100 con paletti e le quattro finestre di uscita: ecco come si potrà andare in pensione anticipata
Si pensa già a quota 100 assoluta per il futuro. Il taglio delle pensioni d'oro e la prooroga di Ape social e opzione donna. Il divieto di cumulo con redditi da lavoro

Sul fronte pensionistico le misure introdotte dal governo col Disegno di legge di Bilancio (DDL) sembrano abbastanza delineate. Ci riferiamo ovviamente a Quota 100, pensione di cittadinanza a 780 euro e taglio delle pensioni d’oro. Vediamo allora di riepilogare i punti fondamentali della riforma del provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri che dovrebbe approdare in Parlamento domani per l’approvazione.
Quota 100
In sostanza si potrà lasciare “anticipatamente” il lavoro quando si hanno due requisiti: i 62 anni di età e i 38 anni di contributi (62 + 38 = 100, appunto). Da tener presente che l’avere i 38 anni di contributi resta condicio sine qua non per l’accesso al pensionamento. Quindi chi ha più di 62 anni di età dovrà aspettare di maturare i 38 anni di contributi. Di conseguenza potremmo dire che la quota diventa 101 (63 + 38), 102 (64 + 38) e così via.
Si potrà in ogni caso continuare a godere del pensionamento al raggiungimento dei 67 anni di età, a patto di aver versato almeno 20 anni di contributi.
Ovviamente i più avvantaggiati dalla nuova normativa saranno i fortunati che hanno appena maturato i due requisiti dei 62 anni e dei 38 anni di contributi, perché rispetto alla legge Fornero (67 anni per la vecchiaia e 43 anni e tre mesi di contribuzione per il pensionamento al di là dell’età) potranno pensionarsi 5 anni prima. Per altri poco cambierà. Prendiamo l’esempio di un lavoratore che ha oggi 60 anni e 30 anni di contributi: tra 5 anni avrà 65 anni e 35 anni di versamenti contributivi, il che farebbe come somma 100, ma non potrà comunque andare in pensione perché non avrà i 38 anni di contribuzione, dunque dovrà aspettare di compiere i 67 anni per lasciare il lavoro. Più o meno come avrebbe dovuto fare con la Fornero insomma. Questo ovviamente salvo modifiche delle regole attuali.
Le quattro finestre
Con il documento inviato a Bruxelles (Draft Budgetary) l’esecutivo ha fatto sapere che il pensionamento sarà comunque attuabile attraverso quattro finestre. "La soglia minima per il pensionamento anticipato - si legge - è di 62 anni di età e 38 anni di contributi, a cui si potrà accedere tramite quattro finestre l'anno". In pratica ci si riferisce al periodo che va dalla maturazione del diritto all’effettivo addio al lavoro. Dunque si deve pensare a una decorrenza quantomeno trimestrale rispetto al momento di maturazione dei requisiti pensionistici. Facendo riferimento a esperienze precedenti, con i requisiti maturati entro il 1 gennaio si dovrebbe accedere al pensionamento il 1 aprile, chi raggiunge i requisiti tra il primo aprile e il 30 giugno dovrebbe incassare l’assegno a luglio, e via di questo passo. Per una maggior precisione bisognerà comunque aspettare maggiori dettagli sui meccanismi introdotti.

Il governo giallo verde ha tuttavia precisato che quota 100 scatterà da febbraio 2019, e in attesa di poter leggere gli articoli della legge (al momento non ancora presentata) si può arguire una cosa: le domande per usufruire del pensionamento potranno essere presentate a partire da quel mese. Del resto l’Inps avrà bisogno di prepararsi ed emanare una circolare applicativa.
Cumulo vietato
Dovrebbero essere circa 380mila i lavoratori interessati nel 2019 al pensionamento. Di questi quasi 150mila dovrebbero essere dipendenti pubblici. Da considerare però che non tutti potrebbero accettare il pensionamento. Si tratta infatti di una scelta volontaria ed è prevedibile che ci sia chi non è interessato al pensionamento anticipato. Molti valuteranno la convenienza. Infatti uscendo prima, l’ammontare dell’assegno pensionistico diminuirà un po’ in ragione dei minori contributi versati. Da ricordare inoltre che i beneficiari di Quota 100 non potranno cumulare altri introiti da lavoro con la pensione.
Ape social e opzione donna
Sarà prorogata l’Ape social e l’opzione donna. In quest’ultimo caso il governo ha chiarito che la normativa consentirà alle donne lavoratrici con 58 anni, se dipendenti, o 59 anni, se autonome, purché abbiano 35 anni di contributi, di accedere al pensionamento.
Pensioni d'oro
Infine il taglio delle pensioni d’oro. Le forbici dovrebbero agire nei confronti degli assegni superiori a 4500 euro netti mensili. L’obiettivo dovrebbe essere quello di realizzare un miliardo di risparmi in tre anni. Sembra che il metodo del ricalcolo contributivo ipotizzato dai pentastellati si scontri con problemi tecnici e non assicuri il raggiungimento di quella cifra. Si starebbe valutando allora un sistema di raffreddamento progressivo dell’indicizzazione delle pensioni al costo della vita, dalle conseguenze particolarmente penalizzanti per le pensioni più elevate.
Verso quota 100 assoluta
In ogni caso questa Quota 100 con i paletti di cui abbiamo parlato sopra potrebbe essere il primo passo verso una Quota 100 assoluta. Come ha spiegato il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari a Radio Anch’io, su Radio Rai1, attualmente “assicurare quota cento in assoluto, ad esempio 60 e 40, sarebbe costata troppo, quindi non è stato possibile approvarla, dati i limiti di spesa”. Tuttavia “questo di 62 e 38 è un primo passo verso quota cento assoluta".