[Il punto] Prima ondata di pensioni con Quota 100: la sorpresa delle regioni in testa e la misera quota femminile
Coinvolti almeno 26.831 neo-pensionati, di questi 23.966 sono maschi. Quanto prendono. In Lombardia il maggior numero di pensionati, seguono Lazio e Sicilia. Previsti altri 50mila pensionamenti entro maggio. Cosa succede nel settore pubblico
L’operazione Quota 100 (divenuta legge dal 27 marzo) con l’arrivo di aprile entra nel vivo. L’Inps comincerà infatti a erogare l'assegno alla prima tranche di fortunati proprio dal 1 aprile. Stando a quanto pubblicato dal Sole 24 Ore saranno coinvolti 26.831 beneficiari. A destare una certa sorpresa sono alcune evidenze: a lasciare il lavoro con questa prima ondata saranno soprattutto uomini e residenti nel Nord.
In testa come regione con più neo-pensionati si piazza la Lombardia con 3.844 persone pronte a presentarsi agli sportelli per riscuotere. A ruota segue il Lazio con 2.566 uscite. A godere dei pensionamenti con 62 anni di età e 38 di contributi saranno in maniera rilevante tuttavia anche la Sicilia (con più di 2.000), la Campania e la Puglia (con oltre 1.700).
Poche le donne
Risultano invece in minoranza le nuove pensionate. Sarebbero solo il 10,7 per cento le donne in condizione di imboccare la via del pensionamento. I motivi della prevalenza maschile (89,3%) sarebbero intuibili: il requisito dei 38 anni di contributi continuativi non favorirebbe l’emisfero femminile, tradizionalmente esposto a maggiori difficoltà nel mettere insieme un solido percorso contributivo. Mentre gli uomini hanno una vita contributiva più sostanziosa, maturata specie nelle medie e grandi aziende del Settentrione.
In soldoni il dato fornito dal giornale economico è illuminante: su 26.831 nuovi assegni che l’Istituto Nazionale di Previdenza corrisponderà in questi primi giorni di aprile, 23.966 andranno a pensionati di sesso maschile. Un motivo per riflettere su certe incongruenze evidenti nel nostro mercato del lavoro.
Quanto prendono
Ma quanto prenderanno i fortunati vincitori della lotteria di Quota 100? In genere la cifra dovrebbe aggirarsi nel 45 per cento dei casi dai 1.000 ai 1.500 euro lordi, mentre nel 34 per cento delle volte si parla di assegni compresi tra 1.500 e 3.000 euro. E questo tenendo presente che, con l’anticipazione fino a 5 anni, questa fascia di pensionati finisce col prendere meno di quanto prenderebbe se continuasse a lavorare e versare. In relazione all’età viene precisato come un quarto circa di essi lasci il lavoro con i 62 anni minimi, mentre circa il 50 per cento con una età tra i 63 e i 64.
Potrebbero arrivare a 50mila
Il primo blocco di pensionamenti di aprile potrebbe essere seguito presto da altri, e tra aprile e maggio le nuove pensioni potrebbero arrivare a oltre 50mila. L’Inps avrebbe infatti già accolto 34mila domande e si prepara attraverso le istruttorie in corso a consentire l’uscita dal lavoro ad altre due tranche di lavoratori: una prima entro la decade del mese in corso, l’altra tra il 20 e il 29. Si tratta in tutti i casi di lavoratori del settore privato che hanno maturato i requisiti entro dicembre del 2018.
I dipendenti pubblici
Per quanto concerne i dipendenti pubblici la prima finestra disponibile è quella del 1 agosto. I quotisti della scuola invece andranno in pensione a settembre. E nell’occasione, con questi pensionamenti pubblici, crescerà probabilmente la percentuale delle fuoriuscite femminili.
Precoci e Ape social
Intanto l’Inps continua a operare per evadere le pratiche relative a Quota 100 ma anche per consentire il pensionamento dei lavoratori precoci. Pare abbia già vagliato 10mila domande di lavoratori con 41 anni di contributi all’attivo. Sarebbero poi in atto le verifiche per la concessione dell’Ape social. La prima scadenza per la presentazione della domanda era per il 31 marzo. Le altre due date di scadenza saranno quelle del 15 luglio e del 30 novembre. Tutto ciò in un quadro dove con la pubblicazione in G.U della legge di conversione del decreto pensioni si è oramai consolidato l’assetto normativo in materia.
Da ricordare
Non sarà inutile riepilogare in breve alcuni aspetti fondamentali della nuova normativa di Quota 100. Da tener presente che dal 1 aprile potranno fruire del pensionamento i dipendenti privati con almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre 2018. Chi invece ha raggiunto i requisiti dopo il 1 gennaio 2019 dovrà rispettare una finestra di tre mesi. Per esempio se uno ha maturato il requisito a marzo 2019 dovrà aspettare fino a giugno per andare in pensione. Chi arriva a maturare il requisito a ottobre di quest’anno dovrà invece attendere fino a gennaio 2020.
E i dipendenti pubblici? Da tener presente, in primo luogo, che quanti hanno maturato i requisiti entro il 31 marzo 2019 avranno diritto ad andare in pensione a luglio. Per chi li matura dopo occorre tener conto di una finestra di 6 mesi. Per fare un esempio, chi matura a maggio i 62 anni anagrafici e i 38 di contribuzione potrà pensionarsi a novembre.
Da tener presente inoltre che i dipendenti pubblici devono presentare la domanda di pensionamento alla amministrazione di appartenenza dando preavviso almeno 6 mesi prima.
Per tutti: una volta arrivato il momento della decorrenza della pensione scatta il divieto di cumulo con altri redditi che nel caso di Quota 100 vale fino all’età della vecchiaia, ovvero a 67 anni (da qui al 2020).