Pensioni, l’Inps: “Nessun buco nei conti dai condoni, ma solo crediti inesigibili e svalutati"
All’indomani della delibera del Civ, i vertici dell’Istituto di previdenza chiariscono che l’eliminazione dei crediti contributivi è stata fatta secondo criteri contabili e normativa vigente

“Non sussiste nessun buco a causa dei condoni nei conti dell'Inps”. E’ quanto ribadiscono il presidente, il consiglio di amministrazione e il direttore generale dell'Istituto di previdenza all’indomani dell'uscita della delibera del Civ, secondo la quale a causa lo Stato dovrà trovare nei prossimi anni 6,6 miliardi attraverso la fiscalità generale per coprire le ricadute dello stralcio dei crediti contributivi fino al 2015. I vertici dell’Istituto in una nota spiegano che nell'ottica della massima trasparenza del bilancio, le operazioni di eliminazione dei crediti contributivi sono state improntate al rigoroso rispetto dei criteri contabili e della normativa vigente. Inoltre ribadiscono che nel "corso degli anni i crediti eliminati erano già stati opportunamente "svalutati" in quanto inesigibili per una serie di motivi".
Crediti cancellati con la rottamazione
"In questa categoria - proseguono il presidente dell'Inps, Gabriele Fava e il Direttore generale, Valeria Vittimberga con il Consiglio di amministrazione - sono ricompresi anche quelli cancellati a seguito delle norme relative alla "rottamazione" di cartelle esattoriali di importo molto modesto (fino a mille o cinquemila euro) e maturati tra il 2000 e il 2015". Va sottolineato come, nel tempo, proseguono, siano state previste salvaguardie specifiche per garantire la neutralità finanziaria di tali operazioni.
Fondo di svalutazione crediti
Tra queste c'è a compensazione integrale tramite il Fondo di svalutazione crediti: i crediti eliminati sono interamente coperti da un fondo costituito e alimentato negli anni proprio per far fronte a situazioni di bassa esigibilità. Ciò esclude qualsiasi effetto negativo sul conto economico. L'Inps sottolinea poi che sono state fatte stime conservative sull'esigibilità degli stessi crediti: già nel preventivo 2025, l'Inps ha valutato l'incasso dei crediti fino al 2020 in misura pari a solo l'1% del valore, riflettendo una pianificazione finanziaria cauta e realistica. L'Istituto spiega la "minimalità degli impatti attesi: come evidenziato dalla scheda tecnica della Legge 197/2022, spiega la nota , l'impatto netto sugli enti previdenziali era stimato in soli 98 milioni nel 2023 e 26 milioni nel 2024, confermando la marginalità delle somme coinvolte.
Crediti molto vecchi
Infine l'Istituto ricorda la "razionalizzazione attiva e passiva: l'eliminazione di residui, spiega, ha riguardato le poste attive e quelle passive del bilancio (oltre 2,7 miliardi di residui passivi). L'Inps ricorda che le norme interessate riguardano per l'esercizio 2024, "esclusivamente crediti molto vecchi, risalenti al periodo 2000-2015: - DL 119/2018 (406 mila euro); - DL 41/2021 (5,4 miliardi di euro); - Legge 197/2022 (9,9 miliardi di euro).
La riscossione ordinaria
Gli interventi effettuati - prosegue la nota - non intaccano l'efficacia della riscossione ordinaria, come dimostra l'incremento di 3,96 miliardi di euro (2024 vs. 2023) alla stessa voce "Aziende - contributi della gestione privata", rilevato nella "Gestione di cassa" deliberata lo scorso 26 marzo, mentre, per il solo 2025, si prevedono accertamenti per oltre 177 miliardi di euro derivanti dalle "Aziende con dipendenti".
Comportamenti contabili corretti
Il Consiglio di amministrazione sottolinea i corretti comportamenti contabili (accantonamenti annuali al fondo svalutazione, stime accurate, eliminazione dei residui attivi inesigibili e dei debiti insussistenti) e avverte che "le operazioni non hanno comportato perdite o riduzioni delle risorse disponibili, essendo i crediti già ritenuti "non esigibili"". "Il bilancio - conclude la nota - riflette ora una rappresentazione più fedele e responsabile dello stato patrimoniale, allineata alle norme contabili. Siamo di fronte a un adeguamento necessario, finalizzato a migliorare, certamente in misura superiore rispetto al recente passato, la trasparenza e l'efficienza amministrativa".