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Con la crisi Covid tornano a galla riforma fiscale e ipotesi patrimoniale: ecco di cosa si parla

Le parole di Conte nell’ultima conferenza stampa hanno riportato a galla la possibilità di una imposta sui patrimoni. Il mondo politico si spacca. Il governo attingerà dai patrimoni oltre un certo livello per reperire risorse e fronteggiare le necessità delle casse pubbliche? “Chi più ha più deve dare”, sostengono gli uni. “Sarebbe un disastro rispondono gli altri”. E poi c’è chi dice: “Meglio usare i Btp”

Ignazio Dessìdi I. Dessì   
Si torna a parlare di patrimoniale (Ansa)
Si torna a parlare di patrimoniale (Ansa)

Il rimuginio comincia dopo le parole di Giuseppe Conte nell'ultima conferenza stampa. "Siamo tutti consapevoli che in Italia c'è un grande risparmio privato, e sicuramente questa è una delle ragioni di forza della nostra economia. Ci sono tanti progetti, vedremo a tempo debito", dice il premier. Così per molti organi di stampa, cittadini e politici chiedersi se quelle parole nascondano o meno l’intenzione del governo di estrarre dal cilindro la controversa patrimoniale è un fatto naturale.

E’ vero che il presidente del Consiglio, davanti alla ipotesi di una simile soluzione anti crisi coronavirus, si è sempre detto contrario, spiegando che “il nostro debito rimane sostenibile, nel quadro di un risparmio privato molto cospicuo e di una resilienza particolarmente spiccata del nostro intero sistema economico", ma la sua ultima affermazione fa presagire per lo meno un qualche lavorio dietro le quinte governative.

Misiani lo esclude

Va detto inoltre che Antonio Misiani, sottosegretario all' Economia, in un'intervista al Corriere della Sera, esclude "in maniera netta ogni ipotesi di patrimoniale. La pressione fiscale è fin troppo alta - spiega - La priorità è ridurla e redistribuirla, facendo pagare chi evade e chi inquina e alleggerendo il prelievo sui ceti medi e sui fattori produttivi".

Fatto sta che i rumors sull’argomento negli ultimi tempi sono divenuti sempre più pressanti, tanto che anche gli avversari politici del governo si son messi in allerta. “Quali sono i 'tanti progetti a tempo debito sul grande risparmio privato degli italiani' annunciati da Conte nella conferenza stampa? – si chiede in una nota la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini - Ci aspettiamo un chiarimento immediato da Palazzo Chigi, perché il sospetto che si stia preparando una patrimoniale è fortissimo. Il silenzio della maggioranza, al proposito, è inquietante, e allora è bene che le sinistre al governo sappiano che se prendesse davvero forma un colpo di mano così devastante, FI si opporrà nel modo più fermo all'esproprio dei risparmi che significherebbe per l'Italia la mazzata finale".

Il premier Conte in conferenza stampa (Ansa)

Del resto il continuo aumento del debito e l’erosione delle casse pubbliche per far fronte alle necessità imposte dalla pandemia costringono a riflettere sul novero delle potenziali misure da utilizzare  per contrastare le difficoltà economiche. Inevitabile allora considerare anche la possibiità di una imposta sui patrimoni  di persone fisiche e giuridiche. Un prelievo che in teoria potrebbe colpire beni mobili (denaro, azioni e obbligazioni) e immobili (abitazioni, proprietà e terreni), per finanziare servizi per la collettività. Prelievo che – secondo le voci più insistenti – riguarderebbe comunque solo i patrimoni oltre un certo importo.

La riforma fiscale

Ultimamente si è parlato dell’intenzione del governo di varare una maxi riforma fiscale, il che non significa necessariamente introdurre una patrimoniale. Semmai, come chiede più d’uno, abolire in primo luogo la Flat tax, tanto cara al centrodestra, che favorisce i ricchi. Un recupero insomma del criterio costituzionale della “progressività” in tema fiscale per cui “chi guadagna di più deve dare di più”, come ha ribadito di recente anche il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.

Del resto già prima dello scoppio della bufera coronavirus se ne stava parlando ed esperti, rappresentanti di partito e parti sociali avevano mosso i primi passi per la riforma del quadro normativo fiscale e tributario. Nulla di strano che il percorso venga quindi ripreso e tra i temi in discussione rientri alla fine anche quello della patrimoniale.

Le posizioni

In linea di massima le posizioni su questa eventuale riforma sono variegate. I cinquestelle parlano di una riduzione dei cinque scaglioni di tassazione a tre. Il Pd sembra pensare a un sistema in grado di attribuire ad ogni contribuente una aliquota in base al proprio guadagno. Una cosa tipo quella esistente in Germania che garantirebbe una reale progressività. Italia Viva propone invece di ridurre a tre le aliquote, con un minimo esente di 24mila euro per le famiglie con più di 4 componenti.

Certo sarebbe utile pensare anche a strumenti in grado di affiancare alla progressività una riduzione complessiva della tassazione, visto che l’Italia starebbe al settimo posto per il peso fiscale rispetto al Pil (con un tasso del 42%) nella graduatoria Ocse, senza contare che cittadini italiani e imprese fanno tutti i giorni i conti con la pastoia della troppa burocrazia. Ma a questo punto è richiesta molta fantasia, o magari più d'uno spunto di finanza creativa come direbbe Tremonti.

La vecchia proposta Pd

Quanto alla patrimoniale tuttavia il Pd ha già avuto modo di proporre a Montecitorio la Covid Tax, contributo di solidarietà per il 2020 e il 2021 "da applicare ai redditi più elevati e destinare a chi è in  povertà a causa della crisi o si trova in situazioni di estrema difficoltà per essere rimasto senza reddito, come molti giovani lavoratori autonomi”.

La proposta del Partito Democratico prevedeva l’applicazione dell'imposta ai redditi superiori agli 80mila euro all’anno, limitatamente alla parte eccedente tale soglia. Era stato previsto così un gettito di 1 miliardo e 300 milioni di euro per anno. E “la somma versata, rispettando i criteri di progressività sanciti dalla nostra Costituzione, sarebbe stata deducibile e sarebbe partita da alcune centinaia di euro per le soglie più basse fino ad arrivare ad alcune decine di migliaia di euro per i redditi superiori al milione”.

Diecimila miliardi di patrimonio 

La situazione comunque è davvero difficile. Per finanziare il maggior deficit derivante dalla pandemia da Covid il nostro Paese, caratterizzato da un alto debito, dovrà – stando agli esperti - racimolare più di 100 miliardi di euro. Una missione se non impossibile quantomeno ardua.

Ed allora ecco la questione. In Italia esistono 10mila miliardi di euro di patrimonio sotto forma di investimenti finanziari, fabbricati, terreni e risparmi. Davanti all’emergenza pressante sarà inevitabile andare ad attingere a quel filone oppure si troveranno altre soluzioni? A livello di governo pare se ne stia discutendo, almeno secondo rumors insistenti.

Insomma, davanti alla prospettiva di un debito pubblico che entro 12 mesi potrebbe raggiungere il 160% del pil, quei 10 mila miliardi di patrimonio degli italiani rappresentano un piatto allettante, anche perchè un governo come quello in carica non sembra propenso a varare ulteriori condoni fiscali o edilizi. Certo le modalità per utilizzarne le risorse sono varie e vanno  dal prelievo o prestito forzoso alla sollecitazione volontaria all'investimento in titoli pubblici, e quindi, nel caso, bisognerà vedere cosa si vorrà fare.

Silvio Berlusconi contro la patrimoniale (Ansa)

Le prime reazioni

Per Silvio Berlusconi la patrimoniale “sarebbe un disastro” e il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani, sui social, la considera “inaccettabile” riproponendo un vecchio slogan del suo partito: “Ci opporremo con tutte le nostre forze ad ogni tentativo di mettere le mani nelle tasche degli italiani”. Mentre il leader leghista Matteo Salvini parla di “follia generalizzata".

Interrogato sull’argomento Pierferdinando Casini si è detto invece favorevole,  come la senatrice pentastellata Paola Nugnes. Per il primo è "giusto chiedere un sacrificio a chi ha di più". Per la seconda “le società capitaliste sono ingiuste e producono molteplici scarti”, in pratica ingiustizie che la politica deve correggere. Un leitmotiv apprezzato anche da molte forze della sinistra.

L'esempio dei Btp

C'è però anche chi fa osservare che famiglie e imprese italiane potrebbero essere invogliate a mettere soldi liquidi in mano allo stato a patto di poterli investire su buone occasioni. L’emissione di Btp lanciata dal Tesoro in questi giorni, per esempio, è andata molto bene, e ciò dimostrerebbe che gli italiani sono pronti a puntare i loro soldi se gli viene fornita una occasione “seria”, garantendo in tal modo finanziamenti allo Stato. Altro che patrimoniale, insomma. Ma, probabilmente, per chi deve indispensabilmente reperire risorse pubbliche, una cosa non esclude l’altra.

Ignazio Dessìdi I. Dessì   
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