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Manovra, Meloni incontra i sindacati. Ma Cgil e Uil confermano lo sciopero generale

La premier ha assicurato che "un cambio di passo, banche e assicurazioni parteciperanno alla copertura". Per i sindacatici vogliono più soldi e c’è bisogno di una vera riforma fiscale e di risorse sui contratti

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L'arrivo dei sindacati a Palazzo Chigi (Video Ansa)
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È durato oltre cinque ore l'incontro fra il governo e i sindacati sulla legge di bilancio, presieduto dalla premier Giorgia Meloni. Cgil e Uil confermano lo sciopero generale contro la manovra. Lo hanno detto i segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, al termine dell'incontro.

Meloni: "Abbiamo concentrato le risorse su alcune priorità"

L'obiettivo è quello di tenere "i conti in ordine e concentrandoci su una prospettiva di crescita" pur "nel contesto internazionale tutt'altro che facile": così la premier ai sindacati. "Un cambio di passo rispetto all'approccio che troppe volte abbiamo visto in passato, quando si è preferito adottare misure più utili a raccogliere consenso nell'immediato che a gettare le basi per una crescita duratura, scaricando il costo di quelle misure su chi sarebbe venuto dopo. Come noi, che raccogliamo la grave eredità di debiti che gravano come un macigno sui conti pubblici".

I contributi di banche e assicurazioni

"ll ministro Giorgetti sarà più puntuale di me, ma io ci tengo a dire che la solidità, la credibilità e il coraggio di questo Governo hanno consentito di poter far partecipare banche e assicurazioni alla copertura della legge di bilancio", ha aggiunto Meloni, a quanto si apprende parlando delle coperture con cui sono finanziate le misure. Per Meloni è "un grande cambiamento rispetto al passato, quando invece con la legge di bilancio si trovavano le risorse per sostenere banche e assicurazioni, e nessuno invocava la rivolta sociale". 

 

Il dono: la calcolatrice e il libro di Camus

"Dopo la confusione che ho fatto a Porta a porta, sono contenta che il segretario della Uil Bombardieri mi abbia portato una calcolatrice, così potrà fare anche lui questo rapido calcolo", ha detto la premier parlando del capitolo Sanità e facendo un riferimento al dono fattole dal segretario Cisl. Ma non è l’unico regalo che ha ricevuto la premier, perché il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, si è presentato con il libro di Albert Camus, L'uomo in rivolta, per Meloni alla quale ha spiegato l'importanza delle parole. "Se hanno paura delle parole - ha detto infatti Landini -, è bene che colgano un tema che di fronte a un livello di ingiustizie e di diseguaglianze come quello che si sta determinando, io credo che ci sia bisogno proprio che le persone non accettino più, che non si girino da un'altra parte, che non guardino da un'altra parte".

Meloni con in mano i regali, calcolatrice e libro di Camus (Ansa)

Le imposte

Ai sindacati, rappresentati tra gli altri da Maurizio Landini della Cgil, Pierpaolo Bombardieri della Uil e Luigi Sbarra della Cisl, la premier sottolinea che per quanto riguarda le imposte, "viene reso strutturale il passaggio da quattro a tre aliquote Irpef, con l'accorpamento dei primi due scaglioni di reddito. È chiaramente intenzione del governo intervenire anche sullo scaglione di reddito successivo, ma questo dipenderà ovviamente dalle risorse che avremo a disposizione e che arriveranno anche alla chiusura del concordato preventivo", ha precisato.

Per il governo all'incontro presenti anche il vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, il ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone, il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, il ministro della Salute Orazio Schillaci, il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Per i sindacati, oltre i tre confederali erano rapprensentati anche Ugl, Usb, Cida, Cisal, Confedir, Confintesa, Confsal, Ciu e Cse.

Landini: serve un cambiamento radicale

"Per quello che ci riguarda c'è bisogno di un cambiamento radicale di questa manovra e c'è bisogno di andare a prendere i soldi dove sono. Queste sono le nostre richieste", ha detto Landini, all'arrivo a Palazzo Chigi. "Vediamo per quale ragione ci hanno convocato ora. Ce lo debbono spiegare loro, visto che non era mai successo che un governo presentasse in Parlamento una manovra già decisa, già fatta, senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali", aggiunge Landini.

"Il tema per noi è il salario - ha detto il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, alla riunione a palazzo Chigi -. Negli ultimi anni chi vive di salari e di pensioni ha avuto la perdita di potere d'acquisto più forte. Nessuno mette in dubbio che il governo abbia consolidato strutturalmente il cuneo fiscale, ed è un risultato che io rivendico, ma è per cinque anni e, comunque, nella busta paga di gennaio non entrerà un euro in più". "Per recuperare il potere d'acquisto - ha aggiunto - si potevano detassare gli aumenti contrattuali, ma si poteva lavorare anche sulla contrattazione di secondo livello, incentivandola e detassandola. Sono misure pratiche, che non hanno nulla di fondamentalista".

Sbarra: "La manovra va migliorata in Parlamento"

"Ora si tratta di difendere i risultati ottenuti nell'iter parlamentare e di migliorare, dentro e oltre il perimetro della legge di Bilancio, gli elementi di criticità", ha dichiarato il segretario generale della Cisl chiedendo di "intervenire con specifici emendamenti per incrementare le pensioni minime, fermare la riduzione strutturale degli organici nella scuola e il blocco parziale del turnover nelle amministrazioni pubbliche, l'università e la ricerca". "Vanno elevate le risorse per il supporto della non autosufficienza, cancellate le drastiche riduzioni del fondo per l'automotive, ridotta la tassazione fiscale sul ceto medio", ha aggiunto il segretario della Cisl. La manovra, per Sbarra, va considerata "il punto di partenza di un cammino che porti a un accordo tra parti sociali e istituzioni capace di sostenere il rilancio economico e la coesione". "Dobbiamo muoverci con coerenza e senza demagogie - ha concluso - su un progetto-Paese fondato sulla responsabilità, per un'Italia più unita, forte e giusta, pronta ad affrontare le grandi sfide del cambiamento".

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