Gli italiani vedono rosa in fondo al tunnel, ottimismo anche per le imprese
La cautela è d'obbligo, ma c'è un clima di ottimismo che lentamente, ma sicuramente, si fa strada. Lo confermano finanche i temutissimi censori delle agenzie di rating
Gli italiani vedono rosa in fondo al tunnel. Glielo confermano finanche i temutissimi censori delle agenzie di rating, quelli che da anni, storcendo il naso davanti al livello del nostro debito pubblico, ci tengono sull'orlo della bancarotta. Il responso che gli analisti di Standard&Poor's hanno appena dato sulle prospettive dell'Italia non solo non è negativo, non solo non è soltanto stabile, ma è – finalmente - positivo. E' quello che, del resto, dicono le cifre: fra la primavera e l'estate, l'economia è cresciuta del 2 per cento. Nell'arco del 2021, annuncia Bankitalia, la crescita supererà il 6 per cento, due punti in più di quanto si prevedesse ancora ad aprile. E' l'Italia che cammina, a ritmo di boom: rispetto alla fine del 2019, l'ultimo trimestre prima della pandemia, gli investimenti sono rimasti più o meno gli stessi in Francia e in Germania, sono diminuiti del 5 per cento in Gran Bretagna, ma sono aumentati del 5 per cento in Italia.
L'aria che si respira
Difficile che l'italiano medio abbia salde in mente queste cifre o le argomentazioni che scaturiscono dagli alambicchi econometrici di S&P. Ma è l'aria che si respira nel paese che le replica e le conferma. I mesi bui del primo lockdown e poi lo sconforto per la seconda ondata dell'autunno successivo non sono dimenticati, la cautela è d'obbligo, ma c'è un clima di ottimismo che lentamente, ma sicuramente, si fa strada. Probabilmente, non è estraneo anche ai risultati della recente consultazione elettorale, che ha penalizzato i partiti più vicini alla rabbia, alla protesta, al rifiuto delle soluzioni suggerite da scienza ed esperienza. A molti sembra essere sfuggito il legame, solidamente affermatosi nell'opinione pubblica, fra fiducia, ottimismo, ripresa economica e vaccini. A fine estate, due italiani su tre si dichiaravano pronti a tornare a spendere al bar e al ristorante, una volta che la quota di vaccinati avesse raggiunto il 75 per cento della popolazione. Oggi, siamo oltre l'80 per cento di immunizzati.
Come in un video al rallentatore
Come in un video al rallentatore, registra questo reset della psicologia di massa l'indagine trimestrale sulle famiglie che la Banca d'Italia pubblica sul suo Bollettino. Per la prima volta, dalla primavera 2020, ci sono oggi più persone che vedono la situazione migliorare, piuttosto che peggiorare. C'è un dieci per cento di pessimisti in meno, rispetto a fine primavera. Il loro numero resta significativo: il 27 per cento vede male la situazione in generale, il 31 per cento in particolare quella del mercato del lavoro. Ma, dall'inizio della pandemia, queste percentuali non erano mai state così basse. Aiuta anche il dissiparsi dei timori sul reddito. Tre famiglie su quattro sono convinte che il loro potere d'acquisto si stabilizzerà, nei prossimi mesi, sui livelli del 2020 e solo il 15 per cento teme una riduzione. Cruciale, qui, l'effetto che la fine di lockdown e quarantene sta avendo sui lavoratori autonomi, a cominciare dai commercianti, i più colpiti nell'arco della pandemia. Quasi un italiano su due pensa che, nei prossimi 12 mesi, riuscirà anche a risparmiare. Un ottimismo condiviso anche, secondo il sondaggio, da quelli che, al momento attuale, hanno difficoltà ad arrivare a fine mese.
Più tranquilli sui quattrini
Più tranquilli sui quattrini, gli italiani hanno visto smussarsi anche, grazie alle vaccinazioni, quella paura del contagio che paralizzava i consumi. Anche se un boom di spese ancora non c'è: sono tuttora di più quelli che prevedono di spendere meno in beni non durevoli, rispetto a chi è pronto ad aprire del tutto il portafoglio per Natale. Il 63 per cento degli italiani dichiara di aver ridotto le spese per l'abbigliamento e il 57 per cento quelle per la palestra o l'estetista. Ma il blackout nei mesi precedenti era quasi totale. Nel caso di bar e ristoranti chi, a fine estate, dichiara di aver ridotto la spesa in bar e ristoranti è ancora il 71 per cento. Ma partivamo dal 90 per cento dei mesi di pandemia acutq.
Il ritorno all'ottimismo
Come spesso capita, questo lento ritorno all'ottimismo nelle famiglie è anticipato e, insieme, logicamente giustificato e alimentato dall'aria che si respira nelle imprese. Per la prima volta da tre anni, quindi anche da prima della pandemia, ci sono più aziende che ritengono migliorato il clima per gli investimenti rispetto a quelle che lo ritengono peggiorato. Infatti, due imprese su tre confermano i piani di espansione che avevano approntato a fine 2020 e il grosso annuncia che si aspetta di investire anche di più nel 2022. I bilanci stanno già giustificando questo dinamismo: il 70 per cento delle aziende industriali, ma anche il 60 per cento di quelle dei servizi (il settore più colpito dalla crisi) sono convinte che il fatturato 2021 sarà superiore a quello 2019, ovvero pre-Covid. Se Bankitalia ha ragione nel registrare il lento scongelamento delle decisioni di spesa delle famiglie, sarà un 2022 rovente.