Istituzioni, politica, servizi pubblici: come sono i rapporti tra cittadini e Stato
(Adnkronos) - Istituzioni, politica, servizi pubblici: come sono i rapporti tra cittadini e Stato Ci fidiamo delle istituzioni? Che rapporto abbiamo con la politica? Che giudizio diamo ai servizi pubblici? Le risposte a queste domande forniscono indicazioni interessanti su come siano i rapporti tra cittadini e Stato, con particolare riferimento alla percezione rispetto all'operato delle istituzioni, al coinvolgimento diretto nella vita socio-politica del Paese e al livello di soddisfazione riguardo le infrastrutture pubbliche come sanità e trasporti. Adnkronos e Datafactor di Expleo hanno provato ad approfondire questi temi con l'aiuto dei dati forniti da Istat, Eurispes e Camera dei deputati. Tra i risultati dell'analisi, emerge per esempio che gli italiani si fidano più del Presidente della Repubblica che del Parlamento e dei partiti politici, che l'interesse verso la politica è progressivamente calato negli ultimi dieci anni e che le condizioni delle strade e l'efficenza dei mezzi pubblici lasciano insoddisfatti molti cittadini, specie in determinate regioni. Oltre metà degli italiani si fida del Presidente della Repubblica Dalle analisi raccolte da Eurispes sui cittadini di età superiore a 18 anni sul grado di fiducia nei confronti di diverse istituzioni politiche e organismi statali, risulta che nel 2021 il Presidente della Repubblica è stata la figura istituzionale più apprezzata dal 57,7% degli italiani, con un incremento del 2,8% rispetto al 2020. La più alta carica dello Stato è più stimata rispetto alla Magistratura, la cui fiducia si attesta al 47,7% e al Parlamento, 34,4%, il cui consenso però registra un aumento di quasi 10 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Protezione Civile e Sanità più apprezzate dei Partiti Proseguendo con l'analisi della fiducia che i cittadini italiani ripongono nelle istituzioni, i dati Eurispes del 2021 indicano al primo posto nei consensi la Protezione Civile con il 77,2%, seguita dal Sistema Sanitario con 71,5%, ma con un aumento di 6 punti percentuali rispetto al 2020. Questo dato probabilmente indica che molti cittadini hanno apprezzato come la Sanità italiana ha affrontato la situazione di emergenza dovuta alla pandemia. Piuttosto indietro invece nel consenso alcune istituzioni politiche come i Sindacati, il cui apprezzamento raggiunge il 40% dei cittadini (in netto calo rispetto al 46,4% del 2020) e i Partiti Politici che raccolgono un consenso pari al 27,2%. Vigili del fuoco primi tra le Forze dell'Ordine L'operato delle Forze dell'ordine è un ambito particolarmente delicato in quanto riguarda aspetti intimi e privati della propria vita come la sicurezza e la difesa della propria persona e dei propri cari.
In generale il consenso e la fiducia riposti nei diversi corpi delle Forze dell'Ordine e delle Forze Armate sono sempre piuttosto elevati, ma un particolare gradimento è rivolto ai Vigili del Fuoco che raccolgono la fiducia dell'87,7% dei cittadini. Oltre il 70% dei consensi è raccolto da Esercito, Aereonautica Militare e Marina Militare. Percentuali leggermente inferiori, ma sempre piuttosto elevate, per Polizia di Stato (69,2%), Guardia di Finanza (67,7%) e Arma dei Carabinieri (64,7%). In calo l'interesse dei cittadini alla politica Negli ultimi 10 anni gli italiani sono sempre meno interessati alla politica. Lo dicono i dati Istat, secondo i quali nel 2010 il 34,1% dei cittadini con più di 14 anni si informava quotidianamente sui fatti politici, mentre nel 2020 la percentuale è scesa al 29,2%. Parallelamente è aumentata la percentuale di cittadini che non si interessano mai di politica, passando dal 23,2% del 2010 al 25,8% nel 2020. La motivazione principale è un generale disinteresse verso i fatti di politica italiana, indicato dal 64,3% dei cittadini. Al secondo posto tra le cause di scarsa attenzione è la sfiducia nella politica (23,6%). Altri motivi sono l'argomento complicato (10,5%) e la mancanza di tempo (6,3%). La politica non attrae i giovani In relazione alle diverse fasce di età, è interessante notare come solo il 5,6% dei giovani tra 14 e 17 anni si informa di politica tutti i giorni e al contrario il 50,7% di loro non la segue mai. Ma anche i neo maggiorenni (18-19 anni) sono davvero poco attratti dalla politica: solo il 12,9% la segue tutti i giorni e il 32,4% non la segue mai. L'interesse quotidiano per gli avvenimenti politici cresce con l'avanzare dell'età, raggiungendo la percentuale più elevata (42,1%) nella fascia di età 65-74 anni, poco di più della fascia 60-64 anni (41,9%). Partecipazione diretta e affluenza alle urne Uno degli elementi cardine su cui si fonda una democrazia è la partecipazione diretta dei cittadini alla vita politica nelle sue diverse forme: attività per un partito, ascolto dibattiti politici, partecipazione a comizi, cortei, voto. Nel nostro Paese nel 2020 il 15% della popolazione ha ascoltato un dibattito politico, il 3,8% ha preso parte a un corteo o manifestazione e solo lo 0,7% ha prestato la propria attività gratuita per un partito. Da segnalare che la partecipazione attiva alla vita politica aumenta con l'avanzare dell'età, raggiungendo il picco nella fascia di età 60-64 anni. Con riferimento all'affluenza alle urne, i dati forniti dalla Camera dei Deputati indicano che in Italia dal 2001 al 2018 si è registrato un leggero calo. Confrontando la percentuale votanti/elettori si è passati dall'81% delle elezioni parlamentari del 2001 al 73% per le elezioni del 2018. Servizi essenziali: in che stato siamo? Sanità pubblica, rete stradale, trasporti pubblici: quanto i cittadini sono soddisfatti rispetto ai servizi essenziali che lo Stato fornisce? In generale il grado di soddisfazione cambia anche notevolmente da un servizio a un altro e da una regione all'altra. In particolare l'indagine Istat "Aspetti della vita quotidiana" registra la percezione dei cittadini rispetto a diversi ambiti essenziali come le condizioni stradali a livello di manutenzione e pulizia e la difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici. In questo settore i dati relativi al 2021 indicano che il Lazio è la regione con i problemi più evidenti di sporcizia e cattivo stato delle strade. In Campania invece i cittadini incontrano le problematiche maggiori per i collegamenti con i mezzi pubblici. Al contrario, le regioni più virtuose sono Emilia Romagna per il trasporto pubblico, Valle d'Aosta per lo stato della rete stradale e Molise con riguardo alla pulizia delle strade. La salute è ancora il bene più prezioso? L'indagine Istat "Aspetti della vita quotidiana", che comprende alcuni indicatori che permettono di valutare l'efficienza dei servizi offerti ai cittadini, rileva anche diversi aspetti legati alla sanità pubblica, che ne sottolineano la qualità dei servizi. Per esempio, nel 2021, il 18,3% dei cittadini della Sardegna ha rinunciato a una prestazione sanitaria, percentuale che in Trentino Alto Adige scende al 7,3%. Un altro indicatore sull'efficienza della sanità è il sovraccarico di pazienti assistiti dai medici di medicina generale. Un dato che va a impattare negativamente sul servizio offerto al cittadino e sulla possibilità di accesso alle visite in tempi rapidi. Dai dati Istat relativi al 2019 emerge che la Lombardia ha la percentuale più elevata di medici di famiglia con numero di assistiti oltre soglia (61,5%). I valori più bassi di concentrazione di assistiti per medico si registrano invece in Molise (12,4%). Trasporto pubblico: qualcosa si muove Per misurare la qualtià del trasporto pubblico locale l'indicatore Istat è il rapporto tra posti e km offerti dal trasporto pubblico locale, ovvero il prodotto del numero complessivo di chilometri percorsi nell'anno dai veicoli del trasporto pubblico locale per la loro capacità media, rapportato alla popolazione residente (posti-km per abitante). I mezzi inclusi sono: autobus, filobus, metropolitana, funicolare, trasporto su acqua. I dati riferiti al 2019 mostrano che le regioni con un'offerta maggiore sono la Lombardia e il Lazio. Ma nella graduatoria ci sono regioni con numero di abitanti inferiore ad altre, come Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, che hanno un dato posti-km per abitanti superiore ad altri territori ben più popolosi, come Emilia Romagna e Campania. In sintesi, questo significa che vi sono regioni che hanno un'offerta scarsa rispetto al numero di abitanti e che il servizio pubblico presenta notevoli differenze da un'area del Paese all'altra.