Il rapporto Draghi sulla competitività Ue: "Cambio radicale e doppio piano Marshall". Il Ppe: "Ha ritirato fuori il bazooka"
L'ex premier e ex presidente della Bce presenta il risultato del suo lavoro sulla competitività in Ue. "Bisogna crescere e diventare più produttivi", puntando su innovazione e l'Hi tech
"I valori fondamentali dell'Europa sono prosperità, equità, libertà, pace e democrazia in un ambiente sostenibile. L'Ue esiste per garantire che gli europei possano sempre beneficiare di questi diritti fondamentali. Se l'Europa non sarà più in grado di garantirli avrà perso la sua ragione d'essere. L'unico modo per affrontare questa sfida è crescere e diventare più produttivi, preservando i nostri valori di equità e inclusione sociale. L'unico modo per diventare più produttiva è che l'Europa cambi radicalmente". E' quanto si legge nell'introduzione che l'ex presidente della Bce, Mario Draghi, incaricato di redigere il Rapporto sulla competitività futura dell'Ue, presentato oggi a Bruxelles davanti alla presidente della Commissione, Ursula Von Der Leyen, e alle massime istituzioni europee. Per Draghi la produttività "è una sfida esistenziale per l'Ue'.
"Servono due Piani Marshall"
"Se le condizioni politiche e istituzionali sono presenti, l'Ue dovrebbe continuare - basandosi sul modello del NextGenerationEu - a emettere strumenti di debito comune, che verrebbero utilizzati per finanziare progetti di investimento congiunti volti ad aumentare la competitività e la sicurezza" europea.
"Il fabbisogno finanziario necessario all'Ue per raggiungere i suoi obiettivi è enorme" e per raggiungere gli obiettivi indicati nel rapporto Draghi "sono necessari almeno 750-800 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi annui, secondo le ultime stime della Commissione, pari al 4,4-4,7% del Pil dell'Ue nel 2023". "Per fare un paragone, gli investimenti del Piano Marshall nel periodo 1948-51 equivalevano all'1-2% del Pil dell'Ue", si legge ancora.
Per Draghi la crescita nell'Ue sta rallentando e fino a due anni fa non ci ponevamo il problema. Oggi però le cose sono cambiate. "Urgenza e concretezza sono due parole chiave del report", ha detto l'ex premier italiano, sottolineando come il documento presenta circa "170 proposte". "Non stiamo partendo da zero, voglio rassicurarvi", ha aggiunto Draghi osservando come, come terzo pilastro per una svolta sulla produttività il lavoro individua quello dell' "innovazione".
Innovazione e resilienza
"L'unico consiglio che diamo sulla politica della competitività è che bisogna tener conto di innovazione e resilienza. Abbiamo proposto di smetterla con l'esenzione agli aiuti di Stato che devono essere utilizzati per progetti comuni". "Raccomandiamo anche che la competitività guardi più al futuro", ha aggiunto l'ex presidente della Bce sottolineando al tempo stesso come le proposte lanciate dal Rapporto "sono attuabili subito".
"Finora, molti sforzi per approfondire l'integrazione europea tra gli Stati membri sono stati ostacolati dal voto all'unanimità. Dovrebbero quindi essere sfruttate tutte le possibilità offerte dai Trattati Ue per estendere il voto a maggioranza qualificata", si legge nel rapporto sulla competitività di Mario Draghi. Il voto a maggioranza qualificata dovrebbe essere "esteso a più aree", sottolinea l'ex premier, auspicando anche - nei casi di stallo - il ricorso alla "cooperazione rafforzata".
Più finanziamenti europei per ricerca e sviluppo
Il rapporto Draghi raccomanda di "aumentare i finanziamenti europei" per la Ricerca e Sviluppo (R&S) nel campo della difesa e di concentrarli su "iniziative comuni". Questo approccio potrebbe essere sviluppato attraverso "nuovi programmi a duplice uso e una proposta di progetti europei di difesa di interesse comune" per organizzare la necessaria cooperazione industriale. "Nessuno Stato membro può finanziare, sviluppare, produrre e sostenere efficacemente tutte le capacità e le infrastrutture necessarie per mantenere la leadership" nelle tecnologie più avanzate di oggi.
"L'emissione di asset" comuni "su base più sistematica richiederebbe un insieme più forte di regole di bilancio che garantiscano che un aumento del debito comune sia accompagnato da un percorso più sostenibile del debito nazionale". Si legge nel rapporto sulla competitività di Mario Draghi. "L'emissione di asset sicuri comuni per finanziare progetti di investimento congiunti potrebbe seguire modelli esistenti, ma dovrebbe essere accompagnata da tutte le garanzie che un passo così fondamentale comporterebbe", avverte l'ex premier.
"Dobbiamo assumere un nuovo atteggiamento nei confronti della cooperazione: rimuovere gli ostacoli, armonizzare regole e leggi e coordinare le politiche. Esistono diverse costellazioni nelle quali possiamo avanzare. Ma ciò che non possiamo fare è non avanzare affatto. La nostra fiducia nel fatto che riusciremo ad andare avanti deve essere forte. Mai in passato la scala dei nostri Paesi è apparsa così piccola e inadeguata rispetto alla dimensione delle sfide". Poi si legge: "E' da molto tempo che l'autoconservazione è una preoccupazione così comune. Le ragioni per una risposta unitaria non sono mai state così convincenti e nella nostra unità troveremo la forza di riformare", aggiunge Draghi.
"Per ridurre le sue vulnerabilità, l'Ue deve sviluppare una vera e propria 'politica economica estera' basata sulla sicurezza delle risorse critiche. A breve termine, l'Ue deve attuare rapidamente la legge sulle materie prime critiche". Lo si legge nel rapporto Draghi. Il rapporto raccomanda poi d'integrare questa legge "con una strategia globale che copra tutte le fasi della catena di approvvigionamento dei minerali critici, dall'estrazione alla lavorazione al riciclaggio". Per rafforzare la posizione dell'Europa nella fase di approvvigionamento, si propone di creare "una piattaforma europea dedicata alle materie prime critiche".
"Il bilancio dell'Ue dovrebbe essere riformato per aumentarne l'efficacia e l'efficienza, oltre a essere meglio sfruttato per sostenere gli investimenti privati", istituendo "un 'pilastro della competitività", si legge ancora nel rapporto che precisa che "le risorse finanziarie dell'Ue dovrebbero essere rifocalizzate su progetti strategici e obiettivi concordati congiuntamente, in cui l'Ue apporta il maggior valore aggiunto". L'Ue dovrebbe dunque "semplificare la struttura del bilancio per raggiungere una scala sufficiente a sostenere i progetti strategici", viene evidenziato nel rapporto, con la proposta di "raggruppare e ridurre il numero di tutti i programmi di finanziamento". "Dovrebbero essere istituiti schemi di finanziamento dedicati per affrontare il divario di investimenti per le aziende tecnologiche in fase di crescita, così come per le capacità di produzione in determinati settori, come le tecnologie pulite", scrive ancora Draghi, auspicando maggiore flessibilità "per consentire la riallocazione delle risorse tra e all'interno dei programmi e dei potenziali beneficiari" e maggiore sostegno agli "investimenti privati".
Von der Leyen: i Paesi decideranno come agire
"Prima c'è la definizione di priorità e progetti comuni, poi ci sono due strade possibili: i finanziamenti nazionali o nuove risorse proprie. Sarà la volontà dei Paesi membri a decidere come si vuole agire". Lo ha detto la presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen, in conferenza stampa con Draghi. "Attuare il rapporto o morire? Più che altro direi attuare il rapporto o rassegnarsi a una lenta agonia", ha detto poi l'ex Bce rispondendo ad una domanda durante la presentazione del rapporto. "L'immagine di una morte immediata è ingannevole, ci troveremo in uno scenario di una società che si riduce, anche dal punto di vista demografico. Vi faccio un esempio: il reddito disponibile negli Usa è raddoppiato negli utili 20 anni rispetto all'Europa e potrei continuare".
"Draghi ha ritirato fuori il bazooka"
"Mario Draghi ha ritirato fuori il bazooka", è invece la sintesi fatta all'interno del Ppe, in riferimento al capitolo sul debito comune. E' quanto commentano a caldo fonti del Ppe commentando la presenza di un capitolo sul debito comune nel Rapporto sulla competitività redatto dall'ex presidente della Bce presentato oggi a Bruxelles. "Riconquistare la competitività economica dell'Europa è fondamentale per il nostro futuro europeo. Il momento di agire è adesso, con pragmatismo e fermezza", ha scritto il presidente del Ppe, Manfred Weber su X, da cui ringrazia per il lavoro svolto e ricorda che il suo gruppo europarlamentare è stato il primo amettere la "competitività al centro dell'agenda politica, come chiave di questo mandato".