[Il punto] Di Maio: "Rinvio della fattura elettronica per i benzinai e via il redditometro". Il problema delle coperture finanziarie
Il ministro del Lavoro pronto a realizzare alcuni dei punti del programma di governo. Il Decreto dignità e l'esonero dei professionisti dallo split payement

Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio si muove per realizzare il suo programma. Alcuni punti fondamentali, come il reddito di cittadinanza, richiedono però un significativo sforzo economico e bisognerà delineare bene le coperture. Così come sarà necessario trovare i soldi per taluni aspetti del Decreto Dignità attraverso il quale si cerca la famosa stretta ai contratti a termine e il soddisfacimento, allo stesso tempo, delle richieste di semplificazione fiscale provenienti da piccoli imprenditori e professionisti.
Giovanni Tria ha acceso i radar per individuare possibili coperture e, in attesa di determinarle, il varo del provvedimento è stato rinviato, anche se si punta ad approvarlo comunque entro la settimana.
I benzinai
La normativa è attesa. Comporterà delle conseguenze importanti (rinvio) per i distributori di carburanti che dovevano sperimentare prima di altri l’introduzione della fatturazione elettronica. “Stiamo predisponendo il rinvio al primo gennaio 2019 dell'obbligo per le vendite di carburanti ai soggetti con partita IVA – ha annunciato Di Maio - Nei prossimi giorni vogliamo avviare un tavolo tecnico al MiSE con le federazioni dei gestori”.
In pratica chi ha lanciato la novità, secondo il ministro del Lavoro, non si è curato di fornire il tempo e gli strumenti necessari a realizzare concretamente la disposizione normativa. “La data del primo di luglio, così come denunciato dai benzinai, non è realistica per il passaggio alla fatturazione elettronica", ha dichiarato Di Maio aggiungendo: “Il paradosso italiano è che questi strumenti vengono inventati per combattere gli evasori e puntualmente vanno a danneggiare quelli che le tasse le hanno sempre pagate".
Il rinvio
Così il rinvio è arrivato puntuale e in compenso le organizzazioni dei benzinai, che lamentavano di non essere pronti per la novità, hanno revocato lo sciopero fissato. A proposito del nuovo meccanismo pare che l’Agenzia delle Entrate comunque abbia messo a disposizione da fine aprile il sistema Web gratuito per accedere alla fatturazione on line, ma gli interessati l’hanno ritenuta troppo complicata. In ogni caso il ministro ha ribadito che “la fatturazione elettronica dovrà partire quando le categorie saranno pronte”. Una data ritenuta ottimale è l’inizio del gennaio 2019. Il rinvio dovrebbe valere circa cinquanta milioni di euro, niente di non risolvibile. In particolare se il rinvio non coinvolgerà i grossisti, come si è detto, e scatterà comunque l’obbligo di pagare con carte di credito o bancomat.

L'esonero dei professionisti dallo split payement
Altre coperture servono poi per l’esonero dei professionisti dallo split payement, la scissione dei pagamenti, ovvero quel meccanismo introdotto dalla legge di stabilità del 2015, per cui la P.A. che acquista beni e servizi, qualora non siano soggetti passivi Iva, deve versare direttamente all’erario l’imposta sul valore aggiunto addebitata in fattura dai fornitori. In sostanza devono essere le stesse Pubbliche Amministrazioni a liquidare l’Iva sugli acquisti effettuati senza che debbano provvedere i loro fornitori. Per dirla in breve: l’impresa privata incassa dalla PA quanto dovuto per l’operazione eseguita al netto dell’IVA, la PA si occupa poi di versare direttamente l’IVA a debito sull’operazione. Questo meccanismo era stato esteso con la manovra correttiva di aprile 2018 appunto anche ai professionisti. L’esclusione dalla “scissione dei pagamenti” dei professionisti ha delle conseguenze ovviamente: significa la rinuncia a un maggior gettito di circa un miliardo e mezzo per il 2018.
Redditometro e spesometro
C’è poi l’altro obiettivo di passare la spugna su redditometro e spesometro. Per mantenere la prima promessa a Di Maio servono 20 milioni, per tener fede alla seconda dovrà convincere il governo a rinunciare a un maggior gettito previsto di 2 miliardi e mezzo nell’anno corrente. Per cui è prevedibile si giunga a una correzione dello strumento senza farlo sparire del tutto.
Interventi a costo zero
A costo zero dovrebbero essere invece gli interventi anti Jobs Act in tema di lavoro. La stretta sui contratti a termine, con il limite di non più di 4 entro i 36 mesi e la reintroduzione della causale per poter urilizzare i contratti a tempo determinato, crea più di un malumore tra gli imprenditori. Che probabilmente storcono il naso anche per i disincentivi ipotizzati in caso di delocalizzazione all’estero, ovvero la restituzione di eventuali contributi pubblici fruiti e altre forme di penalizzazione.
La soddisfazione dei tributaristi
Esprimono soddisfazione invece per il rinvio della fattura elettronica i tributaristi italiani. Secondo Riccardo Alemanno, Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT), Di Maio ha fatto bene a rinviare l’obbligo previsto dal 1 luglio. “Occorre ora ragionare concretamente sulla semplificazione dell'adempimento, che, come strutturato oggi, costringerebbe a costi aggiuntivi tutte le imprese meno strutturate”, ha scritto in una nota stampa. La soddisfazione - ha spiegato ancora Alemanno – è dovuta al fatto che il rinvio era stato richiesto anche dall’INT, ma non perché contrari alla fatturazione elettronica B2B (Business-to-business, ndr) che sappiamo rappresentare il futuro, ma perché riteniamo eccessiva l’accelerazione inferta all’introduzione dell’obbligo, unico Paese nel resto d’Europa. Bisogna prima creare strutture adeguate, garantire l’accesso veloce alla rete in tutto il Paese e fornire maggiori supporti alle imprese. Ovvero occorre investire maggiori risorse.”