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Dazi USA, scattano le nuove tariffe americane. Shock per l’economia globale

Entrate in vigore le nuove tariffe imposte da Trump: colpiti i mercati esteri, ma Meloni invita a non farsi travolgere dal panico e prepara un piano per proteggere le filiere italiane

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Effetto dazi su tutte le merci - Foto Ansa
Effetto dazi su tutte le merci - Foto Ansa

Dalla mezzanotte di sabato a Washington, ovvero dalle 6:01 in Italia, sono entrati ufficialmente in vigore i nuovi dazi aggiuntivi del 10% imposti dagli Stati Uniti su una vasta gamma di beni importati. Si tratta di una decisione annunciata dall’amministrazione Trump che colpisce duramente il commercio internazionale, già provato da tensioni geopolitiche e difficoltà economiche. Le nuove tariffe vanno ad aggiungersi a quelle già esistenti e riguardano moltissime categorie merceologiche, anche se con alcune eccezioni.

Secondo le fonti ufficiali statunitensi, questo 10% rappresenta una base minima, ma per alcuni territori o paesi specifici le aliquote sono state ulteriormente rimodulate. L’obiettivo dichiarato è quello di rafforzare l’industria americana, ma la misura rischia di aprire una nuova fase di tensione nei rapporti commerciali tra Washington e il resto del mondo.

Tariffe USA riviste per i territori d’oltremare francesi

Una modifica dell’ultimo minuto ha portato una svolta positiva per La Réunion e Saint-Pierre-et-Miquelon, territori francesi d’oltremare inizialmente colpiti da dazi molto più elevati.

Nella versione preliminare del documento, la tariffa prevista era del 37% per La Réunion e addirittura del 50% per Saint-Pierre-et-Miquelon. Tuttavia, secondo quanto riferito dall’agenzia AFP, un aggiornamento ufficiale dell’elenco ha confermato la riduzione delle tariffe al 10%, uniformandole a quelle applicate agli altri dipartimenti d’oltremare francesi.

Le posizioni doganali e l'impatto sulle esportazioni europee

Nonostante La Réunion faccia parte dell’Unione doganale europea, dal punto di vista fiscale è trattata come un’entità distinta. Stessa situazione per Saint-Pierre-et-Miquelon, che, a causa della sua posizione geografica e delle normative specifiche, ha ottenuto un trattamento simile.

La nuova aliquota ridotta si allinea così a quella fissata per Guadalupa, Martinica, Guyana francese e Mayotte, tutte soggette alla tariffa unica del 10%. Ma l’attenzione ora si sposta sugli effetti economici globali di questa nuova ondata di dazi, che potrebbero colpire catene di approvvigionamento internazionali e equilibri geopolitici commerciali.

Meloni: "Danni reali sì, ma evitiamo il panico"

In risposta alle preoccupazioni diffuse, la premier Giorgia Meloni ha invitato alla calma durante una riunione del Consiglio dei ministri. “Ci troviamo davanti a un’altra sfida complessa, ma abbiamo tutte le carte in regola per superare anche questa”, ha dichiarato. Secondo la presidente del Consiglio, il rischio maggiore è “l’allarmismo, che può causare danni ben maggiori di quelli strettamente connessi con i dazi”.

Meloni ha ricordato che “un dazio statunitense del 25% sulle importazioni dall’Europa ridurrebbe la crescita dell’area dell’euro di circa 0,3 punti percentuali nel primo anno”, come dichiarato recentemente dalla presidente della BCE Christine Lagarde. Pertanto, secondo Meloni, dazi inferiori al 25% dovrebbero produrre un impatto “significativo ma affrontabile”.

L’export italiano verso gli USA vale il 10% del totale

Pur riconoscendo la gravità della misura imposta da Trump, Meloni ha sottolineato che “è presto per valutare le conseguenze effettive sul nostro Pil e sulla nostra economia”. Ha aggiunto: “I dazi tra economie equivalenti non sono mai una buona notizia per l’Italia, che ha una lunga tradizione di commercio con l’estero”.

Il Governo ha già convocato un incontro con i ministeri chiave e con le categorie produttive italiane per martedì 8 aprile. “Ci confronteremo anche con loro, per trovare le soluzioni migliori”, ha dichiarato la premier. L’obiettivo è quello di avere in tempi brevi una mappatura chiara dei settori più danneggiati, così da elaborare un piano nazionale e avviare una trattativa diretta con gli Stati Uniti.

“L’Europa deve cambiare rotta sulle sue politiche interne”

Per la premier, questa nuova crisi potrebbe anche trasformarsi in un’opportunità per l’Europa. “Credo che questo nuovo choc che colpisce l’Europa possa essere l’occasione per affrontare questioni che l’Unione europea ha trascurato da tempo”, ha dichiarato Meloni. Tra i nodi indicati figurano le regole del Green Deal, l’accelerazione del mercato unico e la semplificazione normativa.

A suo avviso, “dobbiamo riflettere su questi punti, che hanno rappresentato di fatto dei 'dazi' che l’Unione europea si è autoimposta”. In altre parole, oltre a negoziare con gli Stati Uniti, sarà necessario affrontare anche le rigidità interne dell’Europa per proteggere la competitività delle imprese.

I dazi dannosi per gli stessi Usa: Wall Street perde 5.200 miliardi

Wall Street ha chiuso la sua peggiore settimana dal marzo del 2020, nel pieno dell'emergenza Covid. Lo S&P 500 ha perso infatti 5.200 miliardi di dollari in due sedute da quando Donald Trump ha annunciato i dazi e dopo che il presidente della Fed ha detto che le tariffe potrebbero avere un impatto persistente sull'inflazione.

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