Quale sarà l’impatto del coronavirus sull’economia italiana? Le previsioni su Pil e debito pubblico
Secondo il Cerved nell’ipotesi migliore (emergenza sanitaria superata a inizio maggio) le aziende perderanno 275 miliardi. Per il Ref nel primo semestre del 2020 il Pil potrebbe perdere l’8%. Per Morgan Stanley il 2020 si chiuderà con l’economia in contrazione del 5,8% ma il rimbalzo ci sarà già nel 2021 con un + 6,7%. Il rapporto debito pubblico/pil salirà dal 133% al 147,7%

Quale sarà l’impatto del coronavirus sull’economia italiana? Gli economisti sono al lavoro per analizzare dati e fare stime, ma ormai è già chiaro a tutti che l’emergenza sanitaria lascerà in eredità una profonda recessione. Scenario che inquieta molti italiani, consapevoli del fatto che con un debito pubblico al 133% l’Italia è uno dei paesi più fragili a livello internazionale. E i massicci interventi già annunciati dal governo a sostegno dell’economia non potranno che peggiorare ulteriormente il fardello che da tempo affossa il Paese. Su un altro punto tutti sono d’accordo: l’impatto del Coronavirus dipenderà dalle misure concrete messe in campo a sostegno delle attività produttive reali sia a livello italiano che a livello europeo. In attesa di capire quali saranno le decisioni della politica non mancano però le prime previsioni economiche.
L'impatto sul giro di affari delle imprese
Il Cerved (società che valuta la solvibilità e il merito creditizio delle imprese) nei giorni scorsi ha analizzato l’impatto del Covid-19 sulle aziende italiane con riferimento a due diversi scenari. Il primo (quello più positivo) ipotizza la fine dell’emergenza a inizio maggio e una ripresa solo a partire dal 2021. Il giro di affari complessivo bruciato sarebbe di 275 miliardi. Nel secondo scenario (quello peggiore con emergenza sanitaria che dura fino a dicembre) la perdita complessiva delle imprese sale vertiginosamente a 641 miliardi (di cui 469 nel 2020 e 172 il prossimo anno).
L'impatto sul Pil nel primo semestre del 2020
Quale sarebbe invece l’impatto sul Pil? Una risposta l’ha fornita il Ref Ricerche secondo cui nel primo semestre di quest’anno il Prodotto interno lordo potrebbe registrare un calo dell’8%. "La caduta - ha spiegato il centro ricerche – sarà intensa solamente nell'ultima parte del primo trimestre, che potrebbe chiudersi con un decremento del 3% sul quarto 2019, e manifestarsi pienamente nel secondo, quando la caduta potrebbe essere di un altro 5% sul primo trimestre”.
"La chiusura delle attività in Italia - ha sottolineato ancora il Ref - durerà più a lungo e si sta estendendo a tutti i Paesi occidentali. Ai blocchi produttivi di molte attività dei servizi (tutta la filiera del turismo, i servizi di ristorazione, e le attività che comportano aggregazioni come spettacoli, manifestazioni sportive, convegnistica, e altri) si aggiunge la caduta dell'attività in diversi settori dell'industria, con chiusure di impianti, iniziate dalla scorsa settimana".
L'impatto sul Pil dell'intero 2020, su debito pubblico e disoccupazione
Sulla stessa lunghezza d’onda Morgan Stanley che per il 2002 stima un crollo del Pil italiano del 5,8%. La banca d’affari è però ottimista per il 2021 che dovrebbe registrare un rimbalzo dell’economia del 6,7%. Gli economisti del colosso finanzario prevedono anche uno scivolamento del nostro Paese in deflazione con un calo dello 0,4% dell’indice dei prezzi. In forte crescita (e non poteva essere diversamente) il debito pubblico, destinato a salire fino al 147,7% del Pil. Male anche il mercato del lavoro con la disoccupazione che nel 2020 salirà al 10,4% (dal 9,8% di gennaio) e al 10,5% nel 2021.