Borse europee in picchiata: Milano e l’Europa sotto pressione dopo i dazi USA
A picco le banche a Milano, tonfo di Tokyo e Hanoi. Volano oro e yen, giù petrolio e dollaro

Le Borse europee aprono in profondo rosso, travolte dall'annuncio dell’introduzione di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti. Piazza Affari, in particolare, registra un pesante -1,9%, trascinata al ribasso dalle banche e dai principali titoli industriali. Tra le peggiori si segnalano Bper (-4,6%), Unicredit (-4%) e Popolare di Sondrio (-3,8%). Male anche Prysmian (-3,9%), Tenaris (-3,8%) e Stm (-3%). Il comparto automotive mostra segnali negativi: Iveco cede il 2,7%, Stellantis l’1,7%. Lo spread tra Btp e Bund rimane stabile a 112 punti, con il rendimento del decennale italiano fermo al 3,75%.
Nonostante il clima negativo, alcuni titoli riescono a muoversi in controtendenza: Terna guadagna l’1%, mentre si segnala il buon andamento di A2a (+0,9%), Campari (+0,7%) e Ferrari (+0,5%). Intanto, l’aria pesante sui mercati contagia anche il resto d’Europa: Francoforte perde il 2,4%, Parigi il 2,15% e Londra l’1,43%, aggravando i timori per una nuova recessione globale.
Dazi USA e paura recessione, affondano dollaro e petrolio
L’annuncio di Donald Trump ha rinfocolato il timore di un’escalation della guerra commerciale e di un rallentamento dell’economia globale. La reazione dei mercati valutari è immediata: il dollaro si indebolisce nei confronti delle principali valute, cedendo l’1,1% sull’euro (scambiato a 1,0987), lo 0,8% sulla sterlina (1,3112) e l’1,4% sul franco svizzero (1,1497).
A rafforzarsi è lo yen, che torna ad assumere il ruolo di bene rifugio: scambia a 147,20 sul dollaro e 161,50 sull’euro.
Intanto, crollano i prezzi del petrolio: il Wti con consegna a maggio scivola a 69,87 dollari (-2,57%), mentre il Brent con consegna a giugno scende a 73,13 dollari (-2,43%).
Oro da record nella notte, poi lieve correzione mattutina
La fuga degli investitori verso asset sicuri ha portato l’oro a un nuovo record nella notte: il metallo prezioso Spot ha toccato quota 3.167 dollari intorno alle 2.00 italiane. Dopo il massimo, ha ripiegato leggermente, venendo scambiato poco prima delle 8.00 a 3.131,97 dollari, con un guadagno dello 0,5%. Il dato conferma l’intensificarsi della ricerca di stabilità da parte dei mercati, scossi dalla tensione sui dazi.
Tokyo e Hanoi in caduta libera: timori per l’export e l’inflazione
La Borsa di Tokyo chiude in netto calo, con l’indice Nikkei in flessione del 2,77%: 989 punti persi e livello minimo degli ultimi otto mesi. A pesare sono l’entrata in vigore dei dazi USA e la rivalutazione dello yen, che penalizza l’export nipponico. "Le prospettive sull’export giapponese sono sempre più complicate", sottolineano gli analisti.
Nel resto dell’Asia non va meglio: Hong Kong cede l’1,6%, Shanghai lo 0,3%, Shenzhen l’1,1%, Seul lo 0,8% e Mumbai lo 0,2%. Ma la performance peggiore è quella di Hanoi, che crolla del 6,7%. Anche i future europei e di Wall Street registrano forti ribassi, a conferma della pressione globale.
“Nei prossimi mesi le economie dell’Asean si troveranno ad affrontare mesi difficili a causa dell’impatto diretto delle forti impennate delle tariffe doganali statunitensi sulle loro esportazioni, nonché dell’impatto indiretto sulla crescita globale”, spiegano gli analisti a Bloomberg.
ASEAN sotto tiro: esportazioni a rischio e prospettive incerte
Il Sud-est asiatico è particolarmente esposto agli effetti della nuova politica commerciale americana. Vietnam, Tailandia e Singapore sono tra i partner più coinvolti, e vedono compromessa la propria crescita economica a causa delle nuove barriere tariffarie.
Le conseguenze potrebbero riflettersi in una contrazione delle esportazioni, unita a un deterioramento della fiducia sui mercati emergenti.