Bankitalia: "Senza il Rdc un milione di poveri". L'Istat avverte: "Chi lo perderà ha tra i 45 e i 59 anni"
Per Balassone si tratta di una "tappa significativa di ammodernamento nel nostro Paese". Anche l'Istituto di statistica avverte: 1 su tre lo perderà e sono per lo più uomini soli, anziani e non qualificati. Il Cnel chiede "potenziamento nella parte di accompagnamento al lavoro"

Reddito di cittadinanza al palo. E' giusto ridimensionarlo togliendolo ai cosiddetti "occupabili" oppure il danno che ne deriverà sarà pesante in termini di nuova povertà. Per la Banca d'Italia, audita dalla commissione Bilancio della Camera, dubbi non ce ne sono: la misura contenuta in Manovra che ne limita pesantemente l'impatto sociale avrà effetti negativi, soprattutto nella prospettiva di una recessione impellente. "L'introduzione del reddito di cittadinanza ha rappresentato una tappa significativa nell'ammodernamento del welfare del nostro Paese", dice il capo del servizio struttura economica della Banca d'Italia, Fabrizio Balassone, e secondo l'Inps senza reddito nel 2020 ci sarebbero stati "un milione di individui poveri in più".
Il dirigente di Palazzo Koch ha però precisato che l'attuale assetto ha delle criticità soprattutto come misura di accompagnamento al lavoro, e la "riforma annunciata dal governo potrebbe rafforzare" questo aspetto, ha aggiunto.
Istat: 1 su tre lo perderà, la metà con età tra i 45 e i 59 anni
Ma la Banca d'Italia non è sola ad avvertire sui rischi contro la limitazione di una misura che mai come adesso appare fondamentale. Facendo i conti di quanto accadrà nel 2023 l'assegno verrà decurtato a "circa 846 mila individui, vale a dire poco più di un beneficiario su cinque", nota il presidente dell'Istituto nazionale di statistica, Gian Carlo Blangiardo, anch'egli in audizione alla Camera in tema di manovra di bilancio 2023. Se si considerano poi i soli beneficiari in età compresa fra 18 e 59 anni, è il dato, il taglio riguarderà oltre un terzo di essi, spiega il presidente.
"La decurtazione della durata - spiega il presidente dell'Istat - coinvolgerebbe in prevalenza i nuclei familiari di ridotte dimensioni (in particolare coinvolge più della metà degli individui soli) e la componente maschile, e investirebbe quasi la metà dei beneficiari in età compresa fra 45 e 59 anni", ha aggiunto. Inoltre, la riduzione "comprende un terzo dei Neet fra 18 e 29 anni beneficiari del Reddito, e si caratterizza per livelli di istruzione appena più elevati rispetto alla restante platea dei beneficiari appartenenti alla stessa classe d'età".
Cnel: non abilire, ma rivedere nei punti critici
Anche il Consiglio nazionale per l'economia e il lavoro (Cnel) esprime preoccupazione. Oltre al fatto che "manca una impostazione orientata al contrasto all'evasione fiscale" e il "ricorso ripetuto allo strumento del condono" come "l'estensione del contante vanno nella direzione opposta", il presidente Tiziano Treu - anch'egli in autidione alla Camera - evidenzia "riserve e preoccupazioni sul provvedimento riguardante il reddito di cittadinanza". "Le posizioni da tempo assunte dal Cnel al riguardo invitano alla cautela. Le parti, in ogni caso, riconoscono la necessità non di abolire ma di rivedere in più punti l'istituto", ha proseguito Treu, spiegando che "l'attuazione della misura ha rivelato criticità che dovrebbero essere risolte in sede di 'manutenzione', puntando sul rafforzamento e sull'affinamento dei sistemi amministrativi che riducano al minimo il rischio di abusi".