[Il commento] Api in via di estinzione: umanità in pericolo. Un referendum per salvarle ma c’è chi insorge. E si pensa persino agli insetti-robot
Veleni, pesticidi, inquinamento, urbanizzazione, campi magnetici e mutazioni climatiche stanno eliminando le i preziosi insetti impollinatori. Un rapporto delle Nazioni Unite ha messo in evidenza come la loro scomparsa potrebbe avere effetti disastrosi per l’umanità. In Germania i Verdi raccolgono 1,7 milioni di firme in pochi giorni. Il settore agricolo però è furibondo. Un meccanismo economico che mette a rischio l’integrità della natura e non ha intenzione di fermarsi neppure davanti ai pericoli di estinzione.
Non è certo se la frase l’abbia pronunciata proprio Albert Einstein ma certamente è l’emblema del pericolo concreto che l’umanità sta correndo. “Se le api sparissero, il genere umano si estinguerebbe in 4 anni”, recita l’inquietante ammonimento. Così in certi ambiti del benestante Occidente c’è chi comincia a preoccuparsi seriamente della scomparsa di questi piccoli insetti tanto laboriosi e tanto importanti per la sopravvivenza della natura e del genere umano.
In Germania, in Baviera, dove la sensibilità verde è particolarmente elevata, come dimostrano le ultime elezioni, i Verdi hanno raccolto già più di un milione e settecento mila firme per lanciare un referendum per una rivoluzione agricola in grado di tutelare i preziosi imenotteri, di cui esistono varie specie. In sole due settimane all’iniziativa ha dato l’adesione il 18 per cento della popolazione. Ma la mobilitazione per il referendum non ha incontrato l’entusiasmo degli agricoltori, furibondi per le possibili conseguenze sui loro interessi.
Lo studio dell'Onu
Il problema però è pressante e, com’è ovvio, non riguarda solo la Germania. Veleni, pesticidi, inquinamento, urbanizzazione, campi magnetici e mutazioni climatiche stanno eliminando gli insetti impollinatori, essenziali per i cicli naturali, tanto che un rapporto delle Nazioni Unite ha messo in evidenza come la loro scomparsa potrebbe avere effetti disastrosi per le “magnifiche sorti e progressive” dell’umanità. Conseguenze inimmaginabili potrebbero prodursi sui cicli alimentari e causare addirittura, nel breve arco di 35 anni, la fine del genere umano.
La Commissione nominata dall’Onu ha diffuso i risultati del suo lavoro spiegando come le piccole api siano essenziali per l’impollinazione di frutta e verdura e in loro mancanza verrebbe semplicemente a mancare la riproduzione delle piante. Il problema per altro non è procrastinabile, perché questi insetti stanno già diminuendo a tutte le latitudini. Anzi, almeno due specie ogni cinque si starebbero già estinguendo. Insomma entro 30-35 anni, di questo passo, non ci sarà sul Pianeta più cibo sufficiente. E non c’è alternativa. “Se vogliamo continuare a nutrire il mondo dopo il 2050, gli impollinatori devono continuare ad aiutarci", ha spiegato il responsabile dello studio Simon Potts.
L'allarme Ue
L’allarme del resto è stato lanciato anche a livello di unione Europea, pur se non se ne parla a sufficienza. La Commissione Ue ha deciso poco tempo fa di promuovere una consultazione pubblica per una iniziativa nel Vecchio (e speriamo saggio) Continente. "Gli scienziati ci hanno avvertito del forte declino degli impollinatori in tutta Europa – ha dichiarato il commissario per l'Ambiente Karmenu Vella - E’ tempo di agire, se non lo facciamo, noi e le future generazioni pagheremo un prezzo molto alto". In Germania insomma si agitano incubi che dovrebbero interessare tutti.
L’iniziativa dei verdi bavaresi e di molte associazioni ambientaliste vuole imporre un tetto minimo del 20 per cento di agricoltura biologica entro il 2025, il divieto di pesticidi in molte zone della regione e corridoi larghi almeno 5 metri totalmente vietati all’agricoltura lungo gli argini dei fiumi. In Germania esistono 569 specie di api e metà di queste rischiano di sparire. In tutto il mondo le specie di questo piccolo, infaticabile e indispensabile, amico dell’uomo sono 20mila e molte si trovano sull’orlo dell’estinzione.
Agricoltori furibondi
Come spesso capita tuttavia le ragioni del creato si scontrano con gli interessi e gli egoismi umani. Gli agricoltori tedeschi sono in gran parte furibondi per l’iniziativa che rischia di incidere sul tornaconto economico del settore. Agnes Becker, responsabile del referendum, ha annunciato di voler sedersi al tavolo proposto dal governatore della Baviera, il cristiano sociale Markus Soder, per cercare una mediazione. Ma i margini sono risicati. “Andiamo a parlarne armati di buona volontà, ma la nostra proposta – ha chiarito Becker – è già un compromesso, rappresenta già una linea rossa”.
Sarà interessante vedere come finirà la vicenda, ma sicuramente “è tempo di proteggere l’ambiente e cambiare direzione in maniera radicale”, come ha detto l’esponente ambientalista.
Soluzioni aberranti
Si tratta di un problema di estrema gravità in tutto il mondo, e in particolare nell’Occidente dove le politiche di sfruttamento sfrenato delle risorse naturali stanno mettendo a rischio l’integrità dell’ambiente e la stessa sopravvivenza dell’uomo. Sarebbe perciò necessaria una seria riflessione prima che sia troppo tardi. Senza confidare troppo nelle soluzioni talvolta singolari proposte, da talune parti, pur di non interrompere un meccanismo di sfruttamento delle risorse naturali che crea ricchezza soprattutto in capo a pochissime multinazionali e persone fisiche, producendo povertà e rischi per il resto dell’umanità.
Non sarà sfuggita a molti dei lettori la notizia: si sta già studiando la possibilità di introdurre nell’ambiente delle api-robot per sostituire gli insetti veri ai fini dell'impollinazione, allorché saranno estinti. Una notizia che potrebbe dirla lunga sulle logiche di un sistema che pur di non fermare il suo incedere autodistruttivo preferisce pensare a un mondo artificiale, da sostituire a quello naturale. Cosa importa se si estinguono le api, tanto il potere economico-finanziario ti metterà in produzione le apette-robot. Una prospettiva che a ben vedere risulta aberrante.