[Il retroscena] Governo a caccia di soldi, Tria lavora alla stangata che colpirà milioni di automobilisti
Per tenere i conti in ordine il titolare del Mef sta pensando ad un aumento delle accise sul diesel
Il ministro dell’Economia Tria nel vertice con Conte, Salvini e Di Maio lo ha detto senza tanti giri di parole: “Dobbiamo reperire risorse per tenere i conti in ordine. Abbiamo preso un impegno a dicembre con la Commissione europea. Potrebbero chiederci una nuova manovra correttiva". Un discorso che apre la strada ad ipotesi inquietanti per gli italiani che, per l’ennesima volta, potrebbero essere costretti a pagare un conto molto salato per l’inettitudine di una classe politica incapace, ormai da anni, di rilanciare l’economia del Paese.
La stangata mascherata
E secondo le indiscrezioni riportate da Business insider, Tria avrebbe in testa già un piano ben preciso per rastrellare denari freschi: varare una riforma delle detrazioni fiscali (tax expenditures) per eliminare i sussidi dannosi per l'ambiente. Operazione da 16,2 miliardi di euro, teoricamente positiva, ma che in realtà maschera una vera e propria polpetta avvelenata per milioni di automobilisti: l’aumento delle accise sul diesel che ad oggi rappresenta oltre il 54% del parco auto circolante. Il gasolio vanta attualmente una accisa inferiore del 23% rispetto a quella sulla benzina e secondo i tecnici del governo questa differenza di trattamento non sarebbe giustificata.
Effetti devastanti per tutti i cittadini
Ma a pagare il conto non sarebbero solamente milioni di automobilisti. Secondo Assopetroli un aumento delle accise sul diesel per 6 miliardi colpirebbe duramente alcuni dei settori vitali dell’economia italiana: logistica, trasporti, agricoltura, marina. L’operazione di Tria si trasferirebbe inevitabilmente sulla dinamica dei prezzi con un aumento dell’inflazione. Conclusione: sarebbe una stangata per tutti.
Il giusto timing per non avere problemi elettorali
Quando potrebbe avvenire la revisione delle detrazioni fiscali? Non prima delle elezioni europee di fine maggio perché avrebbe un effetto negativo sul consenso elettorale di Lega e M5s. L’ipotesi più realistica è dunque l’estate. Periodo in cui potrebbe anche arrivare una richiesta ufficiale dell’Europa sulla necessità di varare una Manovra bis, per far quadrare i conti e rispettare gli impegni su deficit e debito pubblico assunti a dicembre.
Il costo della propaganda
Cambiano i colori politici dei governi italiani ma alla fine le ricette proposte sono sempre le stesse: partite di giro contabili che per meri scopi elettorali avvantaggiano alcune categorie di cittadini e poi ricadono (inevitabilmente) su tutta la collettività. Solo per restare ai tempi più recenti è stato così con gli 80 euro di Renzi ed ora sarà lo stesso con quota 100 e reddito di cittadinanza di Lega e M5s. Questo circolo vizioso si spezzerà solamente il giorno in cui le poche risorse a disposizione dello Stato saranno destinate non a far crescere il consenso politico ma l’economia. La crescita economica è l’unica strada percorribile per mettere a posto i conti pubblici senza continuare a vessare i contribuenti.