[Il retroscena] Sconto sui medicinali, assunzioni di magistrati e ricercatori e un fondo per le vittime dei vaccini. Ecco come cambia la manovra

I tecnici di Palazzo Chigi non riescono a consegnare per tempo gli emendamenti che cambiano la legge di Bilancio e si lavora tutta notte. Cento emendamenti vistati da Di Maio e Salvini introducono importanti novità. Tra le prime proposte che hanno avuto il via libera della Ragioneria dello Stato l’istituzione di un fondo per chi si ammala o muore dopo un vaccino e il finanziamento alla Fondazione Ebri

[Il retroscena] Sconto sui medicinali, assunzioni di magistrati e ricercatori e un fondo per le vittime dei vaccini. Ecco come cambia la manovra

 

 

La contromanovra di Cinquestelle e Lega era attesa in commissione Bilancio per le 19 di ieri sera. A metà pomeriggio gli uffici legislativi di Palazzo Chigi e del ministero dell’Economia si erano resi benissimo conto che non ce l’avrebbero mai fatta per quell’ora. Così a Montecitorio, complice il fatto  che di sabato e domenica viene abbassata l’intensità delle luci (a led) per risparmiare sulla bolletta, ha cominciato a regnare lo sconforto. I membri della commissione Bilancio, impegnati in un non stop che è iniziata giovedì, si sono organizzati per trascorrere nel Palazzo anche il sabato notte.

Non è andata meglio ai tecnici che, per conto del governo, stavano scrivendo quel testo che loro dovranno solo esaminare e poi votato. Mano a mano che gli emendamenti del governo coi quali M5s e Lega stanno riscrivendo la “manovra del popolo” venivano scritti e avevano ottenuto il via libera dai due vicepremier, venivano inviati alla Ragioneria generale dello Stato per la “bollinatura”. Tra i primi che hanno ottenuto il via libera ce n’è uno che non era atteso, ma che pure è molto caro ai Cinquestelle: con la legge di Bilancio 2018 si istituisce infatti un “fondo di ristoro per le vittime dei vaccini”.

Chi dimostrerà di essere stato  danneggiato da un vaccino avrà diritto ad un risarcimento da parte dello Stato italiano, oltre che - presumibilmente - da parte delle case farmaceutiche. Le tesi cosiddette no vax sono state condivise in passato da un pezzo del M5s, ma non hanno trovato applicazione finora nell’azione del governo.  Giuseppe Conte dice di essere favorevole alle vaccinazioni obbligatorie e anche la ministra della Salute, Giulia Grillo, non ha fatto marcia indietro rispetto all’obbligo vaccinale disposto dalla sua predecessora Beatrice Lorenzin.

Tra i primi venti emendamenti attorno ai quali si è raggiunto l’accordo e che hanno avuto il via libera dalla Ragioneria ce ne sono altri due piuttosto sorprendenti: uno prevede il (solito) finanziamento a Radio Radicale, il secondo uno stanziamento milionario per l’Istituto Ebri, che fu creato dalla scienziata premio Nobel Rita Levi Montalcini che, prima di morire, era stata anche senatrice a vita. E pensare che i pentastellati si dicono contrari ad ogni forma di finanziamento pubblico ai media e che i leghisti si erano impegnati in passato per sospendere i finanziamenti alla struttura di ricerca dopo che la scienziata aveva iniziato a sostenere a Palazzo Madama i governi di centrosinistra. 

Il Guardasigilli Alfonso Bonafede è riuscito a farsi stanziare risorse necessarie    per assumere nuovi magistrati, il suo collega all’Istruzione per la messa in sicurezza dell’edilizia scolastica specie nel Sud, mentre il premier si è premurato che ci fossero stanziamenti adeguati per la ricostruzione dei luoghi colpiti dal sisma nel Centro Italia di due anni fa, dove tutto è ancora fermo. Ci sono fondi per nuove assunzioni all’Accademia della Crusca, al Consiglio nazionale per le ricerche e per potenziare il numero unico di pubblica sicurezza 112.

In totale la “nuova” manovra, che dovrà essere prima approvata dalla commissione presieduta da Claudio Borghi Aquilini e poi andrà dritta in Aula alla Camera dove mercoledì o al massimo giovedì la attende un voto di fiducia, sarà costituita da cento diversi emendamenti. “L’hanno totalmente riscritta”, conferma, sconsolato, un deputato membro dell’organismo. Alcune proposte sono totalmente nuove, altre risultato di riformulazioni delle precedenti, come, per esempio, quella sul reddito di cittadinanza e su quota cento.  Sulla misura promessa da Luigi Di Maio e dai suoi c’è stata ieri una precisazione: “Non c’è  mai mai stata neanche per un secondo l’ipotesi di farlo scendere a 500 euro.

Sempre 780 euro”, hanno fatto sapere da Palazzo Chigi. Luigi Di Maio sembra però essere disponibile, per la prima volta, a concedere qualcosa alle richieste della Ue, che vuole  diminuire i saldi, cioè le dimensioni della manovra: “Noi non tradiremo gli italiani. Quindi se non si chiede al Governo di tradire gli italiani, possiamo portare avanti tutti i punti di caduta e compromessi che vogliamo”. I pentastellati insistono per tagliare  subito le cosiddette pensioni d’oro, mentre la Lega vorrebbe che arrivasse contestualmente anche “quota 100”.  “Non rinunciamo alla prospettiva delle riforme che caratterizzano l’azione del governo”, dice il premier da Buenos Aires.

Nella contromanovra di dicembre saranno incluse misure a favore delle famiglie come la proroga del bonus asili nido, i voucher per le baby sitter, il prolungamento di un altro anno del bonus per i 18enni, il raddoppio dei congedi per i padri. Non ci saranno, invece, la riduzione dell’Imu sui capannoni che era fortemente voluta dalla Lega  e il taglio dei premi Inail. La Ragioneria ha dato il via libera anche ad alcuni emendamenti che prevedono sconti per i medicinali acquistati in farmacia e risorse per finanziare un fondo per i medicinali innovativi. Fatto sta che dopo due mesi di bocciature e di no, di polemiche anche aspre del governo contro “i tecnici dell’economia”, è arrivata una prima apertura di credito da parte di un organismo contabile di garanzia alla Manovra gialloverde.

All’Ufficio parlamentare di bilancio considerano verosimile la stima fatta dal governo sull’impatto degli investimenti pubblici previsti che salirebbero vertiginosamente fino al 2021.  Si parte dai 33 miliardi del 2018 per arrivare a circa 46 nel 2021 grazie al “all’effetto moltiplicatore in termini di incremento della domanda aggregata”. Per arrivare a questo risultato, che significherebbe più lavoro e più crescita, lo stesso ufficio suggerisce di rimuovere gli ostacoli che sino ad oggi hanno impedito ai governi di spendere effettivamente le somme stanziate modificando, per esempio, il Codice degli appalti. Della finanziaria dell’anno scorso, infatti, sono rimasti fermi nelle casse dello Stato quasi 5 miliardi di euro.