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Borse a picco, non bastano le mosse a sorpresa della Fed. Si teme il credit crunch: ecco cosa è

I mercati azionari europei riducono le perdite rispetto ai minimi di giornata ma chiudono in profondo rosso. A Wall Street peggior tonfo dal 1987

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
Borse a picco, non bastano le mosse a sorpresa della Fed. Si teme il credit crunch: ecco cosa è

Non accenna a placarsi la crisi di Piazza Affari e degli altri principali mercati azionari europei che anche oggi hanno chiuso in profondo rosso. Male anche Wall Street. Le mosse a sorpresa annunciate dalla Federal Reserve non sono bastate a rassicurare gli investitori. Purtroppo pesa come un macigno l’allargamento del coronavirus su scala mondiale e il timore che il suo impatto sull'economia reale possa alimentare un pericoloso credit crunch, ovvero una crisi di liquidità che mette in ginocchio le aziende, in particolare quelle più piccole. 

Questa la performance odierna delle principali Borse del Vecchio Continente 

Ftse Mib (Milano) -6,12%
Dax (Francoforte) –5,26%
Ftse 100 (Londra) -4,13%
Cac 40 (Parigi) –5,75%
Ibex 35 (Madrid) -7,94%

Seduta schock anche per Wall Street che ha chiuso la giornata con il peggior ribasso dal 1987. Il Dow Jones ha segnato un –12.93%  e il Nasdaq un -12,32%. Sulla borsa americana hanno pesato anche le parole del presidente Donald Trump secondo cui la crisi del coronavirus durerà negli Stati Uniti almeno fino a luglio e agosto. Sul mercato obbligazionario ancora sotto pressione lo spread Btp/Bund, risalito fino a 262 punti. Sul mercato energetico, non si è fermato il ribasso del prezzo del petrolio, sceso ai minimi dal 2016. 

Le mosse della Fed

La banca centrale americana ha portato a zero i tassi di interesse e ha lanciato un nuovo Qe (Quantitative easing) per acquistare 700 miliardi di dollari di titoli di Stato al fine di sostenere l'economia e proteggerla dall'impatto del coronavirus. Cifra che (sempre a sorpresa) è ulteriormente lievitata di ulteriori 500 miliardi in un'asta pronti contro termine a un giorno (repo overnight). L'asta non era in calendario e mostra la volontà della Fed di offrire al mercato tutta la liquidità di cui ha bisogno.

Mille miliardi di liquidità dal Fondo Monetario

Ad irrobustire il bazooka della liquidità ci ha pensato anche il Fondo monetario che ha annunciato la decisione di mettere in campo mille miliardi di dollari per contrastare gli effetti del Coronavirus. Ma, ha ammonito l’istituto con sede a Washington, gli interventi vanno coordinati.

Il rischio credit crunch 

Perché Fed, Fmi e Bce hanno annunciato in tutta fretta robuste iniezioni di liquidità nel sistema economico? L'obiettivo è quello di evitare un credit crunch ovvero una crisi di liquidità che può alimentare una pericolosa ondata di fallimenti a catena, dalle conseguenze devastanti. L'epidemia del coronavirus di fatto sta congelando diversi settori dell'economia. Per le aziende questo si traduce in un calo delle entrate e di conseguenza delle risorse a disposizone per far fronte a scadenze e pagamenti. Molte (soprattutto le più piccole) rischiano di non farcela. Le iniezioni di liquidità annunciate dalle banche centrali hanno come obiettivo quello di garantire sufficienti linee di credito ed evitare quindi il credit crunch.  

Ora si attende la politica

L'azione di Fed e Bce da sola non è però sufficiente. Il mercato attende ora le risposte della politica. Gli occhi degli investitori sono puntati in particolare sull'Unione Europea chiamata a mettere da parte (almeno per una volta) il rigore finanziario e mettere in campo misure eccezionali per affrontare una crisi senza precedenti. 

Stretta dell'Esma sulle vendite allo scoperto

Nel frattempo l'Autorità europea dei mercati (Esma) ha deciso di operare una stretta sulle vendite allo scoperto che notoriamente hanno l’effetto di amplificare i ribassi dei mercati. Ancora una volta una decisione tardiva che sarebbe dovuta arrivare molto prima. 

 

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
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