[La storia] Il governo boccia l’acquisto dei droni made in Italy: 1000 lavoratori rischiano di finire a casa
La Difesa ha deciso di non spendere 250 milioni per 8 velivoli senza pilota prodotti dalla Piaggio Aerospace e fermi negli hangar

Questa volta l’aiuto di Stato per salvare un business in difficoltà non c’è stato. Il ministero della Difesa ha deciso di risparmiare i 250 milioni di euro necessari per acquistare 8 velivoli senza pilota prodotti dalla Piaggio Aerospace e frutto del programma P1HH, che ha modificato in drone il loro aereo di maggior successo, il piccolo turboelica P180.
Le critiche delle forze armate
“Otto pezzi di ferro” aveva dichiarato qualche settimana fa il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, Alberto Rosso, nel corso di una audizione parlamentare. Giudizio severo motivato, secondo l’alto ufficiale, dal fatto che “i velivoli sono egregi per quanto riguarda la parte di volo ma superati per funzionalità elettroniche e sensoristiche”.
La denuncia del sindacato
Gli aerei senza pilota sono stati già prodotti e sono fermi da tempo negli hangar della Piaggio Aerospace che purtroppo non naviga in buone acque. La notizia è stata accolta con apprensione dai 1000 lavoratori e dai sindacati. Sulla vicenda si è espresso anche il leader della Cgil, Maurizio Landini. “L’epilogo è sconcertante e drammatico, chiediamo al governo di assumersi fino in fondo le proprie responsabilità per scongiurare un declino che appare irreversibile se non verranno mantenuti gli impegni più volte assunti” ha denunciato il noto sindacalista.

Le promesse della Difesa
E una mano all’azienda il governo dovrebbe comunque darla. La ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, ha promesso la sostituzione dei P180 attualmente in dotazione delle forze armate con nuovi modelli. “Mi adopererò – ha rassicutrato – affinché ciò avvenga”.

La crisi e il cambio di proprietà
Una piccola speranza dunque per i 1000 dipendenti che, come comprensibile, vivono con estremo disagio il futuro incerto dell’azienda, una delle più importanti nel settore aeronautico italiano, con una sede a Genova Sestri e una a Villanova d’Albenga in provincia di Savona. Attualmente la Piaggio Aerospace è in amministrazione controllata dopo l’abbandono dell’azionista di maggioranza, il fondo sovrano Mubadala, degli Emirati arabi.
La protesta dei dipendenti
Tra i lavoratori tanti gli ingegneri e le professionalità di altissimo livello. Una azienda che ha riempito di orgoglio i dipendenti fino agli anni ’90 quando è iniziata la crisi che ha portato all’ingresso degli arabi nel capitale. “Ci sentiamo abbandonati, si è persa la cultura aziendale e la dirigenza ha vissuto una crisi di personalità forte” ha denunciato un ingegnere 64enne che ha partecipato alla manifestazione di protesta organizzata a Savona per sensibilizzare l’opinione pubblica e la collettività. L’attenzione del sindacato è forte e, almeno a parole, c’è anche l’impegno del governo a dare un aiuto. La speranza è che questo pezzo importante del made in Italy possa essere salvato.