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[Il punto] Di Maio: ecco come la nostra manifattura può battere quella tedesca e diventare la prima in Europa

I dati economici negativi non deprimono il Capo politico del M5s che continua a vedere un futuro radioso per il nostro Paese a patto di “puntare sulla innovazione”.

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
Di Maio continua a crederci: possiamo diventare la prima manifattura in Europa

Più forti dei tedeschi. Ci crede Luigi Di Maio e lo dice senza tanti giri di parole. “Penso che l’Italia possa diventare la prima forza manifatturiera in Europa” ha dichiarato chiudendo a Torino la presentazione del Fondo nazionale dell’innovazione.

Innovazione che per il ministro dello Sviluppo è la chiave del successo. “Non va relegata alle startup – ha spiegato – in quanto stiamo parlando di uno strumento trasversale che ci consentirà di rilanciare il manifatturiero. Sarà la nostra grande sfida”.

Tanti ostacoli da abbattere 

Il vicepremier ha però ammonito che non sarà semplice. “Oggi non abbiamo risolto tutti i problemi. Ci sono tanti ostacoli da abbattere. Ma stiamo gettando le basi perché possano esserci dati meno sconfortanti e più incoraggianti non solo per il mondo dell’innovazione ma per tutta l’economia italiana”.

Siamo alla vigilia di un boom economico 

Di Maio continua dunque a professare ottimismo nonostante l’evidente crisi dell’economia italiana che, come noto, è caduta tecnicamente in recessione con un tasso di crescita negativo del Pil nel terzo e nel quarto trimestre del 2018. Lo scorso gennaio parlando agli Stati generali dei Consulenti del lavoro si è detto fiducioso sul fatto che “nel nostro Paese possa rinascere un nuovo boom economico analogo a quello degli anni ‘60”.

Sviluppo trainato dalle autostrade digitali 

E anche in quell’occasione Di Maio ha puntato sulla tecnologia. Cinquanta anni fa "la crescita è stata guidata dalla costruzione delle grandi vie di comunicazione", nei prossimi anni "sarà invece trainata dalle autostrade digitali”. Il vicepremier ha citato anche il grande imprenditore Adriano Olivetti secondo cui “il lavoro era la sfida più grande dei tempi moderni”. Per Di Maio l’Italia può avere successo nella creazione di occupazione solo se riesce a trasformarsi “in una smart nation”.

Giusto puntare sulla innovazione

Le idee del Capo politico dei Cinquestelle sono dunque chiare: l’innovazione tecnologica deve essere la stella polare per guidare l’Italia fuori dalle secche della crisi economica. Su questo punto nulla da obiettare. Abbracciare pienamente la rivoluzione digitale in corso è l'unica possibilità che il nostro Paese ha per aumentare la produttività e cambiare passo rispetto agli ultimi anni. 

I problemi economici di breve periodo 

Non si può però non notare che l'ottimismo di Di Maio rischia di apparire forzato e quasi irrealistico in quanto l'innovazione può giocare un ruolo fondamentale nel medio-lungo periodo ma non nel breve. E (purtroppo per noi) le sfide che ci aspettano al varco nei prossimi mesi sono molto importanti. A causa del rallentamento economico i conti pubblici sono destinati a finire fuori controllo. L'obiettivo di un deficit al 2,04% concordato con Bruxelles per il 2019 è ormai irrealistico e il governo sarà certamente obbligato a varare una Manovra correttiva.

Il circolo vizioso dell'economia italiana 

L'esecutivo dovrà trovare nuovi denari che si aggiungono ai 23 miliardi di euro necessari per evitare l'aumento dell'Iva previsto a partire dal 1 gennaio 2020 (come clausola di salvaguardia) che farebbe galoppare l'inflazione già in crescita, deprimere i consumi e aggravare la recessione in corso. Su questi temi il ministro dello Sviluppo non ha detto nulla. E senza una soluzione ai problemi economici di brevissimo termine è difficile, per chiunque, immaginare un futuro radioso in cui la manifattura italiana è addirittura più forte di quella tedesca. 

 

 

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
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