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[Il punto] Anche l’Fmi vede nero sulla crescita dell’Italia. Ecco la sua previsione per il 2019

Secondo gli economisti del noto organismo internazionale quest’anno il Pil salirà di uno striminzito 0,1%.

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
[Il punto] Anche l’Fmi vede nero sulla crescita dell’Italia. Ecco la sua previsione per il 2019

“L’Italia non cadrà in recessione nel corso del 2019 ma la crescita si fermerà allo 0,1%”. Questa la previsione degli economisti del Fondo monetario internazionale (Fmi) contenute nell’Outlook di aprile sull’economia globale. Le stime del noto organismo divergono dunque leggermente da quelle dell’Ocse che vede una contrazione dell’economia dello 0,2%. Confermate invece le previsioni per il 2020 con la crescita che dovrebbe risalire allo 0,9%.

Pesa la debolezza della domanda interna

Gli economisti dell’Fmi hanno spiegato che la crescita è stata vista al ribasso a causa “della debole domanda interna”. Spiegazione che dovrebbe allarmare il governo dato che su destino degli italiani pende la spada di Democle dell’aumento dell’Iva da 23 miliardi previsto a partire dal 1 gennaio del 2020. Evento che manderebbe ko i consumi e dunque aggraverebbe ulteriormente l’attuale fase di stagnazione.

Il dibattito sulla flat tax 

Tuttavia in questi giorni le forze di governo più che prendere atto del peggioramento dello scenario economico e dunque dei conti pubblici continuano a fare nuove promesse e a litigare. Il cavallo di battaglia per le elezioni europee di fine maggio è la flat tax, che costerebbe almeno 13/14 miliardi di minori entrate.

Le rassicurazioni di Tria

Nel corso di una intervista al quotidiano la Repubblica, il ministro dell’Economia ha provato ad essere rassicurante sulla tenuta della nostra economia e dei conti pubblici. Ha liquidato come indiscrezioni non vere le voci dei suoi continui litigi con le principali forze di governo ma la sua posizione è alquanto debole. Come è drammaticamente emerso pochi mesi fa nel corso della preparazione delle Legge di Bilancio, quando la sua linea delle fermezza ha capitolato di fronte al pressing di Di Maio e Salvini. Solamente l’intransigenza della Commissione Europea ha costretto il governo Conte a ridurre l’obiettivo del deficit per il 2019 dal 2,4% al 2,04%. Obiettivo che non sarà raggiunto proprio a causa della frenata dell’economia e che potrebbe costringere il nostro Paese a varare una manovra bis dopo le elezioni europee.

Frena anche la Germania 

Purtroppo il contesto internazionale non contribuisce ad aiutare il governo Conte. Gli economisti dell’Fmi hanno ridotto anche le previsioni della Germania. La locomotiva dell’Eurozona quest’anno dovrebbe crescere dello 0,8%, mezzo punto percentuale in meno rispetto alle stime dello scorso gennaio e oltre un punto rispetto alle previsioni di ottobre.

Italia fattore di rischio per Europa

L’Italia è indicata dai tecnici del Fmi come uno dei fattori di rischio per l’Europa assieme alla Brexit. “Un periodo prolungato di alti rendimenti dei titoli pubblici – hanno spiegato - aumenterebbe lo stress sulle banche, con conseguenze sull’attività economica e sulla dinamica del debito”. Tradotto in termini più semplici: bisogna fare ancora molta attenzione sullo stato di salute del nostro sistema bancario.

Paese in balia della campagna elettorale perenne 

La lista dei pericoli potenziali è dunque molto lunga e pesante. Chi guida il Paese dovrebbe avere il compito di prenderne atto e preparare le opportune risposte. Purtroppo però i cittadini sono costretti ad assistere al solito teatrino fatto di slogan e promesse elettorali utili solo a far crescere i consensi, ma non a rassicurare gli imprenditori e gli investitori. In queste condizioni il ritorno della crescita economica è molto improbabile.

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
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