[La storia] Amazon senza limiti: diventa operatore postale in Italia. Il settore trema
La società americana è stata inserita nell’elenco degli operatori pubblicato dal Mise. E’ solo l’ennesimo capitolo della strategia di diversificazione seguita da Jeff Bezos che punta a far diventare la sua azienda la più potente conglomerata del mondo
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Amazon non finisce di stupire. L’azienda fondata da Jeff Bezos, leader mondiale del commercio elettronico, ha ottenuto il via libera per entrare nel mercato degli operatori postali italiani. L’ufficializzazione è arrivata con l’inserimento di due aziende controllate dal colosso americano (Amazon Italia Logistica e Amazon Italia Trasport) nell’elenco degli operatori pubblicato dal Ministero dello sviluppo economico (Mise).
La sanzione del Mise
La decisione di Amazon di diventare operatore postale è stata in realtà imposta dall’Agcom (l’autorità delle telecomunicazioni) che ha punito l’azienda americana con una sanzione di 300 mila euro per svolgimento abusivo di un servizio analogo a quello postale. A questo punto la multinazionale di Seattle potrà sfruttare la sua enorme rete logistica per entrare a tutti gli effetti nel settore e diventare leader indiscusso delle consegne a domicilio.
La liberalizzazione del mercato
Ma il colosso americano potrebbe anche decidere di spingersi oltre fornendo qualsiasi altro tipo di servizio. Nell’agosto del 2017, il governo Gentiloni ha completato la liberalizzazione del settore togliendo a Poste Italiane il monopolio nei servizi di notifica e comunicazione degli atti giudiziari e delle violazioni del Codice della Strada. Proprio Poste Italiane sembra essere il soggetto che più di tutti pagherà l’ingresso in campo di Amazon.

L'espansione di Amazon
L’azienda di Bezos ha ormai alle spalle una lunga esperienza nello sviluppo di nuovi business. Nell’immaginario collettivo è semplicemente un sito di commercio elettronico. Pochi sanno che in realtà il 60% dei suoi utili dipendono da Amazon Web Services, la divisione che si occupa di fornire servizi tecnologici alle aziende. E ugualmente pochi sanno che tra le varie cose Amazon è un produttore di hardware (il Kindle è il suo dispositivo più noto), un editore (da tempo ha rilevato il noto quotidiano americano Washington Post), un produttore di film e serie tv originali distribuite su Amazon Prime Video, un venditore fisico (ha acquistato la catena di supermarket americani Whole Foods Market), un fornitore di servizi di intelligenza artificiale (Alexa) e punta a diventare un operatore finanziario per offrire prodotti concorrenti a quelli delle banche tradizionali.
L'ascesa in Borsa
L’ascesa di Amazon è stata premiata dai mercati finanziari. Il titolo della società lo scorso settembre ha raggiunto una capitalizzazione superiore ai mille miliardi di dollari. La seconda azienda al mondo, dopo Apple, a raggiungere questo traguardo. Rispetto ai massimi di settembre il titolo ha subito una drastica correzione (più del 20%) ma sono in tanti a pensare che la corsa non sia finita.
Bezos l'uomo più ricco del mondo
Lo scorso marzo Forbes ha indicato Jeff Bezos come l’uomo più ricco del mondo con un patrimonio personale di 112 miliardi di dollari. Il fondatore di Amazon a differenza di Jack Ma (il fondatore del colosso cinese dell'ecommerce Alibaba) non ha però per il momento nessuna intenzione di ritirarsi dal business per dedicarsi alla filantropia. Pochi giorni fa in un discorso davanti ai suoi dipendenti ha ammonito che “Amazon non è troppo grande per fallire” e che un giorno “andrà in bancarotta”. “Ma – ha proseguito – il nostro compito è rinviare il più possibile l’arrivo di questo giorno rimanendo ossessionati dai clienti”. Niente più che un discorso motivazionale dunque, che dimostra che la fame di questo geniale imprenditore è più grande che mai. Gli avversari sono avvisati, compreso Poste Italiane.
