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La resistenza di Zen, così Campo Dall'Orto resiste agli attacchi del Cda Rai. Lo sfogo del consigliere: "Non c'è un piano B"

Il direttore generale resta in sella: "se crollo, finisce l'innovazione". Il rischio Corte dei Conti in caso di ingiusto licenziamento

Monica Settadi Monica Setta   
Campo Dall'Orto insieme a Monica Maggioni

Dieci ore di riunione, un lunghissimo consiglio di amministrazione cominciato alle 8 di mattina con il cappuccino e la brioche, finito alle 20 fatta eccezione per una pausa-tramezzino. Una riunione fiume del cda Rai pronto a sfiduciare il direttore generale, sotto attacco della politica (chiede la sua testa il Pd che lo ha nominato, ma lo vorrebbe caldamente fuori anche il potente Angelino Alfano) non è riuscita a scalfire l'umore dell'impassibile Antonio Campo Dall'Orto ribattezzato da ieri nei corridoi di viale Mazzini "Antonio Zen" per lo stile serafico e l'inossidabile fair play. Non sappiamo - ma lo temiamo fortemente - se Campo abbia davvero avuto la tentazione di andare sotto nel cda. Se la presidente Monica Maggioni, infatti, avesse chiamato la "conta" dei consiglieri, sulla delibera - raccontano a Tiscali.it i bene informati - il direttore generale avrebbe portato a casa forse uno o due voti. Ma la verità è che forse a Campo l'ipotesi di lasciare da "martire" non sarebbe affatto dispiaciuta. Chissà.

Di sicuro, il manager di Conegliano Veneto esce dalle ultime prove decisamente rafforzato (ciò che non ammazza, fortifica, giusto?) perché lui alle obiezioni del cda ha fornito tutte le risposte. Piano editoriale? Eccolo, è pronto. "Come è pronto, ma se nonè  cambiato nulla?", obiettano i consiglieri di minoranza. Tranquilli, Campo assicura che le modifiche verranno fatte nel triennio soprattutto sul tema della flessibilità. Altro argomento: la testata web. Intanto, facciamola, spiega il dg. Il problema, aggiunge, non sarà certo la vice direzione a Milena Gabannelli già giornalista di Report, simbolo indiscusso di libertà e trasparenza nell'informazione. No, rispondono i consiglieri, il nodo non è la Gabanelli, anche noi come te, caro direttore generale, vogliamo per la Rai il portale più importante d'Italia (pur senza aprire una nuova testata).

Insomma, ora dopo ora, racconta chi c'era, le distanze fra cda e Campo si sono andate sempre più accorciando con il risultato finale che ē il seguente: fino al prossimo consiglio del 22 Campo resta al suo posto, ma probabilmente anche molto oltreperché  secondo voi chi fra i politici che predicano una Rai "liberata" dai partiti si prenderebbe la responsabilità di licenziare un dg voluto dall'ex premier oggi segretario del Pd Matteo Renzi? A tutti, più o meno, piacerebbe che Campo lasciasse - scusate il gioco di parole- campo...libero, ma l'ordine di "licenziamento" non solo non arriva, ma noi dubitiamo fortemente che possa arrivare (perlomeno da Renzi che adesso deve costruire la sua squadra ed ha già una serie di grane).

Se così fosse, taglia corto un altro consigliere, Campo diventerebbe davvero un martire perché porterebbe via con se il leit motiv della innovazione di processo o prodotto che ha caratterizzato la sua stagione al vertice Rai. Nè il cda - più unito di quanto possa sembrare-è  disposto a seguire diktat politici (o presunti tali) licenziando un manager con i costi di trattamento di fine rapporto o gli inevitabili "prezzi" del nuovo ingaggio (si parla di Vincenzo Novari o Paolo Del Brocco) che finirebbero per essere prima o poi imputati sui loro budget personali da un intervento della Corte dei Conti. Non ci sono soluzioni dunque, Campo potrebbe restare con un patto da stipulare il prossimo cda che lo vincoli a realizzare alcune cose condivise con il consiglio. Innanzitutto, i palinsesti.

Il cda vuole che il dg vada in commissione di vigilanza per anticipare programmi o volti prima dell'annuncio ufficiale fissato per il 28 giugno perchē al momento nessuno riesce a saperne nulla (la cosa più intrigante della Rai sono i programmi ed i conduttori). Quello di ieri è stato un consiglio di amministrazione in salita per il direttore generale, che ormai si trova in difficoltà a ottenere il via libera alle sue proposte: era già accaduto per le nomine di società satelliti (ieri c'è stato un rinvio anche per i vertici di Raicom) oltre che sui piani di produzione. E anche sull'annosa questione del tetto per gli stipendi agli artisti nell'ultima riunione si era deciso di rimandare il tutto al 2 giugno. Insomma, il racconto del cda è la cronaca di un difficile guado con Campo Dall'Orto che anche oggi - viene raccontato - è stato nel mirino dei consiglieri di maggioranza che hanno molto criticato il suo piano pur illustrato con dovizia di slide.

Divergenze e frizioni che oggi sarebbero state particolarmente evidenti anche tra il dg e la presidente Monica Maggioni. Su un punto soprattutto ci si sarebbe soffermati: la testata digitale deve essere separata o insieme al resto dell'informazione di flusso, dunque con Rainews24?Alla fine si è deciso di rinviare il tutto, di evitare uno show down che se si fosse arrivati al voto come dicevamo prima forse sarebbe stato inevitabile. Campo Dall'Orto avrebbe capito che forse era meglio darsi altro tempo. "Prendo atto – avrebbe detto - che c'è bisogno di una più approfondita verifica e quindi vi propongo di parlarne alla prossima riunione".

Che è già stata fissata per il 22 maggio. "La verità – spiega un consigliere di opposizione – è che gli stessi che lo hanno nominato non hanno più alcuna fiducia nel dg ma non hanno ancora pronto il piano B, per questo non affondano il colpo". Il cda è tornato anche ad occuparsi delle osservazioni dell'Autorità nazionale anticorruzione viste anche le lettere con richiesta di chiarimenti inviate dai consiglieri di maggioranza Franco Siddi e Rita Borioni da un lato e da quello di opposizione Giancarlo Mazzuca dall'altro. Dg e presidente avrebbero dato rassicurazioni raccontando l'esito dell'incontro avuto con Raffaele Cantone. Aspettando Godot antonio Zen va avanti. Forse fino alla scadenza del suo mandato nel 2018. Auguri. 

Monica Settadi Monica Setta   
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