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Villa Certosa e i suoi misteri e inganni. Un libro che consegna Berlusconi a una storia che non può tornare

Ricordate gli scatti dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi attorniato da ragazze-ancelle forse appena maggiorenni? Le vicende di quegli anni nel libro di Antonello Zappadu, "Vi presento Berluscolandia"

Guido Ruotolodi Guido Ruotolo   
Villa Certosa e i suoi misteri e inganni. Un libro che consegna Berlusconi a una storia che non pu...

Sfoglio Vi presento Berluscolandia, il libro (Edizioni Mondo Nuovo) del mio amico Antonello Zappadu di Pattada, Sassari, il paese dei “coltelli”, che sta per uscire in libreria. Mi torna alla mente quella telefonata. Era il 2009 non ricordo il giorno. Mi trovavo in treno rientrando a Roma da Napoli. Era il fratello di Antonello, Tore, che mi accennava alle denunce e controdenunce dell’avvocato Ghedini e di Antonello. La voce era disturbata, non capivo l’oggetto della conversazione, gli dissi soltanto che una volta a Roma l’avrei richiamato.

Quel giorno lo “scandalo” di Villa Certosa stava per diventare pubblico. Per un giornalista quella chiamata meritava un voto alla Madonna di Pompei, insomma ero stato prescelto come strumento per rendere pubblica una storia sconvolgente. Volai a Cagliari e Antonello Zappadu nel viaggio in auto fino a Olbia mi consegnò la “chiavetta” e potei sfogliare una buona selezione, forse il ”meglio”, delle 80.000 foto scattate da Zappadu a Villa Certosa, la residenza estiva di Silvio Berlusconi che si trova a Porto Rotondo in Sardegna.

Foto la cui esistenza creò uno scandalo mondiale nonostante che per molti quelle foto rimanessero un oscuro oggetto del desiderio perché sequestrate, in Italia, dall’autorità giudiziaria. Ma Antonello riuscì a trasferire in Colombia, dove vive con la moglie e figli, quell’ardhivio fotografico straordinario.

Ricordate gli scatti dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi attorniato da ragazze-ancelle forse appena maggiorenni? E i ministri di paesi esteri con gli attributi al sole? E le polemiche sulla vigilanza della villa, che faceva acqua da tutte le parti? Dieci anni dopo esce Vi presento Berluscolandia: è Villa Certosa la protagonista del libro di Antonello Zappadu.

La villa del piacere e del desiderio

La villa del piacere e del desiderio, cento ettari di terra in uno dei paradisi terrestri, la Costa Smeralda. Zappadu parte dall’inizio della storia, anni ‘70, quando la proprietà di soli quattro ettari e mezzo, con all’interno un piccolo rudere, passa dalle mani di Flavio Carboni (faccendiere sardo) a quelle di Berlusconi il quale all’epoca la volle battezzare: “Il Monastero”.

A sfogliare il libro viene un po’ il magone, ripensando a quei fantastici anni che abbiamo vissuto (noi giornalisti). Berlusconi e le escort, le feste e i festini, Mirek Topolanek, i voli di Stato e gli avvisi di garanzia, gli abusi edilizi, le tombe fenicie con i suoi reperti archeologici, i disastri idrogeologici, il tunnel sottomarino, il Tempio di Salomone, il bunker, giostre e giostrine, il villaggio nuragico, la foresta incantata la grotta di Pinocchio, le testuggini caraibiche, i servizi segreti… i cecchini.

Che tristezza oggi con il premier Conte e i vice Salvani e Di Maio. Un attimo di sussulto l’abbiamo vissuto solo con il Twitter della Isoardi che ritrae lei con Matteo Salvini sul letto. Il resto è una noia mortale se non fosse per le crociate salviniane e i bracci di ferro tra Lega e Cinque Stelle.

È vero che l’epopea di Villa Certosa l’ha raccontata (divinamente per il sottoscritto) il regista Sorrentino (Loro 1, Loro 2), ma il libro di Zappadu ripercorre un cammino fatto con il batticuore. È un viaggio nel lato oscuro di Villa Certosa, fatto di trasgressioni umane e del diritto. Vale la pena leggerlo. Perché è diventato già un libro di storia, pur essendo il racconto di Antonello un insieme di eventi di cronaca. E un po’ di nostalgia ti prende leggendo il libro. Sembra passato un secolo. Silvio Berlusconi oggi ricorda il clone di se stesso. È sul viale del tramonto anche se non lo sa ancora. Il libro lo rianima, gli restituisce l’onore perduto delle armi. Un epitaffio di un vecchio combattente che pensava di essere impunito per volontà di Dio. Ma è finito nella polvere della storia.

Guido Ruotolodi Guido Ruotolo   
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