[L’analisi] L’assurdo video show del deputato eletto e arrestato è un messaggio in codice. Che parla di massoneria
De Luca si ritiene vittima di questa congiura e spiega, nel video postato su Facebook, che dei quindici procedimenti a suo carico, la magistratura messinese ne aveva archiviati 14. E del quindicesimo, nel giugno del 2015 era rimasta solo l’accusa di evasione fiscale. «Fa ridere questa accusa. Io sarei il regista di una evasione di un ente collettivo? Come è possibile?»
Agli arresti domiciliari da poche ore e subito il neoeletto deputato regionale di Messina, Cateno De Luca, attraverso la sua pagina Facebook registra un messaggio urbi et orbi, perché chi debba intendere intenda.
Un messaggio oscuro. Un avvertimento e una difesa d’ufficio. Prende di mira la massoneria, indica un personaggio facilmente identificabile, imparentato con un magistrato, politico noto in città,che gli avrebbe annunciato il suo imminente arresto. E fa intendere che questo complotto contro di lui nasce perché il primo gennaio scorso annunciò pubblicamente che avrebbe voluto candidarsi a sindaco di Messina.
È vero, Messina, «provincia babà», è terra di congiunzione tra la mafia e la Ndrangheta calabrese. E tra le due massonerie delle città sullo Stretto, Messina e Reggio Calabria. Tutto vero. Con i figli dei boss della ‘Ndrangheta che studiano all’Università di Messina, e gli interessi indicibili che legano le logge massoniche inquinate dai mafiosi.
Cateno De Luca si ritiene vittima di questa congiura e spiega, nel video postato su Facebook, che dei quindici procedimenti a suo carico, la magistratura messinese ne aveva archiviati 14. E del quindicesimo, nel giugno del 2015 era rimasta solo l’accusa di evasione fiscale. «Fa ridere questa accusa. Io sarei il regista di una evasione di un Ente collettivo? Come è possibile?».
Scrive il neodeputato regionale sul web: «Nei prossimi giorni saprete il perché non vogliono che io faccia il sindaco di Messina. Ringrazio i militari che stamattina alle ore 7:25 hanno suonato alla mia porta per arrestarmi in quanto sono stati un esempio di professionalità, gentilezza e riservatezza. Li aspettavo da qualche giorno. Da lunedì un amico comune di quel politico imparentato con un magistrato, mi ha avvisato che i poteri forti di Messina, la massoneria e vari ambienti avevano deciso che sarei stato arrestato».
Scrive De Luca: «Ora sono agli arresti domiciliari a Fiumedinisi e penso solo a preservare mia moglie, i miei figli, la mia famiglia dall'ulteriore calvario giudiziario che li attende. Chiedo scusa ai miei sostenitori ed elettori per ciò che subiranno nei prossimi giorni. Posso solo dirvi che i fatti contestati risalgono al periodo 2007 - 2012 per i quali risulta pendente presso la commissione tributaria regionale un procedimento: mi contestano che io avrei agevolato il CAF FENAPI ad evadere il fisco e quindi non sarei io l'evasione ma il CAF FENAPI di proprietà della FENAPI che ha oltre 300 mila soci».
Il deputato arrestato rivela di aver saputo che la richiesta di custodia cautelare nei suoi confronti risale al 10 gennaio 2017, ed il GIP «per motivi a noi non troppo ignoti ha firmato l'ordinanza di arresto il 3 novembre 2017». Infine, si congeda dai suoi elettori: «Pregate per me e per la mia famiglia e per gli altri indagati che nulla c'entrano in questa storia."Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli". Condividete se potete il presente post. Vi saluto offrendovi virtualmente il caffè del galeotto».
Ecco confezionato l’identikit di un altro martire della ingiustizia. Un impresentabile che passerà alla storia per essere stato arrestato a poche ore dalle elezioni e quando ancora non ha prestato il giuramento. Associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale. Probabilmente la decisione di De Luca di difendersi fuori dal processo attaccando i magistrati inquirenti sarà un elemento di valutazione per chiedere al gip una ordinanza di custodia cautelare in carcere, avendo l’indagato dimostrato di essere in grado di inquinare le prove.