Spedizione punitiva contro la fidanzata della figlia. In carcere padre e complice, spari contro casa della ragazza
Al momento dell'agguato la giovane era in casa con la madre, la sorellina, il fratellino e una conoscente. I proiettili raggiunsero l'interno dell'appartamento e si conficcarono nel soffitto senza ferire nessuno.
Una lite tra ragazzine per un presunto tradimento, l'incomprensione di un padre che non accetta la relazione omosessuale della figlia, e i legami con uno dei clan mafiosi del territorio. Si inserisce in questo contesto la spedizione punitiva compiuta dal padre di una 13enne della provincia di Bari per vendicare il "patimento amoroso" subito dalla figlia tradita da una coetanea, si legge nell'ordinanza con cui la gip Ilaria Casu ha disposto oggi l'arresto in carcere per il genitore della giovane, oggi 39enne, e un 30enne ritenuto suo complice. I fatti risalgono a settembre del 2022.
L'agguato
Stanno per scoccare le due del pomeriggio quando il padre della ragazzina, dopo aver saputo della lite tra la figlia e la ex, decide di raggiungere la casa in cui vive l'altra giovane con la madre e la sua compagna. Quest'ultima, dopo aver sentito bussare con violenza al portone, si affaccia dal primo piano e vede l'uomo armato con un revolver calibro 38 che spara due colpi contro di lei. Fa in tempo a rientrare e l'uomo spara ancora. In casa ci sono anche la madre, la sorellina e il fratellino della ragazzina ritenuta 'colpevole' del tradimento. E c'è anche un'altra ragazza maggiorenne. I proiettili entrano in casa passando dalla finestra. Si conficcano ovunque, anche nel soffitto e sul davanzale. Nessuno rimane ferito. A poca distanza dall'uomo che spara c'è il suo complice e, ancora qualche metro dopo, la 13enne tradita. Suo padre fu già condannato nel 2014 per associazione di stampo mafioso e oggi è stato arrestato per tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso e dai futili motivi, oltre che per porto e detenzione illegale di armi.
Il movente
Negli atti si legge che il 39enne viene a sapere casualmente, dopo la lite tra le ragazzine, che sua figlia ha una relazione con un'altra ragazza. E questa cosa, "non recepita bene dall'indagato, diviene il motivo della vendetta" che lo convince a intervenire, "a suo modo" per "sistemare la faccenda". Si "comprende così - prosegue l'ordinanza - tanta violenza espressa: egli manifesta prima la sua ira, richiamando l'attenzione delle donne che in quel momento erano in casa e dopo, avendo" notato "la presenza di una di esse che si affaccia, gli esplode contro almeno due colpi di arma da fuoco. E' chiaro che spara per ammazzarla e non è certo per sua volontà che tale evento non si concretizza".