Dopo oltre 50 anni in cella Renato Vallanzasca lascia il carcere e viene trasferito in una Rsa per malati di Alzheimer
L’anziano ex boss della banda della Comasina, affetto da gravi problemi di salute, passa a una struttura assistenziale ma resta sotto stretta sorveglianza
Renato Vallanzasca, 74 anni, una delle figure più note della criminalità italiana, è stato trasferito dal carcere di Bollate alla Rsa Opera della Provvidenza Sant’Antonio, a Sarmeola di Rubano, nel Padovano. La decisione, presa il 13 settembre scorso dal Tribunale di Sorveglianza di Milano, è stata motivata dall’incompatibilità tra le sue gravi condizioni di salute e la detenzione in carcere. Il trasferimento, richiesto dai suoi legali, è stato possibile grazie alla disponibilità della struttura, specializzata nella cura di pazienti affetti da Alzheimer e demenza.
L’ex "bel René", conosciuto per le sue rocambolesche evasioni e i reati che gli sono costati quattro ergastoli e 295 anni di reclusione, soffre di gravi problemi cognitivi, accompagnati da paranoie e deliri notturni. Da tempo non è più autosufficiente, con difficoltà motorie che richiedono fisioterapia regolare. Le relazioni mediche presentate in udienza lo descrivono come una persona profondamente disorientata, con un rapido peggioramento delle capacità cognitive.
Una vita tra crimini e rivolte: sotto sorveglianza anche in Rsa
In carcere dal 1971, Vallanzasca è stato il protagonista di una carriera criminale che ha segnato la storia della mala milanese, con rapine, omicidi e sequestri. Per anni è stato il simbolo di rivolte carcerarie e fughe spettacolari. Oggi, i medici ritengono che non possa più essere considerato pericoloso, ma nella Rsa saranno adottate misure di sicurezza per evitare ogni rischio di fuga.
Il trasferimento è avvenuto dopo oltre due mesi di preparativi, necessari per completare formalità e certificazioni. Nella struttura padovana, Vallanzasca è sottoposto a cure mediche specifiche per i suoi disturbi, che hanno reso impossibile la prosecuzione della detenzione in carcere. La decisione rappresenta un cambio epocale per uno dei criminali più noti d’Italia, che ora affronta la fase finale della sua vita lontano dalla prigione.