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Ecco perché quest’anno e particolarmente importante vaccinarsi per l’influenza

La vaccinazione antinfluenzale è del tutto compatibile con la quarta dose di quella antiCovid per gli over 65 e le categorie a rischio

Massimiliano Lussanadi Massimiliano Lussana   
Vaccino
Vaccinazione antinfluenzale (Foto Ansa)

“E’ solo un’influenza”. E’ stata la frase più usata ed abusata, in un senso o nell’altro, durante le varie fasi del Covid e, in qualche modo, dal punto di vista scientifico, parlando con il linguaggio degli specialisti, ci stava pure. Ma, ovviamente, è quel “solo”, il problema, perché è stato un elemento usato da negazionisti, No Vax, No Mask, No Pass (poi diventati filorussi, ma questa è un’altra storia) per contestare la pericolosità del Covid. E invece la storia va completamente ribaltata: cioè che il Covid era pericoloso non perché era “solo un’influenza”, ma proprio perché era un’influenza.

L'influenza al tempo del Covid

E da qui bisogna ripartire, perché – da sempre – l’inverno porta l’influenza stagionale, a volte pesantissima e, paradossalmente ma non troppo, gli inverni 2020 e 2021, contraddistinti dal dramma del Covid, sono stati meno pesanti per l’influenza stagionale, anche e soprattutto grazie all’uso delle mascherine, che ovviamente non si chiedono qual è il virus che bloccano, se SARS-COV 19 o altri, ma li bloccano e basta. E anche le altre precauzioni, evitare gli assembramenti, distanziamento, ovviamente le chiusure (pur dannose da altri punti di vista), lavaggio costante delle mani e dintorni, hanno contribuito a limitare l’influenza. Tutte circostanze che il (benedetto) ritorno alla normalità e il “rischio calcolato” del governo di Mario Draghi, abbinato al successo della campagna vaccinale coordinata dal generale Figliuolo, rispetto alla precedente, hanno però ovviamente diminuito e depotenziato in chiave anti-influenzale.
L’addio progressivo alle mascherine, prima all’aperto, poi al chiuso, nelle scuole e infine sui mezzi pubblici ha ovviamente fatto venir meno questa protezione inedita che aveva limitato l’influenza stagionale e i suoi vari ceppi nelle ultime due stagioni.

L'importanza del vaccino antinfluenzale 

Ed ecco che torna decisiva l’importanza della vaccinazione antinfluenzale, del tutto compatibile con la quarta dose di quella antiCovid per gli over 65 e le categorie a rischio. A spiegare tutto questo, sono vari specialisti che si occupano di entrambe, a partire da Giancarlo Icardi, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Igiene del Policlinico San Martino di Genova, l’ospedale più grande d’Europa: “E’ opportuno segnalare che il reale impatto dell’influenza è generalmente sottostimato. L’influenza non provoca solo semplici sintomi respiratori, ma può provocare anche complicanze, per esempio legate all’apparato cardiocircolatorio e, ricordiamo, che essere vaccinati contro il Covid19 non comporta la copertura dall’influenza. Quindi anche per questa ragione è molto importante vaccinarsi ogni anno, perché il virus si modifica ed è importante proteggersi con quello aggiornato”.

Le categorie a rischio

Concetti ribaditi da Angelo Gratarola, nominato da pochissimi giorni assessore alla Sanità della Regione Liguria, al posto di Giovanni Toti che ha mantenuto da presidente della Regione l’incarico fino alla fine dell’emergenza proprio per gestire in prima persona le problematiche legate alla pandemia. Gratarola è un tecnico puro, responsabile dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione del Policlinico San Martino, ma anche come coordinatore del Dipartimento Interaziendale regionale dell’Emergenza urgenza di Alisa, cioè tutti i Pronto Soccorso e reparti di rianimazione degli ospedali liguri, che fanno capo all’agenzia sanitaria Alisa, una sorta di cabina di regia di tutte le Asl e aziende ospedaliere. Insomma, è una testimonianza che arriva direttamente dalla prima linea, quella di Gratarola: “Stiamo uscendo dal periodo molto complesso della pandemia in cui l’elemento di svolta è stato indubbiamente la vaccinazione antiCovid. Ora, accanto alla quarta dose in grado di potenziare il sistema immunitario verso un’infezione che è sotto controllo ma non ancora spenta, è necessario aggiungere la vaccinazione antinfluenzale. Dopo due anni di isolamento e di uso delle mascherine, quest’anno la circolazione del virus influenzale potrebbe subire un aumento significativo. Ecco perché anche la vaccinazione contro l’influenza diventa più importante in particolare per anziani, fragili e portatori di malattie croniche, per i quali può assumere forme particolarmente gravi. Per questo sensibilizzeremo i cittadini e in particolare le fasce più a rischio”.

I dati della Regione Liguria

E’ inutile nasconderlo: in qualche modo il dramma Covid ha fatto calare l’attenzione rispetto all’influenza “normale” e quindi lo sforzo delle istituzioni e della Sanità pubblica dovrà essere doppio, anche semplicemente per tornare ai “soliti” livelli di copertura vaccinale. E qui, in qualche modo, i dati liguri possono essere interessanti, perché parliamo della Regione con il maggior numero di anziani, quindi potenzialmente a rischio: “La Liguria – spiega Giovanni Battista Andreoli, direttore del Dipartimento Prevenzione dell’agenzia regionale sanitaria Alisa- si è per tempo approvvigionata del numero sufficiente di dosi che coprono ampiamente il fabbisogno: 440.000 dosi di vaccino antinfluenzale. Auspichiamo che venga raggiunto un target di copertura vaccinale significativo e in aumento rispetto agli ultimi anni, con un coinvolgimento attivo da parte del personale sanitario, poiché, dopo due anni a bassa circolazione del virus influenzale, quest’anno la popolazione è da considerare particolarmente suscettibile”. E, pur considerando che il federalismo sanitario fa sì che ogni Regione possa gestire autonomamente la gratuità dei vaccini per una fascia o l’altra, è molto interessante vedere quale sono le categorie che possono avere l’anti-influenzale gratuitamente, perché è un’immagine plastica di coloro per i quale è più utile, se non imprescindibile.

Le indicazioni del Ministero della Salute

E, soprattutto, le indicazioni del ministero della Salute sono uguali di base per tutti. Quindi: “soggetti di età pari o superiore a 60 anni; bambini di età tra i 6 mesi e i 6 anni; bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico; donne in gravidanza e nel periodo postpartum; individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti; medici e personale sanitario di assistenza; familiari e contatti di soggetti ad alto rischio; soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori; personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani; donatori di sangue; soggetti dai 6 mesi ai 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza: soggetti in età pediatrica affetti da patologia cronica; soggetti in età pediatrica conviventi o contatti stretti con soggetti a rischio per status o patologia”. In più è possibile avere la vaccinazione anti-pneumococcica con preparato coniugato a partire dai 65 anni di età e al momento della vaccinazione antinfluenzale per tutti i soggetti di età compresa tra i 66 e i 75 anni non precedentemente vaccinati”.

Cosa dicono gli esperti

E tutto questo si somma ovviamente alla quarta dose antiCovid, le cui prenotazioni infatti procedono contestualmente e, da questo punto di vista, “Prenoto vaccino”, la piattaforma ligure di Liguria Digitale, curata dal miglior manager informatico d’Italia che è Enrico Castanini, ha funzionato benissimo, a differenza di quelli di molte altre regioni, anche molto più grandi e blasonate, sedicenti “locomotive”, che hanno dovuto rivolgersi a Poste Italiane per uscirne bene.
E proprio i vaccini antiCovid sono l’ultimo tassello di questa storia. Ieri sera a “Che tempo che fa” Roberto Burioni ha spiegato a Fabio Fazio che era lì, nonostante il Covid della settimana precedente, proprio perché ha fatto la quarta dose e Matteo Bassetti aggiunge: “Sembra che adesso faccia più comodo dire `io non c’ero, non ero tra quelli che hanno spinto alla vaccinazione´. Credo siano dei codardi. Io rifarei tutto quello che ho fatto, sono orgoglioso di quello che la scienza e noi medici abbiamo fatto per il nostro Paese e sono sicuro che la grandissima maggioranza degli italiani è felice di essersi vaccinata, così come sono altrettanto sicuro che con le giuste raccomandazioni e la giusta organizzazione andranno a farsi anche quarta dose. I vaccini ci hanno portato all’endemizzazione del virus, e se non li avessimo avuti non saremmo dove siamo oggi. Quindi attenzione a questo sentimento che sta emergendo da alcuna parte della popolazione. Non c’è nulla di buono”. Ecco, il il rischio è che quello paventato da Matteo Bassetti sia il prossimo virus.

 

 

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