Ricercato per terrorismo in Algeria ma sconosciuto in Italia, arrestato in metro a Milano. Ha gridato "Allah Akbar"
L’algerino, 37enne, è stato fermato dalla Polizia su mandato di cattura internazionale per associazione terroristica. Sarà estradato in Algeria il 22 novembre
Grida “Allah Akbar”, afferra un coltello, infine viene arrestato. È accaduto in metro a Milano dove un uomo, sconosciuto alle forze dell’ordine italiane, è stato bloccato durante dei controlli di routine predisposti dal questore Giuseppe Petronzi sulle metropolitane. Il fatto è avvenuto la sera del 29 agosto, dopo le 22, nella stazione della metropolitana di Cadorna, nell'ambito dei controlli della Polfer contro i reati predatori, ossia quelle fenomenologie che incidono direttamente sui beni personali.
La notizia è stata però diffusa soltante nelle ultime ore poiché trapelati gli atti dell'arresto. "Mi piace l'Italia, ci vivo da un anno", ha detto l'uomo, che si è qualificato come un "ambulante di ricariche telefoniche", nell'udienza del procedimento per l'estradizione, davanti alla quinta penale d'appello presieduta da Francesca Vitale, che si è già concluso col via libera alla consegna all'Algeria. Tra l'altro, lo stesso 37enne, senza fissa dimora né documenti e che dormiva, emerge dagli atti, in una "moschea in zona Lampugnano", a Milano, ha dato il consenso all'estradizione. Negli atti dell'arresto, sul tavolo della Corte d'Appello milanese, si legge che l'uomo nella stazione della metro avrebbe tentato di 'eludere il controllo' alla richiesta di documenti e avrebbe 'spintonato' gli agenti.
Come spiega la Questura, il 37enne si era appunto mostrato aggressivo con gli agenti che lo stavano sottoponendo a un ordinario controllo, fino al punto di afferrare il proprio zaino ed estrarre una lama di oltre dodici centimetri. A quel punto i poliziotti della Digos hanno bloccato e condotto l’uomo in questura dove, dopo aver effettuato degli approfondimenti, hanno scoperto che il soggetto era già ricercato in Algeria dal 2015 perché ritenuto delle milizie dello Stato Islamico, e impiegato sul fronte siro-iracheno.
Il 37enne, “mai evidenziatosi prima alle forze di polizia italiane” – come sottolineano le autorità – è stato infine portato presso il carcere di San Vittore.
Allarme terrorismo
Solo il 17 ottobre scorso altri due uomini erano stati arrestati sempre a Milano, nell’ambito di un’operazione antiterrorismo condotta dalla Polizia di Stato e coordinata dalla Procura di Milano - Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo. I due, un egiziano e un naturalizzato italiano di origine egiziane, erano altresì stati fermati con l’accusa di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere.
"Estremamente attivi nella propaganda e nel proselitismo digitali per conto dell'Isis, mettendosi a disposizione dell'organizzazione terroristica e finanziando ‘cause di sostegno’ del sedicente Stato islamico, al quale avrebbero prestato giuramento di appartenenza e di fedeltà", aveva scritto il procuratore di Milano Marcello Viola in quell’occasione. Non solo, tra i bersagli delle minacce on line anche la premier Giorgia Meloni, minacce che furono rinvenute nelle chat in cui i due scrivevano, pubblicando anche commenti di odio e appoggio all'Isis e contro l'Occidente su gruppi Telegram, Facebook e WhatsApp.