Università, Brambilla: investire di più nel diritto allo studio
Milano, 4 mar. (askanews) - "Investire nel diritto allo studio equivale a investire nel futuro. A fronte delle continue denunce di crescenti divari reddituali, il migliore rimedio è quello di intervenire sulle condizioni di partenza dei nostri giovani. La consapevolezza dell'importanza dell'istruzione e del diritto allo studio deve combinarsi con quella sugli effetti del gelo demografico. A giugno scorso gli iscritti alle quinte classi dell'istruzione secondaria superiore erano quasi 850 mila e questo significa che, tra appena 18 anni, avremo meno della metà dei diplomati di oggi e dunque meno della metà degli iscritti all'università, e siamo già il penultimo Paese Ocse per numero di laureati.
La prospettiva è davvero allarmante, non a caso il Pnrr ha previsto ingenti risorse per borse di studio e residenze universitarie. Occorre però guardare oltre il Pnrr, oltre il 2026, per dare continuità agli investimenti previsti, anche perché occorre rimediare a qualche errore che può pregiudicare il sistema del diritto allo studio dopo la conclusione del Piano". È quanto afferma la prof.ssa Marina Brambilla, Prorettrice per i Servizi agli Studenti, Università degli Studi di Milano."Nonostante si prospetti l'aumento dello stanziamento di ben 36 milioni di euro, le risorse aggiuntive risultano molto inferiori rispetto all'aumento del fabbisogno stimato. La cosa peggiore è che si tratta di una dinamica regressiva, vale a dire che colpisce i giovani e le famiglie meno abbienti. Come altre università lombarde, la Statale ha destinato risorse proprie per integrare il Fondo statale e le risorse delle Regioni, pur di erogare le borse di studio a tutti gli aventi diritto. Si tratta, tuttavia, di un investimento sottratto alle altre attività, occorre quindi lungimiranza e coraggio di scegliere quante risorse destinare a questo investimento nel futuro", conclude.