Ucciso a colpi pistola e bruciato, era scomparso ad aprile. Si attende Dna per stabilire se si tratta del parrucchier
Cinque persone, tra i 25 e i 57 anni, sono attualmente indagate: tre uomini di Barletta, un cittadino albanese e un uomo di Minervino Murge, proprietario di una villa vicina al rudere in cui è stato trovato il cadavere

Nuovi elementi rafforzano l'ipotesi di omicidio aggravato dal metodo mafioso nell'indagine sulla scomparsa di Francesco Diviesti, il giovane parrucchiere 26enne di cui si sono perse le tracce a Barletta lo scorso 25 aprile. Il corpo semicarbonizzato ritrovato il 29 aprile in un rudere nelle campagne del nord Barese — che si sospetta appartenga proprio a Diviesti — presenta segni di colpi d’arma da fuoco. Accanto al cadavere sono stati rinvenuti diversi bossoli, appartenenti a due pistole di calibro differente. Secondo fonti ANSA, l'uomo sarebbe stato ucciso a colpi di pistola prima che il suo corpo venisse dato alle fiamme.
In attesa degli esami autoptici per l'identificazione
Si attendono ora i risultati dell’autopsia eseguita dalla dottoressa Sara Sablone, dell’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari, per determinare con certezza se il corpo sia di Francesco Diviesti e se l’uomo sia stato ucciso prima o durante il rogo. La famiglia spera che si tratti di un caso di scambio di identità, anche se alcuni indizi sembrano confermare il peggio: sul cadavere sono stati trovati un braccialetto e una collanina identici a quelli che indossava il giovane.
Gli ultimi movimenti del 26enne e le indagini in corso
Francesco, incensurato e padre di un bambino di nove anni, è stato visto l’ultima volta la sera del 25 aprile. Alle 20:30 è uscito di casa, e intorno alla mezzanotte è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza mentre entrava nel locale dove lavorava insieme al padre, nel centro di Barletta, per posare il suo monopattino. Da quel momento, di lui non si è più saputo nulla.
Cinque persone, tra i 25 e i 57 anni, sono attualmente indagate: tre uomini di Barletta, un cittadino albanese e un uomo di Minervino Murge, proprietario di una villa vicina al rudere in cui è stato trovato il cadavere, ora sotto sequestro. Gli inquirenti stanno anche approfondendo una rissa avvenuta poche ore prima della scomparsa, nella quale Francesco sarebbe stato coinvolto insieme a due degli indagati, già noti alle forze dell’ordine.
Nessun legame con il caso Michele Cilli, scomparso nel 2022
Il caso di Diviesti riporta alla mente la scomparsa di Michele Cilli, il 24enne sparito da Barletta nel 2022 e mai più ritrovato. Tuttavia, le indagini chiariscono che non esistono collegamenti diretti tra i due episodi. Cilli sarebbe stato coinvolto in attività legate al traffico di droga, mentre Diviesti — secondo la sua famiglia — non aveva rapporti stretti con lui. I due, forse, erano solo "conoscenti", come suggerisce una foto di gruppo scattata anni fa in pizzeria.