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Non convalidati i trattenimenti, i 43 migranti portati in Albania torneranno tutti in Italia

I giudici della Corte d'appello di Roma hanno sospeso il giudizio in attesa dell'Ue. I richiedenti asilo torneranno mel nostri Paese già da sabato

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Migranti in Albania
Migranti in Albania (Foto Ansa)

Torneranno in Italia tutti e 43 migranti che erano stati portati in Albania martedì scorso. I trattenimenti non sono stati convalidati dai giudici della Corte d'appello di Roma che, secondo quanto si apprende, hanno sospeso il giudizio e rimesso gli atti alla corte di Giustizia Ue. I richiedenti asilo torneranno nel nostro Paese già da sabato. E non è la prima volta che  accade. Anche i precedenti trasferimenti organizzati dal governo - ad ottobre e a novembre scorsi - sono stati annullati dalle decisioni dei magistrati della sezione immigrazione del tribunale di Roma, che non ha convalidato i trattenimenti disposti dalla questura della Capitale.

La prima decisione dei giudici

La prima pronuncia risale al 18 ottobre ed ha riguardato 12 richiedenti asilo bengalesi ed egiziani portati nel centro di Gjader. I giudici, si legge nelle ordinanze simili tra loro, hanno negato la convalida dei trattenimenti per "l' impossibilità di riconoscere come 'Paesi sicuri' gli Stati di provenienza delle persone trattenute, con la conseguenza dell'inapplicabilità della procedura di frontiera e, come previsto dal protocollo, del trasferimento al di fuori del territorio albanese delle persone migranti, che hanno quindi diritto ad essere condotte in Italia".

La nuova lista dei Paesi sicuri

La seconda decisione è dell'11 novembre. Questa sono stati 7 gli stranieri coinvolti sempre egiziani e bengalesi. Rispetto al primo caso, il governo aveva nel frattempo emanato un decreto per definire la nuova lista di Paesi sicuri. Il provvedimento non è tuttavia servito ad evitare un esito diverso del giudizio. I magistrati hanno infatti sospeso il giudizio sulla convalida del trattenimento rimettendo tutto nelle mani della Corte di giustizia europea. Ma la sostanza non è cambiata: i richiedenti asilo sono stati liberati. Nello stesso tempo, i giudici hanno chiesto alla Corte di Lussemburgo chiarimenti sulla compatibilità, definita "dubbia", del decreto del governo con le norme europee. Il 25 febbraio è attesa la pronuncia su questa materia da parte dell'organismo Ue.

Schlein: "Clamoroso fallimento di Meloni, soldi buttati"

"Giorgia Meloni si rassegni, i centri in Albania non funzionano e non funzioneranno, sono un clamoroso fallimento". Lo dichiara la segretaria Pd Elly Schlein. "Aumentano a dismisura le risorse pubbliche sprecate a causa dell'ostinata volontà del governo di non rispettare le leggi e le sentenze europee. Chiederemo di avere il resoconto di tutti i costi sostenuti dallo Stato in questa missione. Secondo le nostre stime, siamo ormai a oltre un miliardo di euro che poteva essere investito per assumere infermieri e medici nei reparti svuotati della sanità pubblica".

Boldrini: "Ennesimo fallimento, perseverare è diabolico"

"Oggi registriamo l'ennesimo fallimento del protocollo Albania. I giudici della Corte d'Appello di Roma hanno sospeso il trattenimento dei 43 migranti ancora reclusi nel centro di Djader. E in attesa della decisione della Corte di giustizia europea, devono essere liberati. Domani torneranno in Italia. Per la terza volta su tre tentativi, questo barbaro, dispendioso e inutile progetto del governo Meloni non ottiene alcun risultato se non sperperare fondi pubblici e trattare in modo disumano qualche decina di persone colpevoli solo di volere provare a costruire in Europa un futuro sicuro. Non è cambiato niente, rispetto a ottobre e novembre scorso quando già i giudici non avevano confermato i trattenimenti, se non la decisione del governo di spostare la competenza alla Corte d'appello. Ma siccome i giudici applicano la legge, non poteva che andare in questo modo. Errare è umano, ma perseverare è diabolico. Anzi, è Meloni". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo. 

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