Truffa del finto Crosetto, ipotesi associazione a delinquere. Anche Esselunga e Moratti nella trappola. Come funzionava il sistema usato dalla banda
Bloccati alcuni conti corrente. I truffatori avrebbero usato, infatti, diversi conti correnti sui quali far versare e far transitare i soldi, tra l'Europa e l'Asia

È arrivata una quarta denuncia, quella di Esselunga - famiglia Caprotti -, per un tentato raggiro nell'inchiesta della Procura di Milano sui truffatori che spendevano il nome del ministro Crosetto per chiedere soldi da utilizzare per fantomatici riscatti parlando di giornalisti rapiti in Medio Oriente. La querela si aggiunge a quelle di Massimo Moratti, che ha versato quasi un milione di euro, e delle famiglie Aleotti e Beretta, che hanno subito tentate truffe. Gli inquirenti indagano anche per l'ipotesi di associazione per delinquere. C'è il sospetto che anche altri imprenditori siano caduti nella trappola versando il denaro.
Ipotesi associazione a delinquere
Allo stato, le altre tre denunce riguardano tentativi di raggiri bloccati dagli staff delle famiglie imprenditoriali. I collaboratori di Beretta e di Aleotti sono già stati sentiti dagli investigatori, i primi nel Bresciano i secondi a Firenze, e poi le testimonianze e le denunce sono state trasmesse a Milano. Quella di Esselunga è arrivata oggi e a breve dovrebbe arrivare la querela di Luxottica-famiglia Del Vecchio. Altri staff dei 'big' dell'imprenditoria, i cui nomi sono già emersi in questi giorni, hanno preannunciato agli inquirenti che depositeranno denuncia, tra cui pare anche Giorgio Armani, non contattato direttamente dai truffatori che avrebbero parlato con suoi collaboratori. Anche il ministro Crosetto ha preannunciato una denuncia per sostituzione di persona, al momento non ancora arrivata ai pm. Solo nel caso di Moratti, come risulta per ora dalle denunce agli atti, i truffatori avrebbero usato una finta voce di Crosetto.
Bloccati alcuni conti corrente
Nell'inchiesta sui truffatori che spendevano il nome del ministro Crosetto per chiedere soldi da utilizzare per fantomatici riscatti, condotta dal Nucleo investigativo dei carabinieri e coordinata dal procuratore Marcello Viola e dal pm Giovanni Tarzia, gli investigatori sono riusciti già a bloccare più conti. Il risultato è stato possibile, da quanto si è saputo, attraverso rogatorie e canali di cooperazione internazionale. I truffatori avrebbero usato, infatti, diversi conti correnti sui quali far versare e far transitare i soldi, tra l'Europa e l'Asia, anche ad Hong Kong. Allo stato, però, non si sa se su quei conti congelati siano stati trovati i soldi, tra cui quasi un milione di euro versati da Moratti, che ha subito denunciato. Non è necessario, al momento, sentire l'ex presidente dell'Inter a verbale. L'ipotesi su cui si lavora è che anche altri facoltosi imprenditori abbiano pagato, convinti di aiutare giornalisti rapiti in Iran o in Siria.
La denuncia del ministro
"La mia denuncia è già pronta", ha spiegato all'ANSA il ministro Crosetto che, svelando per primo il raggiro, ha messo in guardia molte persone ed evitato loro di cadere in trappola. Il caso giudiziario, di cui pure lui è vittima di sostituzione di persona, è partito con l'apertura di una inchiesta in Procura a Milano, grazie alla sua segnalazione. Tutto è iniziato martedì scorso con la chiamata di un amico, grande imprenditore, "che mi chiede perché la mia segreteria avesse chiamato la sua per avere il suo cellulare - ha spiegato lo stesso Crosetto nei giorni scorsi - Gli dico che era assurdo, avendolo io, e che era impossibile. Verifico per sicurezza e mi confermano che nessuno lo ha cercato".
Nei giorni successivi continuano episodi simili, con la notizia anche di un altro imprenditore che ha fatto un bonifico - circa un milione di euro - ad un conto su richiesta proprio del ministro e di un sedicente generale. Una truffa ripetuta anche altre volte, a giudicare dalle denunce pervenute alla Procura di Milano.
Come avveniva la truffa
Verifiche sono in corso su un elenco che inquirenti e investigatori hanno in mano con i nomi di tutti coloro che sarebbero stati chiamati per quella che i truffatori hanno cercato di spacciare come una "questione urgentissima" che riguarda "la sicurezza nazionale".
Dall'altra parte del telefono una voce, che si ritiene non sia stata riprodotta dall'intelligenza artificiale, molto simile a quella del responsabile della Difesa o di una persona che si spaccia per componente del suo staff, per dirigente del ministero, che racconta di inesistenti giornalisti rapiti in Iran, Siria e comunque in zone pericolose e chiede un aiuto per pagare riscatti milionari con garanzia di restituzione.
Si domanda un bonifico da versare su conti esteri, anche a Hong Kong. Poiché in un caso il colpo è andato a buon fine, inquirenti e investigatori stanno battendo la pista del denaro, rincorrendo i flussi che portano all'estero, in Europa per poi svanire forse in qualche paradiso fiscale. In più, per riuscire nella missione quasi impossibile di bloccare il milione finora indebitamente rastrellato, hanno attivato tutti i canali di cooperazione internazionale.
Il meccanismo
Tutto sarebbe stato congegnato sfruttando il recente caso di Cecilia Sala e avrebbe avuto come obiettivo solamente industriali e professionisti con determinate caratteristiche e un certo target: tra questi Marco Tronchetti Provera, Diego Della Valle, Giorgio Armani, Patrizio Bertelli, marito di Miuccia Prada e presidente del gruppo, le famiglie Caltagirone, e i Del Vecchio. Hanno sporto denuncia Massimo Moratti e le famiglie Aleotti, azionista del gruppo Menarini, e i Gussalli-Beretta, proprietari della multinazionale produttrice di armi. Non è escluso che nelle prossime ore anche altri vip faranno la stessa cosa, oltre al ministro Crosetto.