Trenta lascia l'appartamento della Difesa: "Mio marito ha fatto istanza di rinuncia". Poi l'annuncio
L'ex ministra assicura che farà a breve il trasloco. "Ma resto nel M5S, con Di Maio ci siamo chiariti. Continuo a condividere i valori"
"Mio marito, che è il titolare dell'alloggio, pur essendo tutto regolare e non essendoci nulla che ci debba far sentire in imbarazzo, per salvaguardare la serenità della famiglia, sta presentando istanza di rinuncia per l'alloggio, l'ha già fatto. Spero che questo atto di amore serva a tacitare la schifezza mediatica che è caduta su di me". La ex ministra Elisabetta Trenta è amareggiata per la polemica montata sopra la questione del suo alloggio non lontano da piazza San Giovanni a Roma. L'appartamento le era stato assegnato in virtù delle sue funzioni alla Difesa, carica ricoperta durante il primo governo Conte. Con la caduta dell'Esecutivo la ex titolare della Farnesina non ha inteso abbandonare l'alloggio, per il quale ha precisato peraltro di pagare regolarmente "l'affitto di 540 euro mensili".
"Lasceremo l'appartamento nel tempo che ci sarà dato per poter fare un trasloco e poter rimettere a posto la mia vita da un'altra parte", ha aggiunto Trenta intervistata da Radio24, pretendendo "rispetto" per sé. "Sono una donna di Stato e ho fatto dell'etica la base della mia vita", ha affermato ancora.
L'appartamento della Difesa diventa un caso
Domenica scorsa è stato il Corriere della sera a dare la notizia dell'"anomalia" che riguardava l'alloggiamento della ex ministra. La polemica è montata velocemente, tanto che lo stesso capo politico del M5S Luigi Di Maio era intervenuto chiedendole di lasciare l'appartamento. Trenta aveva però precisato che successivamente alla sua decadenza da ministra aveva tempo tre mesi - a norma di legge - per traslocare, e i tre mesi non erano ancora trascorsi. Quindi, l'arcano: il marito, alto ufficiale dell'esercito con diritto all'assegnazione di un'abitazione, aveva fatto domanda per subentrare alla moglie nell'affitto dell'appartamento nella capitale.
Ma questo non è bastato a placare le polemiche. La restituzione dell'alloggio per Di Maio è atto dovuto perché ad assegnare gli appartamenti agli alti ufficiali è lo stesso ministero che lei ha presieduto fino a poche settimane prima.
"Non me ne vado, resto nel Movimento"
Oggi l'epilogo. E l'amarezza. "Non sono stata trattata bene ma nei valori del M5S ci credo, non ho nessuna intenzione di lasciare il Movimento - ha precisato Trenta -. Mi è dispiaciuto che prima di parlare e giudicare nessuno mi ha chiamata per chiedermi come stanno le cose. La mia faccia è pulita, non smetterò di fare politica e di essere del Movimento. Ma forse una pausa di riflessione me la prendo, non ho deciso nulla".
Nessun rancore contro Di Maio, nonostante la presa di posizione forte del capo politico. "Credo che Di Maio, con cui ho parlato, abbia capito le mie ragioni - ha affermato infatti - Io sono una militare e so che prima di comandare le persone ci si parla, so che un comandante difende i propri uomini".