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[Il retroscena] Toti commissario del Ponte Morandi. Ecco il patto per la ricostruzione tra Cinque Stelle, Lega e Forza Italia

Il governatore della Liguria, consigliere del Cavaliere ma amico personale di Matteo Salvini, sarà nominato Commissario per la ricostruzione a Genova. L’idea è del leader della Lega, ma c’è stato un forte pressing di Forza Italia. In cambio gli azzurri hanno promesso di abbassare i toni contro il governo. Il giornalista è già commissario per la messa in sicurezza del fiume Bisagno e accetta di discutere tutte le mosse col ministro pentastellato Toninelli. “Sono pronto per questo onere”, dice

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“Sono pronto a prendermi questo onere”. Giovanni Toti è ad un passo dall’essere nominato Commissario straordinario per la ricostruzione dopo il tragico crollo del Ponte Morandi. Il governatore della Liguria e consigliere politico di Silvio Berlusconi, primo dei berlusconiani a tornare a vincere quando Matteo Renzi e il suo Pd sembravano imbattibili, si è detto disponibile a rispondere ad una eventuale chiamata, che non è ancora arrivata ma che al Viminale considerano “prossima”. L’ex giornalista Mediaset, amico personale di Matteo Salvini e per questa ragione ripetutamente accusato di essere una “quarta colonna” leghista tra gli azzurri, già poche ore dopo il crollo si è preso la scena, supportando il sindaco della città, Marco Bucci - un suo fedelissimo - nel difficile compito di reggere allo stress. Così ha deciso di esporsi accompagnando sul luogo della tragedia le autorità di governo, dal premier Giuseppe Conte al suo vice Luigi Di Maio, passando naturalmente per il segretario leghista responsabile dell’Interno. Sarebbe stato proprio Salvini, che è azionista di maggioranza della giunta ligure col suo partito, su idea del segretario del Carroccio nella Regione Edoardo Rixi, diventato da poco viceministro alle Infrastrutture, a prospettare la nomina del governatore a Commissario agli altri membri dell’esecutivo. 

Il Commissario governativo, in carica per un periodo definito, è il dominus assoluto delle operazioni, può affidare lavori bypassando le normali - e lunghissime - gare d’appalto, firmare ordinanze per sgomberi ed espropri, avviare indagini al pari di un magistrato. Quella del commissario straordinario in un momento così delicato è una casella decisiva, e, nel caso la scelta ricada definitivamente sul forzista, avrebbe anche una forte valenza simbolica e politica: M5S e Lega per la prima volta affiderebbero una responsabilità importante all’esponente di un partito diverso dal loro, ottenendo in cambio la non ostilità - per non dire la benevolenza - dei forzisti nei confronti dell’esecutivo almeno su questo tema.

La scelta potrebbe essere ufficializzata oggi proprio nella città della lanterna, al termine dei funerali di Stato. Ma già ieri mattina sono arrivate sollecitazioni in tal senso. “Riteniamo di sollecitare il governo affinché nomini Giovanni Toti commissario straordinario allo scopo di far ripartire Genova e tutta Liguria nel più breve tempo possibile”, hanno chiesto con una nota i parlamentari liguri  di Forza Italia Roberto Bagnasco, Sandro Biasotti, Roberto Cassinelli, Manuela Gagliardi e Giorgio Mulè, quest’ultimo portavoce dei gruppi azzurri alla Camera e al Senato. Di lì a qualche minuto la richiesta è diventata un atto politico ufficiale, con la dichiarazione della capogruppo a Montecitorio, Mariastella Gelmini: “In questo momento in cui Genova e la Liguria hanno bisogno di serenità, serietà e capacità, ritengo che la nomina di Giovanni Toti a commissario straordinario sia fondamentale e urgente”.

E ancora, sempre nella stessa nota: “Il governatore ha già dimostrato di essere la persona più adatta per gestire al meglio le emergenze”. Il riferimento è al fatto che il governatore è stato nominato Commissario straordinario del cantiere sul Bisagno, cioè il fiume di Genova che negli anni scorsi era stato causa di gravi alluvioni e che doveva essere messo in sicurezza rapidamente: la sua copertura è uno degli atti decisi nei primi sette mesi della giunta guidata dal giornalista. Proprio questo incarico era stato oggetto di una diatriba tra Toti e l’allora premier e segretario del Pd: quest’ultimo, in una tappa del suo giro in treno chiamato “Destinazione Italia", si era recato sul luogo del cantiere e il governatore si era autoinvitato.

“E’ una questione di grammatica istituzionale”, disse. Proprio poche settimane fa, il 28 luglio, il consiglio Superiore dei Lavori pubblici aveva approvato il progetto esecutivo dello scolmatore del Bisagno, “l’ultimo pezzo dei lavori per la messa in sicurezza idrogeologica di quel pezzo di Genova che stiamo realizzando”, secondo il governatore. Il cronoprogramma prevede 1395 giorni di cantiere a partire dai primi mesi del 2019. Per ricostruire la viabilità dopo il crollo del Ponte Morandi, serviranno invece molti più anni. “Giovanni Toti è la persona adatta per capacità e determinazione a dare un forte impulso alla ricostruzione e a mettere a sistema i tanti i soggetti coinvolti”, ha detto Alessandro Cattaneo, seguito a ruota da molti big forzisti. 

Da Villa Certosa, dove il Cavaliere ha trascorso il Ferragosto festeggiando con un concertino di Edoardo Vianello, nessun commento. Berlusconi non ha apprezzato le ultime interviste nelle quali il governatore ligure criticava il percorso congressuale appena avviato dal suo partito, ma ha sempre mantenuto con lui ottimi rapporti. Silenzio anche da Antonio Tajani, vicepresidente di Fi, col quale, però, il governatore sta lavorando ad alcune iniziative per l’autunno. Toti, ancora poche settimane fa, aveva dichiarato: “la Lega fa bene, mentre Forza Italia deve ancora trovare una sua dimensione”, e “rischia di sparire”. Il Corriere della sera aveva addirittura anticipato un suo progetto in tandem con Giorgia Meloni per costituire un nuovo soggetto politico, la “seconda gamba del centrodestra”. Entrambi però hanno smentito. Adesso Toti ha una nuova possibilità di stare sotto i riflettori. L’interessato si sente già in pista: “Come Regione Liguria siamo pronti a prenderci l'onere del commissariato straordinario per gestire l'emergenza post crollo del ponte autostradale Morandi insieme ai tecnici che concorderemo con il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli”, ha detto ieri sera. 

 

L’amo è stato lanciato non solo agli alleati leghisti, dunque, ma anche ai pentastellati. Viceversa. Toti avrebbe avuto garanzie (dai leghisti) che non ci saranno problemi nella realizzazione di nuove infrastrutture. “L'apertura del ministro Luigi Di Maio sulla costruzione della Gronda autostradale di Ponente è un buon segnale: spero che ai segnali seguano i fatti, noi ora abbiamo bisogno di affrontare l'emergenza”, ha detto il governatore. I Cinquestelle erano stati contrari alla realizzazione della bretella che avrebbe dovuto “superare” il tratto crollato, ma la loro opposizione sta scemando. Una legge speciale dovrebbe regolare la ricostruzione del ponte, stavolta in acciaio, che il governo chiede ad Autostrade di pagare di tasca propria: Toti ipotizza  lavori lampo, in  dieci mesi, mentre il leghista Edoardo Rixi - ex assessore regionale proprio di Toti e ora sottosegretario alle Infrastrutture - ipotizza come possibile il completamento del nuovo ponte “entro il 2020”.

Nell’attesa della nomina, l’ex direttore di Studio Aperto è già al lavoro. “Come abbiamo promesso, entro metà novembre tutte le persone che hanno lasciato la propria casa e che la dovranno lasciare per far proseguire la demolizione del ponte crollato, potranno avere una sistemazione stabile e più che dignitosa in una casa della Regione, del Comune o della Cassa Depositi e Prestiti”. 

C’è un altro motivo che gioca a favore della nomina a commissario del governatore. La Regione Liguria nella vicenda del ponte crollato è di fatto l’unico livello di governo ad essere uscito “pulito”. Se ministero e società concessionarie litigano e, secondo qualcuno, addirittura al Mit erano a conoscenza dei problemi della struttura, la Regione Liguria non aveva competenze e dunque responsabilità: “L’ente non ha alcun tipo di competenza, né strumenti tecnici e legislativi in materia. Nessuno specifico allarme circa la sicurezza statica del ponte Morandi è mai arrivato agli uffici di Regione o Comune di Genova dal ministero delle Infrastrutture (competente per i controlli sulle concessioni governative) o da società Autostrade che è concessionaria e responsabile”. 

Paolo Emilio Russodi Paolo Emilio Russo, giornalista parlamentare   
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